Bonucci: "Io juventino nell'anima, questo club è il top"Intervista al nuovo difensore della Juventus che parla del suo passato, presente e futuro.
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWSUn percorso rapido, imprevisto ed eccezionale. In un anno dal fallimento del Pisa al mondiale in Sudafrica e al trasferimento alla Juventus per 15 milioni. Pochi ci avrebbero sperato, non Leonardo Bonucci che ha sempre creduto nei suoi mezzi anche quando le cose andavano male come a Treviso o quando, ancora ventenne, non riusciva a trovare ancora spazio nel calcio professionistico militando ancora nelle giovanili dell'Inter, club che l'ha lanciato ma per il quale, chiarisce, non ha mai tifato. Leonardo si apre a Sportweek raccontando tutto di se, partendo dal passato, da giovanissimo ai tempi in cui muoveva i primi passi a Viterbo che indussero gli osservatori milanesi a portarlo ad Appiano Gentile: "Tutti dicevano che il buono della famiglia era mio fratello, purtroppo un infortunio lo frenò. Ma pure quando arrivai all'Inter ero una specie dell'ultimo arrivato, di quello che era un po' li per caso insomma. I miei compagni avevano tutti presenze nelle selezioni nazionali, convocazioni in prima squadra, io niente. Ricordo pure il mio primo provino all'Inter, un mezzo disastro dato che fui colto da una grande emozione che mi bloccò". Si passa poi alle prime esperienze professionistiche, a Treviso e Pisa: "Dopo lo scudetto primavera del 2007 andai in prestito prima a Treviso per un anno e mezzo e poi nel 2009 a Pisa, la stagione 2008/09 la iniziai coi veneti e la finii in Toscana. Entrambe a fine stagione sono retrocesse e fallite, penso sia un record poco invidiabile dato che tra l'altro non ho preso lo stipendio per un anno. Dal punto di vista professionale però ho conosciuto due grandi allenatori come Pillon e Ventura e il mio motivatore personale Alberto. Ricordo che la prima volta che ci siamo incontrati lui mi disse che Lippi guardava anche i giocatori di B per la Nazionale e mi scrisse un biglietto con la frase "Voglio arrivare in Nazionale" che tutt'ora conservo nel mio portafoglio. Lui lavora per tirare fuori il meglio di me e sulla numerologia, per questo uso sempre la maglia numero 19, secondo lui mi da protezione e forza, cosa a cui all'inizio credevo poco ma che ora non posso fare a meno di seguire. Lo chiamo tutte le volte prima di scendere in campo, lui mi da una forza incredibile". Sull'esperienza mondiale: "Il 3 marzo, giorno del mio debutto con l'Italia, la mia vita è cambiata. Il pomeriggio ho scritto una lettera in cui mi son sfogato, e alla fine ho pensato che fossi li perchè me lo meritavo. Peccato per gli zero minuti al mondiale, pensavo di giocare contro la Slovacchia ma comunque con mister Lippi il rapporto è ottimo, come con il nuovo ct Prandelli che ha stili diversi. Peccato perchè non ci aspettavamo un'eliminazione così prematura". Si apre poi sul lato sentimentale: "Con la mia ragazza, Martina Maccari, abbiamo deciso di andare a convivere l'anno scorso. Lei prima faceva la modella di alta moda ma ha deciso di chiudere con quel lavoro. Per lei mi sono fatto tatuare a Treviso, nel mio momento peggiore, una frase che ripeteva suo nonno "Per aspera ad astra", ovvero "Attraverso le difficoltà si arriva alle stelle" ". Sguardo al Bonucci bambino e i suoi idoli: "A casa avevo un poster di Del Piero e una foto con il mio concittadino Peruzzi, io sono sempre stato juventino. Quando dissi che volevo tornare all'Inter era solo per gratitudine al club che mi ha lanciato ma ricordo che al gol di Mijatovic che ci fece perdere la Champions del 1998 piansi e per la mia Cresima mi son fatto regalare il completo della Juve blu con le stelle sulle maniche, lo conservo ancora se volete vedere per crederci...". Infine sul presente e futuro juventino ed azzurro: "Quando sono arrivato mi son sentito subito in famiglia, incontrare un Agnelli come il presidente è il massimo solo che con lui il rapporto sembra esserci da una vita. So che devo ancora migliorare, la coppia del Milan, dell'Inter e Chiellini mi sono ancora superiori, senza dimenticare il duo Burdisso-Juan. La Juve è il top, so che a gennaio mi ha cercato il Manchester City e recentemente lo United. Quando però è arrivata l'offerta dei bianconeri non ho avuto dubbi, qui crescerò ancora e nel 2012 mi vedo assieme a Chiellini, Ranocchia e Bocchetti a formare il pacchetto dei centrali ai prossimi Europei. Il mio desiderio ora è essere il miglior acquisto della Juve".