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i soliti bastardi della cacchetta rosa....


Milos Krasic e i soliti sospettiLa Gazzetta dello Sport colpisce ancora.
© foto di Alberto MarianiNon si capisce proprio perché un giornale come la Gazzetta dello Sport voglia continuare a cercare di seminare dubbi e malignità anche dove e quando non ce n'è assolutamente la necessità. In un articolo a firma G.B.Olivero (sulla splendida prestazione del Cobra Serbo di domenica sera), a un certo punto si legge testualmente:"(omissis) Ci sono dei punti di contatto oggettivi: i capelli (con Nedved, nda), la non originalissima scelta dei nomi dei bambini, la corsa sciolta ,la velocità (tranne nella saletta dell'antidoping: ieri sera ci ha messo un bel pò...) (omissis)".Bene; giusto per fare informazione, diciamo subito che abbiamo salvato l'articolo in questione (andasse mai a finire che non è disponibile "per motivi tecnici"...). E sottolineiamo che non è perché costoro hanno notevole "peso" che possono permettersi questo tipo di atteggiamenti; la battuta sulla questione della presunta "velocità mancata" di Krasic nella saletta antidoping è faziosa; non tutti sanno quanto tempo certe sostanze restano attive nell'organismo (ben più di tre/quattro ore, chiedere delucidazioni all'ape furibonda di Cannavaro!), e quindi c'è la chiara intenzione di insinuare, di voler tentare di protrarre il gioco al massacro dell'immagine della Juventus, inserendo nella stesura dei "pezzi" piccoli sottointesi, pronti per il lettore che non aspetta altro che leggere secondo una chiave di lettura deviata (dai media, nel tempo).Il vento sta cambiando ed è cambiato; ne sa qualcosa proprio la Gazzetta, il cui rapporto con il club BiancoNero non è idilliaco, per presa di posizione dei vertici societari. Ne sanno qualcosa i tifosi, che hanno fatto perdere circa il nove per cento delle vendite alla testata in questione (dati recenti alla mano). Ne sappiamo qualcosa noi, che dobbiamo continuare a leggere certe insinuazioni. Non è serio gettare l'ombra del dubbio (in modo elegante, con finezza, quasi impercettibile) su un giocatore (appena diventato padre, tra l'altro...) e inasprire e inacidire ancora di più un clima che, di per sé (e sempre grazie anche alla Gazzetta) da Farsopoli è diventato insostenibile.Questa volta non dobbiamo chiedere scusa a nessuno; verba volant, scripta manent dicevano i latini. E quell'articolo è lì, scritto, e solo da essere letto. Non abbiamo alcuna intenzione di cominciare una "guerra mediatica" né fredda né calda, ma pretendiamo il rispetto dovuto alle persone che mai hanno fatto parlare male di sé.La cultura dell'inseminazione del sospetto, anche se solo sottointeso e piccolo, è tipica di chi non ha altri argomenti per attentare all'immagine di qualcuno, per cercare di "intaccarlo", di "danneggiarlo", di metterlo in difficoltà e condizionare lui e l'ambiente che ha intorno; e, per un giornalista, la cosa è grave.Ora siamo noi ad aspettare le scuse per un atteggiamento che tende al diffamatorio (in modo innocente, certo, era solo una constatazione la questione della lentezza di Krasic nella saletta antidoping...beh, bastava scrivere "veloce tranne che a raggiungere i microfoni di sky"), ed è lesivo all'integrità d'immagine di Milos Krasic. Perché, si sa, si comincia "nel piccolo" e poi, dopo aver cominciato la semina, si insiste. E "da qui" non si passa più, neanche con cose piccole e apparentemente innocenti. Il suggerimento, da adesso, è di pensarci molto bene prima di schiacciare i tasti per scrivere un articolo sulla Juventus, e di mettere la stessa attenzione quando si parla ai media. Il tasto REC è sempre acceso, piaccia o non piaccia.Link all'articolo: http://i54.tinypic.com/r0qnmd.jpg