© foto di Alberto FornasariIl re del centrocampo bianconero si concede in un intervista al Corriere Dello Sport in cui parla a tutto campo: dal suo amore per Roma alle difficoltà di Liverpool fino all'approdo sotto la mole di Torino dove finalmente è riuscito a tornare ai livelli che gli competono. Alberto Aquilani, quattro mesi in bianconero: impressioni?"Estremamente positive. Desideravo tornare in Italia e ritrovare la serie A: la Juventus me ne ha dato la possibilità, mi auguro di ricambiare la fiducia".Già fatto: il suo rendimento è elevatissimo... "Sto bene, gli infortuni sono alle spalle. Ho vissuto momenti duri, ma con il lavoro, e l’aiuto di chi mi vuole bene, li ho superati".C’è chi rileva, dietro la sua rinascita, anche i compiti tattici che Del Neri le assegna... "Ho ritrovato un sistema di gioco che prevede due centrocampisti centrali: se uno partecipa alla fase offensiva, l’altro si deve fermare per non sbilanciare la squadra. A Liverpool era molto diverso: spesso venivo utilizzato addirittura come vertice alto del rombo, dietro le punte".Ma lei si sente un regista? "Credo di avere delle buone qualità tecnicotattiche, ma i registi sono altri. Per la verità, nel campionato italiano fatico a trovarne: mi vengono in mente soltanto Pirlo, Pizarro e Liverani".La Juve le ha offerto un’opportunità di rilancio, lei ha aiutato la Juve ad arrampicarsi in classifica: stessa voglia di rivincita? «Non parlerei di rivincita, ma di voglia di tornare ai livelli che, per motivi diversi, negli ultimi anni ci sono mancati. La nuova dirigenza sta ricostruendo una società che per molti anni ha dominato in Italia e in Europa, io desideravo rientrare dopo l’esperienza inglese: ci accomuna la voglia di vincere».Il pareggio ottenuto in extremis dal Chievo lascia un pizzico d’amaro in bocca, ma il bilancio bianconero rimane positivo. Qual è il segreto? "Il gruppo. Del Neri insiste molto sul concetto di organico, si lavora tutti insieme per ottenere il massimo, cercando di accantonare le individualità".L’allenatore insiste molto anche sullo scudetto, nel dopo-partita del Bentegodi ha ribadito la candidatura bianconera. È d’accordo? "Sicuramente il mister è più esperto di me e se parla di scudetto ci sarà un motivo. Io credo che si debba guardare partita dopo partita. Stiamo attraversando un buon momento che dobbiamo consolidare con il lavoro settimanale. Vedremo tra qualche mese quel che succederà".Del Neri la fece esordire in A: come l’ha trovato, sette anni dopo? "Più consapevole dei propri mezzi, più sicuro di se stesso. E questo mi ha fatto molto piacere. Del Neri è un ottimo tecnico, molto preparato, e che allo stesso tempo sa creare lo spirito di squadra. Poco per volta stiamo diventando un gruppo unito e questo, ne sono convinto, ci permetterà di toglierci belle soddisfazioni".Torniamo al suo debutto: avrebbe mai immaginato, quel giorno, di vestire un’altra maglia? "Lo ritenevo quasi impossibile finché la Roma mi ha ceduto al Liverpool. Non avrei mai voluto lasciare i colori giallorossi, ma la società, che in quel momento aveva bisogno di monetizzare, mi fece sapere che era disposta a cedermi. In quel momento è iniziata la mia seconda carriera. Lontano da Roma". Ciò che però si augurano i tifosi bianconeri, è che la sua seconda carriera prosegua con questa maglia. Quella che lo sta facendo tornare importante e con la quale siamo sicuri lui voglia scrivere un pezzo di storia.