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Juve, ecco i cinque errori che non bisogna fare più....


 Negli alti e bassi di questo avvio di campionato, le problematiche sono state mese in preventivo, ma alcune situazioni negative si ripetono con assurda puntualità. Quattro punti in classifica sono pochi a prescindere, è il peggior inizio degli ultimi decenni. E alle sconfitte non ci si deve abituare, ci mancherebbe
Del Neri chiama Martinez Tutto sulla Serie A TORINO, 26 settembre - Juve, non lo devi fare più. Negli alti e bassi di questo avvio di campionato, le problematiche sono state mese in preventivo, ma alcune situazioni negative si ripetono con assurda puntualità. Risultato? Una sconfitta a Bari, un pari con la Samp facendosi rimontare, un successo pieno a Udine, una sconfitta frastornante in casa con il Palermo giusto giovedì sera. Lo stesso Luigi Del Neri, allenatore di pallone ma non nel pallone, si è infuriato: sempre gli stessi errori. Così, si riparte da zero, o comunque da quota periscopio. Juve, non lo devi fare più. O perlomeno bisogna imparare dalle disavventure. Il resto, è materia per lo staff tecnico e per la testa dei giocatori. La classifica non può essere soddisfacente: quattro punti sono davvero pochi, senza per forza guardare all’Inter...Quattro punti sono pochi a prescindere, è il peggior inizio degli ultimi decenni. E alle sconfitte non ci si deve abituare, ci mancherebbe. Altrimenti, che Juve sarebbe? E allora sotto con il Cagliari, sotto con un’altra squadra che non ha nulla da perdere. Il blasone bianconero va picconato con prestazioni convincenti, senza pretendere la perfezione del gioco. Magari basta vincere qualche gara 1-0, banale ma salutare.1) L'INIZIO SBAGLIATO - L'inizio è fondamentale. Se parti col piede giusto, è tutta un’altra Juve. Lo ha ammesso anche Giorgio Chiellini, dopo il ko con il Palermo: «Abbiamo avuto un approccio sbagliato alla gara, è mancata quella feroce concentrazione che c’è stata a Udine». Questione di mentalità. Sì, la nuova Juve deve assimilare una mentalità vincente, quella che ha caratterizzato oltre cento anni di storia. Una grande squadra è sempre affamata, concede poco all’avversario, soprattutto non conosce il vocabolo "rilassamento". Sempre sul pezzo, sempre a pancia vuota. Ogni zona del campo va presidiata con cattiveria, con determinazione, con raziocinio. Sbagliare l’approccio, poi, può condizionare l’intero match. Basta un attimo, e ti sfugge Pinilla, ti sfugge Pozzi, ti sfugge Pincopallo. Ora, a costo di ripescare il famoso discorso di Al Pacino-Tony D’Amato in "Ogni maledetta domenica", il concetto è lampante: «Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce».2) DIFESA TROPPO ALLEGRA - Facile dare addosso a una difesa che ha beccato un gol dal Bari, tre dalla Sampdoria, tre dal Palermo: totale 7 in 4 partite di campionato. Normale ricordare anche che la fase difensiva è affare di tutti, non solo dei quattro in linea. E se non li proteggi, i difensori, li esponi all’uno contro uno. E li metti nella condizione peggiore. Vero è che qualche tempo fa, nel miniritiro di Varese, lo stesso Del Neri aveva specificato: «Voglio una difesa integrata al resto della squadra, dove tutti partecipano. Ma voglio anche una difesa che sappia cavarsela da sola». Rimane impresso il rimbrotto di Bonucci a Motta, giovedì sera, con il centrale che imputa al compagno il fatto di non essere salito tenendo così in gioco Pinilla. Insomma, non proprio quisquilie. Ok, sbagli di un singolo, sbagli di squadra, sincronismi da perfezionare. Nulla di irrimediabile, nulla che possa portare a una bocciatura: sarebbe davvero prematuro dare questo tipo di giudizi trancianti, però è altrettanto vero che non si può continuare a sbandare, perché se finisci nel precipizio.