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Rivera: «Nedved sarà uno scopritore di grandi talenti»


 Pronto un ruolo di alto profilo nella società per l'ex giocatore della Juve
Tutto sulla Juventus TORINO, 12 settembre - Il conto alla rove­scia è già iniziato. I tifosi non vedono l’ora di scorgere la zazzera bionda di Pavel Ned­ved accanto a quella del pre­sidente Andrea Agnelli. Per il ceco è pronto un ruolo di al­to profilo in società. Il mondo del calcio si appresta a riac­coglierlo. Dubbi sul suo con­to ce ne sono davvero pochi. «In campo era un esempio e di calcio ha sempre capito parecchio. Non faticherà a cambiare ruolo», ripetono in coro dirigenti e ex compagni d’avventura.VALORE AGGIUNTO - «È una persona intelligente e molto preparata. Pavel a li­vello tecnico potrebbe occu­pare qualsiasi ruolo». L’inco­ronazione è di Luciano Mog­gi, suo direttore generale nei primi anni di Juventus. In­sieme hanno vinto tanto, tra i due c’era grande feeling. «Da giocatore - racconta l’ex dg - Nedved si confrontava spesso con l’allenatore sulla partita e sugli avversari. Ec­co, potrebbe utilizzare questa sua qualità anche in un ruo­lo dirigenziale». Moggi ha le idee piuttosto chiare: «Come lo impiegherei io? Come uo­mo che va a seguire certi gio­catori e fa da collante tra spo­gliatoio e società. È sempre stato un leader e il carisma è una qualità che non si perde. Pavel è un bravo ragazzo, nel calcio può stare ovunque». PALLONE D’ORO - Gianni Rivera come Pavel Nedved ha vinto il pallone d’Oro. Pri­ma del campione juventino ha intrapreso la doppia car­riera. Stella del Milan, poi dietro la scrivania dal ’79 all’86. E dal 4 agosto è diven­tato Presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Figc: «Nedved dirigente alla Juventus? In quanto ex cam­pione di calcio capisce senz’altro. È sempre stato un professionista e questa è una qualità che uno si porta dietro in qualsiasi attività». La mia esperienza?: «Mi ac­corsi subito che erano due ruoli completamente diversi, però non ebbi difficoltà ad adattarmi. Auguro a Nedved di ripetere anche da dirigen­te i successi ottenuti da cal­ciatore». Percorso simile an­che quello di Sandro Mazzo­la, attaccante dell’Inter negli anni ’60 e ’70. Da dirigente ha lavorato per i nerazzurri, ma pure per il Genoa e il To­rino: «L’esperienza di gioca­tore, se l’hai fatta ragionan­doci, può essere importante. Sarà così anche per Nedved, che è stato un calciatore esemplare». Consigli?: «Beh, io i primi anni ho cercato di imparare. Col tempo ho por­tato qualche novità. Pavel è uno che ha girato il mondo e può arricchire il club. Alme­no inizialmente lo vedrei a seguire i campionati stranie­ri, poi dipenderà dalle sue idee». Mazzola è fiducioso, «di scontato però non c’è nulla. In tanti non sono riusciti a confermarsi dietro la scriva­nia. Nedved era umile e si al­lenava molto. Sono tutte qualità che gli ritorneranno utili».