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Aquilani, la lettera della Sensi e il diefront della Nazionale...


Fonte: di Cristiano Puccetti per "La Stampa"
Alberto Aquilani è ufficialmente un giocatore della Juventus: ha firmato ieri un contratto che prevede il prestito annuale dal Liverpool con diritto di riscatto a favore della società bianconera per 16 milioni. L'operazione, condotta dagli uomini mercato della Juventus Marotta e Paratici e tessuta con grande mestiere dal procuratore del giocatore Zavaglia è stata un blitz. Aquilani alla Juventus: in pochi ci avrebbero scommesso, tra questi sicuramente non Claudio Ranieri.L'allenatore della Roma era stato criptico venerdì scorso quando, durante la conferenza di presentazione della Supercoppa Italiana, si era lasciato andare ad una profezia piuttosto azzardata: «Aquilani non tornerà in Italia. Ve lo dico io, credetemi». L'uscita di Ranieri aveva lasciato un po' tutti perplessi, anche perché proprio in quel pomeriggio la Juve aveva accelerato e trovato l'accordo col Liverpool e il giocatore. Ma perché Ranieri era così sicuro del contrario? E perché era intervenuto con decisione su un tema così delicato, rischiando di essere smentito?Ecco il retroscena: Ranieri e la dirigenza giallorossa erano sicurissimi che Aquilani non avrebbe mai accettato di tornare in Italia in una squadra diversa dalla Roma. La separazione di Alberto dalla sua squadra del cuore era stato un trauma sia per il calciatore sia per la società. Tant'è che, dopo i primi approcci della Fiorentina a inizio estate, Rosella Sensi, Daniele Pradè e Bruno Conti avrebbero preso carta e penna e scritto una lunga lettera ad Aquilani, spiegandogli a dodici mesi di distanza i motivi che avevano «costretto» la Roma alla sua cessione e promettendogli il massimo sforzo per riportarlo in giallorosso nell'estate 2011. Per questo il centrocampista romano aveva dato mandato al suo procuratore di interrompere qualsiasi trattativa con altri club e si era tolto dal mercato. Per almeno un mese e mezzo Aquilani era sparito dai «rumors» e anche la Juve, che pure aveva trattato con il Liverpool la cessione di Poulsen, non aveva subodorato la possibilità di arrivare ad averlo in prestito.Che cosa ha scatenato la bagarre di fine agosto che ha portato Aquilani a Torino? Che cosa è cambiato nel frattempo? La svolta il 6 agosto, giorno delle prime convocazioni del nuovo ct azzurro Prandelli. Aquilani, forte della stima che da sempre l'ex allenatore della Fiorentina nutriva nei suoi confronti, si aspettava una chiamata per l'amichevole contro la Costa d'Avorio. Stava bene e credeva di far parte del progetto di rinnovamento della Nazionale. Per questo è rimasto pietrificato dall'esclusione, ha imbracciato il telefono e chiamato immediatamente il suo procuratore. Con Zavaglia si è sfogato: «Non voglio rimanere fuori anche dall'Europeo, devo assolutamente tornare in Italia. E devo farlo quest'anno, non posso aspettare». Il giorno successivo il centrocampista ha chiesto e ottenuto un colloquio con Hodgson: al nuovo manager del Liverpool ha spiegato i motivi del suo cambio di programmi. Hodgson, a malincuore, lo ha lasciato tornare in Italia