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Narducci fa arrestare Babbo Natale...


Una foto di Cesare Pompilio (tratta dal suo profilo facebook). Al suo fianco, il suo "idolo", Luciano Moggi.E’ Natale anche nell’aula 216 del processo di Napoli. C’è aria di festa. Abbracci. Vogliamoci bene. Relax e strette di mano. L’udienza sta finendo. Il giudice Casoria ha già rinviato tutti al nuovo anno. Si faranno udienze anche di sabato. C’è fretta, un trasferimento che incombe e una sentenza da dare. I gruppi son due. Da una parte i fumatori: Narducci, Galdi, e gli altri buoni. Dall’altra noi che del fumo in aula ne abbiamo ben donde. L’udienza è terminata, lo scambio di auguri no. E’ Natale nell’aula 216. Cesare Pompilio lo conosciamo tutti. E’ un uomo istintivo. E’ la sua forza, il suo look. Il clima lo ispira. E’ Natale e si veste da Babbo Natale. Non che prima fosse vestito meno di così. Una maglia con su scritto Moggi sotto un capello ribelle e due occhiali blu. Quando indossa la tuta rossa di Babbo Natale è ancora più bello. Ancora più discreto. Si sorride. C’è affetto. Voglia di evadere, salutare leggeri ed andarsene a casa. “Buone feste”, no, “Buon Natale a te”. Voglia di ridere. Di dirsi grazie l’uno con l’altro anche se non ci si conosce. Voglia di doni. Voglia di Babbo Natale. E’ Natale anche qui, nel processo penale. Ci si dà di gomito, si gira in tondo tra amici e nemici. C’è Babbo Natale e tutto sembra finalmente normale. Gli avvocati son ringiovaniti. Le guardie son meno guardie. I curiosi meno nemici. E’ Natale nell’aula 216. Quasi. D’improvviso scatta il pm. Galdi in cellulare bianco e sgargiante a portata di appunti resta col sigaro in mano. Noi invece di stucco. Narducci è su Pompilio. Gli dice che è pazzo, ma come osa, guardie guardie ! Lo portino fuori, che offende ed oltraggia. Si identifichi presto.Fuori si piange e si ride. Babbo Natale che mostra i documenti, che declina spaurito piccolo piccolo le proprie generalità e neanche un bambino che lo possa salvare. Pompilio si fa più vecchio mentre il Natale che poco prima per noi era festa sembra passare. “Nome ?”, “Cognome ?”. E’ un paradosso. Babbo Natale prima non esisteva se non per i bambini. Ora esiste anche per gli uomini. Narducci l’ha preso. Almeno un mito dei tanti che insegue l’ha identificato. Chissà cosa gli era spiaciuto del nostro Natale. Chissà. I sorrisi. Gli abbracci. Forse lo ha aizzato il pensiero tipo dei buoni. Il Natale ai cattivi ? Giammai. E così ha fatto. In mancanza di meglio, Narducci ha fatto arrestare Babbo Natale. Però poi si ride uguale. Pompilio è già il primo. Lo seguiamo senza ritegno e rispetto. I cattivi son questi: scemi che non capiscono il loro posto, che non stanno afflitti e nascosti nell’angolo loro, che piaccia o non piaccia continuano ad avere diritti ed auguri. Quel che è peggio, a fare da ladri il Natale degli altri.E’Natale anche a un processo così. Le guardie lasciano andare Pompilio Cesare residente a Milano e vestito a festa con le peggiori promesse. Faranno, diranno, agiranno. Narducci è placato. Giustizia è fatta. La denuncia pronta. E’ tutto scritto. Nulla da fare. Hanno scritto tutto. Per filo e per segno. L’hanno inchiodato. Sanno chi è, come si chiama. A posto così, vostro onore. Vostro Onore si fidi. Sarà loro compito portare quel nome al comando. Han preso nota e nessuno legga oltre loro. Nessuno interceda, ma soprattutto. Nessuno li fermi. Qualcuno ha visto tutto. Qualcuno ha visto scritto sul foglio nome e cognome.Nome e cognome ? Babbo Natale