© foto di Tommaso LoretoClaudio Gentile, ex bandiera bianconera ed ex ct della nazionale Under 21, ha parlato in esclusiva ai microfoni de ilsussidiario.net della situazione attuale della Juventus. Prima di scendere nei particolari juventini, Gentile ha però parlato della sua vita e della sua uscita dal mondo del calcio: "Guardi, in Italia non è sufficiente fare risultati: bisogna - afferma Gentile - appartenere a qualcuno. Quando si fa avanti qualche squadra, intervengono sempre delle terze persone che remano contro. C'è la mia volontà di tornare ad allenare, ma c'è anche la volontà di tanti che non mi ritengono dalla loro parte". Poi si passa all'argomento Calciopoli, che tiene banco dopo l'uscita delle nuove intercettazioni riguardanti l'Inter: "Sinceramente - spiega - non so più a chi credere. Emerge che le responsabilità non erano solo di una persona: tutti telefonavano, ma si è voluto colpire solo una maglia. Alla fine tutti sono responsabili. I tifosi bianconeri non furono d'accordo alle scelte societarie nel 2006, ma purtroppo in certi casi si devono prendere delle decisioni impopolari; è inutile però pensare al passato, bisogna guardare avanti. L'importante è che la società bianconera esca bene da questa vicenda". Sul fronte nazionale Gentile non si sbilancia più di troppo, giudicando la gara contro l'Irlanda del Nord "senza infamia e senza lode. Il pareggio ci accontenta, ma non abbiamo fatto una grande prestazione. C'è anche una spiegazione, cioè che molti devono ancora assimilare gli schemi di Prandelli. Siamo primi nel girone e va bene così". Ma, secondo Gentile ci sono talenti giovani in Italia? "Da quanto ho letto - afferma Gentile - anche Prandelli in campionato non ha ancora visto fra i giovani nessuno per cui esaltarsi. Mi è sembrato un po' sorpreso di questo fatto". Passando poi alla Serie A e alla Juventus, che è sempre nel cuore di Gentile, l'ex bianconero afferma: "E' una squadra «che sta crescendo con due pareggi fuori casa che fanno ben sperare. Sta trovando il giusto equilibrio, soprattutto per la ritrovata condizione di alcuni giocatori: mi piace sottolineare l'apporto di Felipe Melo, un calciatore ritrovato. In difesa si critica Bonucci ma la colpa non è mai di uno solo: la colpa è del reparto. Nelle prime gare era mancato il supporto del centrocampo, adesso c'è una certa solidità. Resta un ragazzo di grandi prospettive, che deve crescere, altrimenti diventa l'imputato principale". La Juventus, infine ha in mano il cartellino del giovane Ariaudo ma, secondo Gentile è meglio dargli tempo se non si vuole rischiare una delusione.