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Nedved, test da dirigente: «Juve, fuori si soffre di più»


 Pavel: «Non so se Krasic sia uguale a me, questo dovete dirlo voi. Però è bravo, e questo è molto importante». L'ufficializzazione dell'incarico in società dovrebbe arrivare a fine mese
FOTO: Pavel in tribuna VOTA: Juve convincente? FOTO: Spettacolo a San Siro! Del Neri soddisfatto MILANO, 4 ottobre - Un “convocato” speciale, ieri sera a San Siro: Pavel Nedved. Non titolare, nemmanco in panchina. Ma nei pressi (pressi della panchina, si intende). Intento - nel prepartita - a colloquiare con il presidente Andrea Agnelli, a confrontare impressioni con Alessandro Del Piero, a dispensare consigli ai giocatori juventini. Poi, chiaramente, intento a soffrire, partecipare moralmente, tifare. Un Nedved particolarmente coinvolto, insomma. In veste di ex (giocatore) bianconero, nonché di futuro (dirigente) bianconero. Non di meno, di nerazzurro mancato: visto che al termine dell’ultima stagione alla Juventus, era il maggio 2009 - preso atto delle... difficoltà (chiamiamole così) emerse circa la possibilità di rinnovare di un altro anno il contratto con la società di corso Galileo Ferraris - il ceco decise di declinare gentilmente le lusinghe e le pressioni che faceva Mourinho pur di convincerlo ad indossare la maglia dell’Inter. La risposta fu secca: no grazie, ho troppo rispetto per il popolo juventino. E giù di tripudio della piazza. IL RITORNO - Facile intuire, dunque, quanto Nedved sperasse in una buona prova della Juventus a San Siro. Proprio a ridosso, oltretutto - ormai è questione di poche settimane - del ritorno del ceco nel club, in qualità di consigliere di Agnelli e di “super team manager” potenzialmente in grado di portare al gruppo quella determinazione e quella voglia di non mollare mai che ne hanno caratterizzato la carriera da calciatore. L’ufficializzazione del nuovo incarico arriverà entro fine mese. Anche se lui non si espone: «Quando sucecderà? Non so, Andrea Agnelli è un amico. Per ora posso dire che mi ha fatto immensamente piacere l’invito alla partita».L’EREDE - Poi la classica domanda, vale a dire quanto pesi ­per Nedved - l’assenza dal calcio giocato. Lui ci scherza su: «Beh, ora che sono qui a ridosso del campo pesa ancora di più il fatto di non poterci entrare...». Infine, ai microfoni di Sky, un ri­ferimento al suo possibile, potenziale erede: «Non so se Krasic sia uguale a me, questo dovete dirlo voi. Però è bravo, e questo è molto importante».