juveland

Una famiglia chiamata Juventus...


glmdj
di L. BurzioNOI siamo la Juventus…Quante volte si sente pronunciare questa frase; e in effetti è proprio vero, la Juventus siamo Noi, senza distinzioni e tutti in egual misura…ma solamente noi. Noi, pochi, che, nel momento più difficile della storia bianconera, non l’abbiamo abbandonata. Noi che abbiamo preso la Vecchia Signora per mano fino a farle riacquistare quella bellezza e quello stile che da sempre la contraddistingue, mentre altri, che dalla Juve tanto avevano ricevuto (forse troppo…), le voltavano le spalle.Partiamo da Boniek, il brutto di notte e pure di giorno, romano e romanista nell’animo che non vuole rinunciare ad avere la stellina nel nuovo stadio nonostante tutto il fango da lui gettato sulla Juve, soprattutto durante e dopo la farsa.E vogliamo parlare di Thuram? Si, proprio quello che nell'estate 2006, appena appresa la notizia della retrocessione, disse: “La Juve? Cos'è?”. Ha la memoria corta, il ragazzo; così come il milanista Zambrotta, preso dal Bari senza troppe pretese e trasformato, grazie ai tanti anni trascorsi alla Juve, in uno dei terzini più forti del mondo (almeno fino al 2006), che subito dopo il suo addio dichiarò: “Mi hanno dato del traditore, ma quello davvero tradito sono io, anzi tutti noi che abbiamo sempre dato il massimo in allenamento e in partita, e adesso ci troviamo con due scudetti in meno per colpe non nostre. Sì, sono tradito e deluso. Anche dalla nuova società, che non mi ha mai chiamato, non mi ha mai fatto capire di voler puntare su di me. E poi che lo dicano: con i soldi che ha preso dalle nostre cessioni, la Juve ha risanato molti debiti. Abbiamo dato una grande mano alla società”. A queste parole vanno aggiunte quelle pronunciate di recente prima dello scontro diretto in campionato tra Milan e Juventus: “Il mio cruccio è di non aver mai alzato la Champions. Ho disputato la finale di Manchester…ma dalla parte sbagliata, ed avere una nuova possibilità sarebbe un sogno”. Forse era la Juve a giocare con il terzino sbagliato…Un altro omuncolo che non può mancare in questo elenco, è senza dubbio Roberto Baggio che con la Juventus ha vinto, tra le altre cose, anche un pallone d'oro. Pure lui, e in questo caso non ci sorprendiamo più di tanto, si è comportato da coniglio e da diffamatore nei confronti delle persone e della squadra che lo hanno reso grande, tant'è che dopo Farsopoli ha ragliato: “La faccenda è molto triste. Mi auguro che chi ha il potere di farlo agisca. Rischiamo di diventare la barzelletta del mondo”. E ancora: “Certo, sospetti venivano, ma mettetevi nei panni di un calciatore. Se avessi detto: ragazzi, quell'arbitro ha fischiato così e così, s'è inventato dei fuorigioco, sapete che mi sarebbe successo? Che mi avrebbero fatto massacrare dai loro giornali e dalle loro tv”. Patetico.Neanche Rampulla è stato in grado di pronunciare due parole a difesa della Juve:“ormai il passato è passato,i 2 scudetti non ce li ridaranno e loro nemmeno li richiederanno indietro, bisogna guardare avanti e, se abbiamo sbagliato, abbiamo comunque pagato e ora bisogna guardare avanti”. Per non parlare di Di Livio che, prima di Juventus-Fiorentina, da una stazione radiofonica romana fa sapere: «Perché dovrei tifare per la Juve? Io tiferò Fiorentina!» contento lui…Addirittura Michael Platini, da presidente Uefa, è un altro che non ha MAI mosso un dito per difendere la squadra che lo ha reso uno dei più grandi giocatori di sempre, ma di parole sul suo comportamento negli ultimi anni ne abbiamo già spese troppe.A tutti i personaggi fino ad ora elencati, possiamo aggiungere coloro che hanno, nel tempo, cambiato opinione per ragioni di convenienza.Tra questi citerei Nicola Legrottaglie, l'atleta di Dio, che nel capitolo 9 del suo libro Ho fatto una promessa, uscito in piena gestione Elkann-Secco-Blanc, parla così di Farsopoli: “Certi episodi non accadono mai a caso. Il caso non esiste. Una società come la Juventus che si sfascia come un castello di cartapesta è senza dubbio un segno di Dio per la mia vita...Io vedo lo strumento attraverso il quale il Signore ha agito per riportarmi a Torino. In una Juve da campionato cadetto”. Qualche annetto dopo, sotto la gestione di Andrea Agnelli cambia la sua visione dei fatti: “Quegli scudetti sono nostri, lo sanno tutti e devono tornare alla Juventus. Noi ci sentiamo forti e già quest’anno possiamo puntare al titolo. Non mi meraviglio se l’Inter fatica così tanto. Se Moggi tornasse? Magari, lui è il migliore di tutti. Lavora bene e credo nella giustizia divina, così come credo in quella terrena”; un po’ un controsenso rispetto alle precedenti dichiarazioni, vero Fra Nik?Anche Gigi Buffon inizialmente rinnegava i tricolori vinti con parole di questo tipo: “Lo scudetto del 2006 se lo prenda chi vuole. Sono passati tanti anni, a me non interessa. Calciopoli è un discorso che fa male al calcio, crea tensione di cui non abbiamo bisogno”; salvo poi ricredersi diversi mesi dopo: “Con la Juventus di Capello ho vinto due scudetti, poi tolti. Per me non cambia nulla, io so quello che ho fatto, vinto e meritato nella mia vita. Ho delle mie convinzioni e nessuno me le toglierà, al di là di quello che può venir fuori dal processo e dalla giustizia. Ognuno di noi dentro di sé ha una coscienza con la quale dialoga, ognuno di noi sa quello che ha guadagnato sul campo in maniera meritata”.Ci sono anche quelli che i due scudetti non li hanno mai rinnegati, ma, allo stesso tempo, preferivano guardare avanti, prima di cambiare anche loro posizione con il cambio ai vertici dirigenziali.E’ il caso di Alex Del Piero, che inizialmente ammetteva: “Può darsi che ce li ridiano ma non mi interessa molto, ho un'idea precisa della situazione”. Invece, quando recentemente è stato chiamato a testimoniare a Napoli…“Da quando gioco ho visto tutti scudetti meritati: sia i nostri che quelli delle altre squadre. Quanti titoli ho vinto? Secondo alcuni sono 15, ma io dico 17”. Anche Giorgio Chiellini era dello stesso punto di vista del Capitano: “Si fa solo un gran polverone e basta ormai sono passati tanti anni e quello che è successo è successo, se revocano lo scudetto 2005-2006 bene, anche se me ne frega poco, perché sul campo sento di averlo vinto. I giocatori dell’Inter possono averlo sulle cartoline, ma sul campo non hanno vinto e non hanno festeggiato niente. Credo, però, che anche a loro ormai non frega più di tanto”; salvo poi elogiare la testimonianza di Del Piero a Napoli: “Bravo Del Piero a Napoli, io come la penso? come la pensano tutti qui, che gli scudetti sono stati vinti con merito”.Sono da interpretare, invece, le dichiarazioni di Claudio Marchisio, che ringrazia Farsopoli: “Se non ci fosse stata sarei arrivato molto dopo”. Da un certo punto di vista potrebbe aver ragione, ma restano comunque parole che non fanno piacere a Noi tifosi.Fortunatamente, però, alcuni (davvero pochi) si sono sentiti in dovere di dire qualcosa in difesa della Juventus.Tacconi, ad esempio, colpì subito il bersaglio: “Io ho un sogno: voglio rivedere un vero Agnelli a comandare la squadra, con John e Lapo Elkann che invece ritornino a giocare al parco con Montezemolo come succedeva ai miei tempi...”. Un sogno che si è quasi tradotto in realtà perché con Andrea Agnelli alla guida della Juventus è tornata ad accendersi la luce, la speranza e la consapevolezza di potercela fare.Ricordiamo anche Emerson, che mai ha rinnegato il suo legame con la vecchia signora: “Ho passato due anni stupendi alla Juventus e quei due scudetti li abbiamo vinti meritatamente sul campo perché eravamo nettamente più forti e chi ci ha affrontato lo sa bene. Non avevamo bisogno di niente e infatti niente ci è stato regalato. Io mi sento campione d'Italia e quei titoli nessun processo me li potrà togliere” o il grande David Trazeguet:"Io David Trezeguet resterò per sempre tifoso della Juve. Anzi, il giorno in cui la squadra bianconera vincerà lo scudetto andrò a Torino e chiederò alla famiglia Agnelli di inventare una maglia con la terza stella. E sarò il primo ad indossarla. I due titoli che ci hanno tolto sono stati una clamorosa ingiustizia. Lo penso io, lo pensa chi ama la Juve, ma ne sono convinti anche i giocatori dell’Inter con i quali ho parlato. Andate a riguardare le immagini di quei campionati. Andate a riguardare i nostri gol. Non c’era trucco. L'unico trucco è che eravamo più forti. Io della Juve resterò sempre innamorato e Pavel Nedved “Ricordate quel 2-0 per la Juve nel 2005, con l'Inter incapace di uscire dalla sua metà campo e piegata sia in corsa, sia in qualità, sia tecnicamente, sia tatticamente? A me viene il sospetto che l'unico fine di tutto quel macello fosse quello di smontare la squadra più forte del mondo". Affermazioni degne di chi sa di appartenere ad una grande famigliache qualcuno ha scelto di abbandonare, anziché combattere.Noi siamo la Juventus: una grande famiglia bianconera che qualcuno ha deciso di difendere combattendo, mentre altri di abbandonare dove aver ricevuto tanto.