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DISTRUTTI E SMEMORATI...


Nonostante l'accusa perda continuamente colpi nel processo su calciopoli, c'è chi ignora e chi si contraddice.
© foto di Federico De LucaSe n'è parlato tanto su queste pagine e tanto ormai è venuto a galla dopo l'ultima inequivocabile pugnalata ricevuta dall'accusa che ormai barcollante e agonizzante attende la fine di un processo che li ha visti sconfitti fin dal primo giorno. Stiamo ovviamente parlando del processo a calciopoli e dell'ultima udienza dove, martedì mattina, è stato smontato di fatto anche l'ultimo appiglio a cui il poco chiaro e per nulla attendibile (piaccia o non piaccia) impianto accusatorio dei pm Narducci e Capuano attingeva linfa che dava loro tenui segnali di vita ovvero la favola delle sim svizzere segrete. Balle! Non erano affatto segrete e non erano affatto irrintracciabili come spiegato con cura dall'ingenier De Falco chiamato a testimoniare dall'ex direttore sportivo del Messina Mariano Fabiani. Un'indagine fatta in modo tanto approssimativo e quanto in modo irritante e pregiudizievole che persino la Corte dei Conti si è schierata contro il duo Narducci-Capuano più Auricchio definendo la loro inchiesta "priva di prove e basata solo su indizi insufficienti a supporta dell'impianto accusatorio" con tra l'altro diversi "pregiudizi" nel lavoro svolto fin qui. Insomma di che stiamo parlando dato che pure un alto organo dello Stato di fatto disintegra del tutto quanto richiesto dall'accusa? Eppure c'è chi dice no e come l'ultimo dei giapponesi continua con la sua opera, c'è chi chiama "poco chiara" la vicenda delle sim svizzere ribadendo che i pm hanno nuove carte come nuovi testimoni (probabilmente Corbelli). Se queste sono le novità dell'accusa stiamo freschi e perdiamo ulteriormente tempo, d'altro canto quasi tutti stanno ignorando per esempio le nuove intercettazioni che riguardano Meani e scrivendo tre righe scarse sulla questione dei cd resi illeggibili su cui ci sarebbero le chiaccherate telefoniche tra Facchetti e Pairetto. Chissà se al posto dei due dirigenti sopra citati ci fosse stato il nome di Moggi e Giraudo... comunque nulla di nuovo nonostante l'accusa giorno dopo giorno diventi sempre meno credibile. Incredibile invece è lo sfogo mattutino all'Avvenire di Luca Baraldi, ex dirigente di Lazio, Parma, Modena e Bologna che torna a quattro anni fa e alla storiella del Moggi capo mafioso e compagnia cantante ricordando anche di essere stato testimone dell'accusa circa un anno fa nel processo napoletano. Baraldi, come già detto nell'articolo precedente, oltre alla dirigenza juventina accusa De Santis in pratica dimenticando la sua testimonianza in cui dichiarò sotto giuramento chel'arbitro tivolino non commise errori tecnici non ravvisando irregolarità. Vuoti di memoria o che altro?