Il capitano è sicuro: «Non c’è un solo modo per calciare le punizioni, io seguo l’istinto». Dei suoi 274 gol con la Juve, 39 sono stati firmati superando la barriera. «In panchina ero sereno, mi ha caricato il pubblico»
Tutto sui sorteggi VIDEO: Ascolta Alex VOTA: Alex in campo TORINO, 7 agosto - «Non c’è un solo modo per calciare le punizioni, ce ne sono tanti. Io seguo l’istinto, le sensazioni del momento». Dal manuale di Alessandro Del Piero, capitolo terzo, si cerca di carpire il suo segreto in una specialità in cui non ha rivali: è lui il numero uno dei calci da fermo, come ha dimostrato giovedì sera contro lo Shamrock Rovers in Europa League. In 18 anni di crolli e di riabilitazioni, di successi e tonfi, Del Piero ha la capacità innata di saper sempre tirare fuori dal cilindro il colpo ad effetto, anche se non è riuscito a imporre il proprio marchio. Perché c’è la punizione alla Pirlo, quella a giro alla Maradona, quelle con le tre dita alla Roberto Carlos: Del Piero le sa fare tutte, ma non ne ha una tutta sua.I NUMERI - Maestro di magie, le punizioni hanno sempre accompagnato la sua lunga carriera: sono 39 su 274 gol in bianconero, tantissime. La distribuzione segue il grafico del suo successo: una nel 1994- 95, 4 l’anno successivo, altre 4 nel 1997- 98, una sola nel 2000-01, 4 la stagione dopo, 2 nelle due successive annate, 5 nel 2005- 06, 4 nell’anno della serie B, 3 nel 2007- 08, addirittura 7 nel 2008-09, appena una l’anno scorso e poi il centro di giovedì a Modena, con cui ha inaugurato la nuova stagione e ha mandato un messaggio a Luigi Del Neri, che per la seconda volta di fila lo aveva escluso dalla squadra titolare, salvo poi schierarlo in campo dopo il primo tempo al posto di un deludente Diego.NELLA STORIA - Spettacolari, talvolta inutili per la vittoria finale, ma in molte altre occasioni le sue punizioni sono entrate nella storia, personale, e in quella collettiva della Juventus. Bisogna riavvolgere il filo dei ricordi e andare al marzo 1996: la Juventus ospita il ritorno dei quarti di finale di Champions contro il Real, vincente all’andata a Madrid. Spetta a Del Piero sbloccare il risultato con una magistrale rete su punizione e a Padovano ribaltare il risultato: sarà la vittoria che spiana la strada per il trionfo finale, nella notta di Roma contro l’Ajax. È invece una punizione-scudetto quella che Alex segna il 12 febbraio 2006 a San Siro contro l’Inter: la Juventus di Fabio Capello, già campione nel 2004-05, arriva a Milano da capolista con 9 punti in più dei nerazzurri secondi, e tornerà a Torino con 12 punti di vantaggio sulla coppia delle milanesi, uno scatto decisivo e definitivo per la conquista del 29° titolo. Uno scatto griffato Del Piero, che introduce anche un nuovo modo di festeggiare, la linguaccia irriverente. Infine, la punizione al Santiago Bernabeu nel novembre 2008 celebrata da Diego Maradona, presente allo stadio, che si lascia andare a un commento significativo: «Certo che Del Piero non invecchia veramente mai... ». L’impresa, riuscita con la maglia bianconera soltanto a Omar Sivori, segna il ritorno della Juventus in Champions League dopo il purgatorio della serie B. Ma indica anche l’ingresso del campione nell’Olimpo.