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Che scena quella volta che la moglie di Nedved chiamò Pavel: "In cucina c'è un vecchietto". Era Umberto Agnelli...


Il campione ceco rivendica con forza gli scudetti vinti alla Juve: "Ricordate quel 2-0 nel 2005, con l'Inter incapace di uscire dalla sua metà campo?".Davvero succosi gli stralci dell'autobiografia di Pavel Nedved - "La mia vita normale" - pubblicati oggi sulla 'Gazzetta dello Sport'. C'è un episodio che strappa un sorriso: "Un giorno Ivana Nedved trovò in cucina un signore che non conosceva. Si preoccupò e telefonò al marito: 'Pavel, in cucina c'è un vecchietto'. Il vecchietto era Umberto Agnelli...".Ben più seri altri passaggi del libro, come la rivendicazione degli scudetti tolti alla Juventus dopo lo scandalo di Calciopoli: "Ricordate quel 2-0 per la Juve nel 2005, con l'Inter incapace di uscire dalla sua metà campo e piegata sia in corsa, sia in qualità, sia tecnicamente, sia tatticamente? A me viene il sospetto che l'unico fine di tutto quel macello fosse quello di smontare la squadra più forte del mondo".Inedito anche lo spaccato di spogliatoio dei tempi della Lazio: "C'era gente che non si sopportava e a volte partivano scazzottate e lanci di oggetti come in un film d’azione...".Un altro episodio divertente lo racconta il coautore della biografia, Michele Dalai, descrivendo quanto accaduto nella partitella settimanale tra gli amici, cui partecipa abitualmente anche Andrea Agnelli: "Il giovedì Pavel cerca di non tirare. Una volta ha rubato palla a metà campo ed è volato sul fondo. Ha alzato la testa, ma in area non c'era nessuno: per forza, come fai a stargli dietro? Così ha tirato una mina all'incrocio. Gli avversari l'hanno guardato un po' così e lui ha fatto una smorfia: 'Non potevo fare altro...'. Poi è tornato a centrocampo. Sorridendo...".