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Marotta esclusivo: «Ecco la Juve che verrà»


 Intervista al dg bianconero: «Agnelli e Del Neri, Del Piero e Chiellini, Krasic e Dzeko, Cassano e Diego, Platini e Buffon, Aquilani e Sissoko, lo scudetto e l’Europa League: vi dico come la penso»
VINOVO (TORINO), 8 ottobre - Beppe Marotta, perché un bambino che si avvicina og­gi al calcio dovrebbe inna­morarsi della Juve, invece che dell’Inter, del Milan, ecc. «Intanto parliamo di una vec­chia, ma bella Signora, capace di conquistarti con il suo fasci­no. Poi per la forza della sua storia, che esercita un richia­mo fortissimo nelle generazio­ni vecchie e nuove». Si sentirebbe di prometter­gli un futuro di gioie e tro­fei? «Sì, perché la Juve ha nel suo dna la vittoria. A cui non si ar­riva solo con i soldi, ma co­struendo modelli vincenti. Co­sa che abbiamo iniziato a fa­re». La nuova Juve è sicuramen­te più simpatica, ma saprà essere determinata nell’in­seguire il successo come fu­rono quelle del passato? Pensiamo alla presidenza Boniperti... «Sicuramente. La presidenza di Andrea Agnelli è sinonimo di continuità con le grandi so­cietà del passato. Non a caso il presidente ha puntato al mas­simo della professionalità, in­serendo ogni persona al posto giusto». RINNOVI E DEL NERI - Chiellini sostiene che per tornare al top serve qualche anno. «Non ci siamo dati un termi­ne, ma un modello preciso. Ab­biamo abbassato l’età media e attuato un contenimento del costo del lavoro. Insomma, re­gole precise per farci trovare pronti all’entrata in vigore del fair play finanziario». Il programma di Michel Pla­tini troverà una sicura applicazione? «Assolutamente sì. E’ fonda­mentale per far sì che i club non incappino in disastri eco­nomici, in improvvisi fallimen­ti. E per far sì che a prevalere siano le società più sane». Tornando a Chiellini, il suo rinnovo è cosa fatta? «Siamo a un ottimo punto». A fine stagione scadrà pure il contratto di Del Piero... «Posso dire che Alex è un gran­de professionista e che la Ju­ventus ha davanti tutto il tem­po necessario per fare, in sere­nità, le valutazioni del caso». La squadra costruita in estate è una macchina da gol e, oggettivamente, pa­recchi ne concede. si aspet­tava tutto ciò? «Nell’ambito di un rinnova­mento che ha portato dodici nuovi giocatori nella rosa, pos­sono crearsi situazioni impre­viste e imprevedibili. Ma la Ju­ve ha la fortuna di essere gui­data da un allenatore come Del Neri, abilissimo nel far cre­scere il gruppo, nello sfruttare le risorse. Il tempo rappresen­ta un buon viatico per raggiun­gere un maggiore equilibrio». VERO ESAME - I progressi contro City e In­ter ci sono stati, ma si è trat­tato di due match in cui la concentrazione non andava sollecitata. «E’ proprio così. Nelle ultime due partite abbiamo dimostra­to un ottimo approccio, la do­vuta attenzione tattica, grandi doti agonistiche. Ora dovremo essere bravi a continuare in partite di minore appeal. Il ve­ro esame per misurare le no­stre ambizioni arriverà alla ri­presa dopo la pausa per le na­zionali». Addetti ai lavori attenti co­me Luca Vialli e Gino Pozzo sostengono che siete in cor­sa per lo scudetto. «Rispondo che l’Inter si presenta come un gruppo costrui­to nel tempo e questo ti regala forza. Però non è che si possa sempre vincere. Il concetto di vulnerabilità vale pure i nerazzurri».