juveland

Del Piero a tutto campo sul Corriere dello Sport


© foto di ALBERTO LINGRIAAlessandro Del Piero ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport toccando diversi temi: presente, passato e futuro si mescolano in una piacevole chiacchierata. "Che effetto mi ha fatto sentire Delneri dichiarare che la Juve non può competere per lo scudetto? Del Neri ha chiarito subito quello che voleva dire e io sono con lui. E' cominciato un nuovo corso, la Juventus ha cambiato tutto: giocatori, dirigenti, staff tecnici e anche i medici. Stiamo lavorando per consolidare le fondamenta della nuova costruzione. Ribadisco: fondamenta. La partita contro l'Inter ci dirà a che punto siamo. Quello della Juventus un mercato di basso profilo? La Juventus ha cambiato dieci giocatori e a me sembra un salto importante.  Krasic, ad esempio, è un grande giocatore: quanto mi ricorda Nedved... Il processo di ricostruzione è lungo e difficile. Abbiamo portato a Torino ragazzi di buona qualità che hanno una grande voglia di affermarsi. E' molto bello e importante avere un'anima fortemente italiana.  Se Marotta è l'uomo giusto per il nostro progetto? Ho avuto molti colloqui con lui che hanno toccato molti aspetti della mia vita pro fessinale e della vita juventina in generale. E' un uomo preparato, ho avuto impressioni positive. Le mie dichiarazioni sulla volontà di giocare nel nuovo stadio e di andare avanti fino a 40 anni? Al settanta per cento le cose che avevo detto si sono realizzate. Il restante trenta per cento? Bisogna aspettare perchè altri eventi debbono maturare. Lo stadio non è finito e non ho ancora 40 anni. Se a giugno andrò a giocare negli USA? Sono anni che si parla di un mio trasfe rimento in America, non è una novità; forse perché mi piace andare in vacanza negli States..Sto bene qui e ho voglia di continuare a giocare. So che da qui a "X" anni arriverà una fine di carriera, ma "X" anni non sca­dono a giugno. Il rinnovo? Adesso no, ma un momento di incontro me lo aspetto. Magari più avanti. Il mio rapporto con Ferrara? Non ho motivo di coltivare rancori nei confronti di Ciro. Lui non so. E’ vero che da quando Ferrara ha smesso di giocare ci sia mo frequentati poco. Sono falsi invece i pro­blemi che, secondo alcuni, sarebbero sorti tra noi lo scorso anno. A Ferrara auguro di tornare a lavorare presto per dimenticare in fretta la brutta stagione dell’anno scorso. Ma brutta per tutti, non solo per lui.  La Juve post calciopoli?Dopo la promozione in A abbiamo fatto due anni straordinari. Un terzo posto con qualificazione in Champions League e addi rittura il secondo posto l’anno successivo. Sono state grandi imprese ma sono state di menticate oppure poco apprezzate. Pur­troppo è andata male l’anno scorso. Adesso abbiamo cominciato una nuova storia. Andrea e John sono miei coetanei li conosco bene, siamo figli della stessa epoca. Bene, credo che An drea abbia raccolto nel modo corretto lo spirito che ha generato l’accordo con John di caricarsi sulle spalle la responsabilità Ju­ventus. La loro è stata una scelta oculata. Sono due ragazzi in gamba che hanno nelle mani i destini di tante persone. Nella Juventus hanno messo la faccia ma anche per­sonalità, idee, entusiasmo. Vedo solo positi vo nella loro opera.  Come è stata presa la cessione di Diego? So che siamo rimasti tutti dispiaciuti perchè Diego è un ragazzo che si è sempre comportato be ne dando tutto se stesso. Come giocatore inoltre ha grandi qualità. Sono al di fuori da certe situazioni quindi è difficile a volte comprendere le scelte della società. Lo ripeto ancora una volta: tutto quello che è successo alla Juventus in questi ultimi tempi è figlio legittimo di quello che era succes­so nel 2006. La parola erede non mi piace e credo che non piaccia nemmeno a Cassano l’idea di diventare il mio erede. Erede di cosa? Antonio è unico nel suo genere e mi fa molto piacere vedere che ultimamente è cresciuto e maturato. In cosa deve migliorare la Juve? Trovare in se stessa la capacità di pensare a un impegno alla volta senza fasciarsi la testa.