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Marotta-Preziosi, che scintille nel terzo tempo!


  Il presidente del Genoa: «Hai fatto il furbo, le tue lacrime funzionano!». La risposta: «Sbagli su tutto»GENOVA, 22 novembre - Se nel rugby il terzo tempo e quella splendida abitudine per cui al termine della partita vincitori e sconfitti si vanno a fare una sana bevuta insieme, nel calcio no. Nel calcio il terzo tempo resta quel pessimo vizio per cui nel dopogara chi ha perso, spesso, troppo spesso, invece di riconoscere i propri limiti e i meriti dell’avversario, insegue alibi e scuse per giustificare il risultato. Anche a Marassi, dopo Genoa- Juventus, l’ennesimo atto di questa commedia ormai trita e ritrita. A cercare l’occhio di bue per attirare l’attenzione sotto i riflettori stavolta si presenta il presidente el Genoa, Enrico Preziosi. Per il numero uno rossoblù, stringi, stringi, la gara è stata vinta per gli aiuti dell’arbitro e per il fatto che i suoi giocatori erano stanchi per via degli impegni infrasettimanali mentre quelli della Juventus hanno fatto i furbi. Per essere ancora più chiari ecco il suo virgolettato: «Noi evidentemente siamo stati stupidi a mandare i nostri giocatori con le Nazionali. I nostri ragazzi erano stanchi ma hanno giustamente onorato gli impegni con le proprie rappresentative in settimana. La Juventus è stata più furba, non facendo rispondere alle convocazioni né Krasic né Marchisio: avete visto come stavano male in campo... ». Poi, sulle lamentele di Giuseppe Marotta post rigore assegnato alla Roma per il mano di Pepe, identico a quello di Boa teng con il Palermo: «Evidentemente le lacrime di Marotta hanno funzionato, sono come quelle della Madonna. Difatti è arrivato un arbitro, Morganti, molto esperto, che ha una deroga, dopo questa stagione andrà in pensione e...». E... cosa? Non si capisce bene, anche perché la direzione di gara è stata chiara, come la vittoria della Juventus. La parola autocritica non appartiene evidentemente a Preziosi che nel commentare la prova dei rossoblù dice: «I due gol presi sono stati due gol stupidi. La Juventus non si può certo dire che ci ab­bia preso a pallate. Non ha fatto cinquanta tiri in porta. Certo che però quello messo in campo dal nostro tecnico era un Genoa forse un po’ troppo coperto». MAROTTA REPLICA - A fronte di queste pesanti dichiarazioni la replica di Beppe Marotta non tarda ad arrivare. Eccola, sintetica e asciutta però al tempo stesso assai efficace: «Le mie dichiarazioni dopo il rigore assegnatoci contro la Roma per il mani di Pepe in barriera non sono state ritenute degne di deferimento quindi sono state giudicate dentro le righe. Per quanto riguarda poi i nostri Nazionali “mancati” c’è molto poco da dire. Marchisio si è presentato nel ritiro azzurro e non è stato giudicato idoneo dallo staff sanitario della Nazionale quindi è rientrato a Torino per un problema muscolare. Più di così cosa dovevamo fare? Mi sembra al di là di tutto che eticamemte sia poco sportivo giudicare una partita come quella di oggi con questi parametri. L’arbitro con la nostra vit toria sul Genoa non c’entra assolutamente niente. Mi è parso chiaro come la Juventus abbia giocato una partita migliore, riuscendo a creare numerose occasioni da rete senza peraltro prestare il fianco a contropiedi o defaillance difensive. Sono davvero molto soddisfatto di come stiamo crescendo». MAROTTA ELOGIA - Per il dirigente bianconero la Juventus non ha solo meritato, ma ha fatto un passo in avanti nel processo di ma­turazione: «Una vittoria giusta e voluta con grande determinazione. Questi tre punti fanno crescere la nostra autostima e servono a muovere in maniera decisa la classifica. Bravi tutti, da Krasic a Melo, che è una diga, ad Aquilani che con le sue geometrie ci permette di avere un gioco veloce. Dobbiamo proseguire su questo passo. A proposito di complimenti voglio poi spendere una parola per Sorensen. Il danese ha dimostrato di essere pronto entrando immediatamente nel clima partita. E vi assicuro che non è facile perché in quel momento il Genoa stava spingendo tantissimo». Che si tratti di un ragazzo con la testa sul collo, poi, non ci sono dubbi. Pensate che dopo la partita ha chiesto cosa doveva fare il giorno dopo immaginandosi già a Vinovo per un nuovo allenamento. Invece oggi anche lui si godrà il meritato riposo.