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Le conseguenze dell'eliminazione europea. Problemi sul mercato per Marotta...


© foto di Alberto FornasariL’eliminazione dall’Europa League della Juventus, non può essere definita di certo benefica per la società torinese. La squadra ha perso competitività nelle competizioni europee, collezionando pessime figure e perdendo l’appeal che da sempre la caratterizzava. Se da un lato la mancata qualificazione comporta la perdita di posizioni nel ranking Uefa a squadre, con il rischio di trovarsi nella quarta fascia di sorteggio Champions in caso di quarto posto in campionato (la Juve attualmente occupa il 39° posto nel ranking Uefa), dall’altra la società torinese ha senz’altro perso tra i 5 e i 9 milioni di euro per la mancata qualificazione. Soldi, che sarebbero stati utili per l’acquisto di un forte attaccante a gennaio. Facendo due calcoli, quest’estate il presidente Agnelli ha investito ben 20 milioni di euro durante la campagna acquisti. Complessivamente, la società ha registrato 42,2 milioni per le uscite e "solo" 23,3 milioni per le entrate. Tornando alla Europa League, la Juve ha incassato fino ad ora 640mila euro che è la quota fissa di partecipazione riconosciuta dalla Uefa, 350 mila per i cinque pareggi rifilati (70 mila per ogni partita pareggiata) e 60 mila per ogni match disputato, per un totale complessivo di 1.350 mila euro. Considerate le modeste entrate, la società dovrà ricorrere a qualche cessione, se vuol acquistare un attaccante di qualità. La vittima sacrificale, sembrerebbe essere il centrocampista maliano Sissoko, valutato 10 milioni. Tuttavia le problematiche non finiscono qui. Per una punta che faccia la differenza, bisognerebbe spendere almeno 15 milioni; non è detto che ci siano degli acquirenti disposti a pagare quella cifra per Momo e, soprattutto, non è sicuro che il giocatore accetti la destinazione del miglior offerente. Beppe Marotta avrà l’arduo compito di trovare la soluzione, accontentando tifosi e tasche della società.