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Del Neri: "Siamo una squadra di qualità, una Nazionale. Felipe Melo è il leader"


© foto di Daniele Buffa/Image SportGigi Del Neri è stato nella giornata di ieri ospite della redazione di Tuttosport. L’allenatore bianconero ha rilasciato una lunga intervista, nel corso della quale ha toccato diversi temi. Ecco alcune dichiarazioni che la redazione di TuttoJuve.com vi propone: “Come superare la Samp? A centrocampo sono in tre e noi dovremo essere bravi a metterli in difficoltà allargando sugli esterni. Iaquinta è pronto mentre Amauri, la cui assenza a Bari ha pesato, potrebbe rientrare in Europa League”. In tanti invocano una presenza forte nella spogliatoio e in campo: chi è il leader della Juve? “Per quanto ho visto in questi primi me si, Felipe Melo è un leader. Io non ho motivo di lamentarmi, anzi. E che Felipe scherzi nello spogliatoio mi sta benissimo”. L’anno scorso però non è stato un esempio fuori dal campo: “Che male c’è ad andare a farsi una pizza con gli amici? Parliamo di ventenni o poco più. Sicuramente dei ragazzi pri vilegiati, ma essere giocatori dalla Juve comporta anche delle rinunce. Prendete il ritiro di Pinzolo, per i giocatori era impossibile uscire a farsi una passeggiata. Sarebbero stati “travolti” dall’entusiasmo dei tifosi. Idem a Varese. Questo non capita ai giocatori di altre squadre, che possono tranquillamente concedersi un po’ di svago tra un allenamento e l’altro. Lo sottolineo perché tra ritiri e partite, i giocatori della Juve di spazio per il privato ne hanno davvero poco”. Parlando di centrocampisti il pensiero corre rapido ad Alberto Aquilani: “Sta bene, ma una cosa sono gli allenamenti, sempre controllati, e un’altra la partita dove non controlli proprio nulla”. Sempre Aquilani in una intervista a Tuttosport ha paragonato Del Neri a un suo conterraneo, Fabio Capello: “Le origini sono quelle. Ho visto la foto del sottoscritto ragazzino che Tuttosport ha pubblicato ieri. In quegli anni giocavamo nei settori giovanili di due squadre rivali e poi entrambi siamo finiti al la Spal. Io e Capello abbiamo avuto ot timi maestri. Il suo lo era davvero. Parlo del padre Guerrino, maestro elementare e di calcio, a cui invecchiando Fabio somiglia sempre di più". Ed ecco la somiglianza principale: il rispetto delle regole che “sono alla ba se di qualsiasi sport di gruppo. Se uno gioca a golf, piuttosto che a tennis, può parlare in prima persona e concedersi un individualismo sfrenato. Nel calcio invece si usa il “noi”. Sono il primo a far lo, quasi sempre, nelle interviste. E met to il concetto di gruppo davanti a qual siasi considerazione. La prima cosa che chiedo ai miei giocatori è di essere sem pre disponibili nei confronti di chi si tro va in difficoltà. Apprezzo molto quando nell’Nba i giocatori corrono ad aiutare il compagno finito a terra, aiutandolo a rialzarsi”. Non si può parlare di mercato: “Anche a me piacciono i grandi campioni: il Milan ha fatto come la Juve l’anno scorso, ma sbaglia chi sottovaluta il nostro mercato. Ho in mano una Nazionale e una squadra di grande qualità. Certo, a livello tattico c’è da migliorare, ma le prossime settimane in cui staremo tutti assieme saranno importanti e decisive”: Qual è la squadra più forte? L’Inter, che deve solo riprendersi dalla sbornia di vittorie".