juveland

La ruota gira


verra'il momento che la ruota girera' pure per te
Ospite da Marzullo, il presidente della FIGC Giancarlo Abete si presenta come simpatizzante juventino, parla di calciopoli e di tragedie non meritate e della fortuna di non essere stato “interpretato” con la consapevolezza che la ruota gira quindi inutile essere soddisfatti delle disgrazie altrui. Trascrivo le sue parole e lascio ad ognuno la possibilità, leggendo, di capire il grado di consapevolezza e di ipocrisia che si nasconde dietro ad uno dei massimi dirigenti federali.Quella consapevolezza che ha permesso ad ognuno di noi di valutare, ben prima degli altri, cosa in realtà è stato calciopoli ed attraverso chi è stato possibile non arrestarlo; la stessa consapevolezza che G. Abete ha vissuto con la certezza che la fortuna gli ha dato una mano. «Da giovane naturalmente sono stato tifoso della juve, simpatizzante della Juve poi non è che si cambiano le proprie simpatie e mi fa paura perché questo fa parte della società di oggi, essere descritti in modo diverso da quello che si è. Perché io penso che ovviamente tante persone, anche a livello di comunicazione hanno vissuto delle tragedie che magari non meritavano in termini anche di responsabilità e di errori personali . Penso che bisogna sempre stare attenti a distinguere dall’errore delle persone, che facciamo tutti, dalla valutazione delle persone. Perché se l’errore della persona determina un modo di interpretare la persona per quello che ha rappresentato nella sua storia, significa avere una visione bieca del modo di avere rapporti con le persone».Alcun riferimento a scandali che ha vissuto forse anche in prima persona nel senso di calciopoli e cose varie..«Ma certo, il calcio ha vissuto un periodo difficile, calciopoli, nel 2006, io da questa vicenda, ma come me tanti altri dirigenti, che in un primo momento sono stati accusati sono usciti incolumi, ho avuto come dire, modo di lavorare ma anche un po’ la fortuna di non essere in qualche modo interpretato, perché noi sappiamo che le situazioni alcune volte sono soggette anche a determinati momenti, a determinate interpretazioni, lo considero anche una fortuna anche se penso che sia una fortuna meritata; penso però che questa debba insegnare a tutti quanti noi che la ruota gira e quindi bisogna sempre rimanere se stessi, mai avere la logica di essere soddisfatti delle disgrazie degli altri, perché questo è un fatto indegno per una persona che abbia una capacità di rapporto con gli altri, e sperare che la fortuna ti dia una mano, ma la fortuna te la devi meritare, devi lavorare e devi resistere a determinate tentazioni».