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Calciopoli, Meani: «Volevo regalare agli arbitri altri orologi»


 Altre intercettazioni dalle 11.000 del Milan: Meani fra regali agli arbitri e richieste degli assistenti: «Mandami ancora Ambrosino». Al processo di Napoli, le difese chiederanno l’acquisizione di altre 300 telefonate ritenute «irrilevanti» all’epoca delle indagini di AuricchioTORINO, 20 novembre - Leonardo Meani, l’ex addetto agli arbitri del Milan è il protagonista di questo scorcio del processo napoletano di Calciopoli. Perché il riascolto delle intercettazioni da par­te delle difese è arrivato alle sue 11mila telefo­nate. E nei Meani’s files le star sono i guarda­linee, la sua “specialità”. Vengono richiesti i preferiti al designatore, banditi quelli sgraditi e vengono coccolati, con telefonate, attenzioni e regali. Come i famigerati orologi, già oggetto di molte attenzioni nel 2006. In questi giorni è emersa una chiamata “inedita” sull’argomen­to. LA TELEFONATA - Meani chiama Galliani sul suo numero di via Turati. Risponde, al solito, la signora Mary, segretaria dell’amministratore delegato mila­nista e l’addetto agli arbitri milanista spiega a lei la questione: «Volevo regalare agli arbitri che vengono domani i soliti orologini, ma alcu­ni di loro l’hanno già ricevuto e quindi il ma­gazzino potrebbe crearmi dei problemi». La si­gnora Mary risolve tutto: «Dica pure di man­dare a me e firmo l’autorizzazione». REGALI - La chiac­chierata non è una prova di nessun terribile reato. I regali di qualsiasi natura agli arbitri sono, di per sé, sconvenienti, ma gli orologi di cui sopra non sono Rolex da migliaia di euro, ma cronometri digitali dello sponsor tecnico del Milan, roba da un centinaio di euro. Vale co­munque la pena ricordare che nel processo sportivo Massimo De Santis venne accusato, fra l’altro, di aver chiesto e ottenuto una ven­tina di magliette della Juventus da girare a parenti e amici.