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Altro che Cupola: gli errori pro-Juve li evidenziano De Santis e Racalbuto... Vi sembrano devoti?


 Buoni e cattivi, da premiare o da condannare a seconda di come dirigono la Juve. Per i pm chi fa­vorisce i bianconeri viene ri­compensato. Ma questa teoria si scontra con quanto emerge dalle intercettazioniTORINO, 8 ottobre - Arbitri buoni e arbi­tri cattivi, da premiare o da condannare a seconda del me­tro che utilizzano nel dirigere la Juventus: non hanno dubbi i pm che sostengono l’accusa contro Luciano Moggi, chi fa­vorisce i bianconeri viene ri­compensato arbitrando e, quindi, guadagnando di più, chi invece fischia contro viene danneggiato. Ma questa teoria si scontra con quanto emerge dalle intercettazioni e dai ri­scontri della difesa che ribalta le argomentazioni degli inqui­renti. PAGATO CARO - Prendiamo come esempio Roma-Juventus del 5 marzo 2005, una delle partite incriminate, persa dai giallorossi per 1-2 tra le prote­ste per la direzione di Salvato­re Racalbuto (assistito da Pi­sacretae Ivaldi, quarto uomo Gabriele): decisivo un rigore assegnato ai bianconeri per l’atterramento di Zalayeta, che avviene però fuori area. Racalbuto si consulta anche con Pisacreta, ma concede ugualmente il tiro dal dischet­to, che permette alla Juventus di raggiungere il Milan in vet­ta alla classifica. Da una inter­cettazione tra Racalbuto e il suo grande amico De Santis, durante e dopo la partita, emergono subito gli sbagli commessi dal direttore di gara, che appare preoccupato per le conseguenze e non contento per aver favorito la Juventus. Ecco la telefonata durante l’intervallo De Santis: «Questi si attaccano un po’ troppo. Ci poteva stare l’ammonizione su Del Piero all’inizio». Racalbuto «Il rigore è dentro o no? Con­tinuano a dire che il fallo è fuori». DS: «E’ dentro, ma devo rivedere...» R.: «Dicono che il gol di Cannavaro è in fuorigioco». Ds: «E’ in fuorigioco». Alla fine di Roma-Juventus i due arbitri si riparlano. DS: «Salvatore, dieci volte ho rivisto il rigo­re, non so dirti se è dentro o fuori. Però c’è il fuorigioco di Ibra quando riceve palla...» R.: «Ah». DS: «Sì, poi passa la palla a Zalayeta e subisce il fallo. Zalayeta sta a cavallo del­la riga, l’impatto c’è la sulla seconda gam­ba. Sul gol, Cannavaro invece è in fuorigio­co, sta davanti di un metro».R.: «Addirittura». DS.: «E poi il gol di Ibra è buono, era diffi­cile vedere, ma sta in linea con il pallone».R.: «Mia moglie mi diceva che hanno mar­tellato sulla gestione». DS.: «Ti hanno dato addosso sui tipi di fal­li, secondo me non potevi fare nulla. Alla fi­ne i casini li hanno fatto i guardalinee». L’errore costa parecchio a Ra­calbuto, che rivede la serie A dopo 10 turni - con un manca­to guadagno di circa 50 mila euro - e due mesi e mezzo tra­scorsi a casa: meno male che chi favorisce la Juve non viene penalizzato. Invece, il guarda­linee che lo ha (mal) consiglia­to non viene neppure indagato. SUL BANCO - Intanto venerdì scorso, a Napoli, l’arbitro De Santis ha stilato la lista dei te­stimoni e tra questi compaiono anche due giocatori che, nella stagione 2004-05, erano alla Juventus. Si tratta di Alessan­dro Del Piero (che indossa an­cora quella maglia) e di Zlayan Ibrahimovic. Sono chiamati in causa per Lecce-Juventus del 14 novembre 2004, finita 1-0 a favore dei bianconeri. Se­condo l’accusa, De Santis, che diresse la gara, favorì la Juven­tus perché fece disputare la partita anche se il campo era diventato un acquitrino. Ecco l’intercettazione tra De Santis e l’ex designatore Pairetto. Pairetto: «Che campo c’era? C’era Ze­man che rompeva, cosa voleva?» De Santis: «Che un terreno così era ir­regolare. I giocatori erano tutti tranquilli, non c’è uno che ha detto il campo... Certo il Lecce che gioca più in velocità e sovrap­posizione è penalizzato. Sono andato pri­ma nello spogliatoio del Lecce e ho chie­sto cosa ne pensavano, ho fatto la stessa cosa con la Juve. Nessuno ha chiesto du­rante la partita “controlliamo”. Alla fine poi, è normale recriminare sul campo».