Il pm Narducci e le sue strane quanto inopportune uscite in pubblico.
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.comRiprendiamo oggi una notizia apparsa ieri su Il Mattino, storico quotidiano di Napoli, che il pm Giuseppe Narducci, capo dell'accusa nel processo su calciopoli che si sta svolgendo in questi mesi nella città partenopea a carico di diversi imputati tra cui Luciano Moggi, presenzierà all'Hotel Mediterraneo a Napoli il libro dello scrittore argentino Pablo Llonto intitolato "I mondiali della vergogna" in cui lo stesso pubblico ministero ha composto la prefazione e se ben ricordate fece una memorabile promozione in un pomeriggio di fine giugno negli studi di Sky Sport 24 con annesso lo sventolio di un sistema accusatorio "solido e inattaccabile" senza nessun contraddittorio. Fin qui nulla di strano se non che come ospite dell'incontro vi sia tale Zdenek Zeman. Si, proprio lui l'inquisitore massimo di quel fantomatico sistema Moggi che lo voleva bastonato e ai margini salvo poi rivelarsi incapace di dimostrare tutto ciò una volta giunto a testimoniare in tribunale. "E' andato così così Zeman" gli confermò il giudice Teresa Casoria per nulla convinta della versione dei fatti che il tecnico boemo riferì quel giorno sotto giuramento, ma tornando all'incontro diciamo che ognuno è libero di far ciò che vuole ma nel rispetto delle parti. Ora che un pubblico ministero abbia contatti così diretti e quasi intimi con gli "accusatori" in questione non ci sembra una cosa normale, un legame che va al di là del semplice rapporto professionale pare e che non è la prima volta che accade. Ricordate cosa avvenne lo scorso fine maggio? Ancora presentazione del libro e parterre de roi per l'occasione: presenti il colonnello Attilio Auricchio (capo delle indagini), Javier Zanetti e Massimo Moratti. "Che triplete!" si disse all'epoca ma il nodo cruciale di quell'incontro fu un altro, ovvero la definizione che il presidente dell'Inter diede di Auricchio e Narducci: "Sono degli amici". E' normale che chi tragga nemmeno tanto indirettamente vantaggio da una situazione come quella del 2006 sia amico proprio per definizione del diretto interessato di chi sta agendo penalmente contro il concorrente finito nell'occhio del ciclone delle indagini? Già abbiamo appurato il legame Auricchio-Baldini (altro accusatore senza prove della farsa in atto). A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, e il brutto è che per questo "gruppo di amici" tutti noi stiamo pagando. E non in senso figurato ma concreto.