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L'altro Amauri e i posti di blocco. Ma il bomber è già a Torino....


© foto di Carmelo Imbesi/Image SportCome al solito tra una notizia di calciomercato e l'altra e con la consequenziale eruzione vulcanica di ipotesi e supposizioni su chi parte e chi arriva, continuano i siparietti di discordanza sui quali molti tifosi da giorni cercano di far prevalere la loro idea. L'argomento che ultimamente ha infervorato la cerchia mediatica è stato costruito sull'eventualità di uno scambio Amauri-Gilardino.Personalmente, non credo possano emergerne utili convenienze. E' probabile che, per l'oriundo ex Palermo, sia arrivato il momento di rivoluzionare radicalmente la sua carriera, ormai giunta in una fase di netto declino rispetto alla sua prima stagione bianconera e soprattutto alle sue precedenti annate, ma evidentemente anche sulla sponda viola c'è chi non può più sopportare la discontuinuità e l'incostanza finalizzativa di un Alberto Gilardino che ci ha abituato a performances diverse e che, attualmente, sembra sia quasi esclusivamente adattabile ai moduli di mister Prandelli, suo tecnico dai tempi di Parma. Le situazioni che coinvolgono le due punte hanno molte circostanze in comune ed è chiaramente accettabile il possibile caso di un loro cambiamente caratteriale dovuto ad un passaggio di casacca. Niente è impossibile.Resta il fatto che, secondo una convinzione personale, la Juventus rimarrebbe pressochè immutata. Solitamente, la quantità e la persistenza di reti segnate da un attaccante dipendono notevolmente dall'ambiente che lo ospita, ma anche dal livello di importanza che la squadra trascina sul groppone. In molti casi è stato dimostrato che specifici cannonieri, militando in una cosiddetta "piccola" siano riusciti a segnare un numero maggiore di goal rispetto ad un'annata di tutt'altro livello.Un esempio casca esattamente sulle statistiche di Gilardino che, dopo aver trascorso tre anni da protagonista nelle vesti parmensi, sotto la pressione emozionante del S. Siro non è mai riuscito a far valere le sue caratteristiche, deludendo le aspettative prestagionali. Arrivati a questo punto, a cosa servirebbe un ulteriore Amauri?Ciò di cui ha bisogno la Juventus, escludendo ovviamente la fantastica e inaspettata vena realizzativa di un Quagliarella stratosferico e soprendente, tra le cui qualità non ho mai pensato di trovare il fiuto da cannoniere di razza, è, come molti avrebbero voluto se non fosse stato per "alcune leggi Abetiane", un ariete di sfondamento che gestisca il suo gioco a mo' di Edin Dzeko. Peccato che per gennaio non se ne possa neppure discutere...Sebbene i desideri bianconeri abbiano da tempo scelto un obiettivo divenuto, appunto, irraggiungibile almeno per il momento, nel magazzino del "made in Italy" spadroneggiano valide alternative che pare siano state scartate per un'ipotetica ed eccessiva elevatezza di prezzo che ha spinto la dirigenza bianconera a virare su Firenze, sperando in uno scambio che si rivelerebbe ininfluente alle casse finanziarie. Il caso riguarda Giampaolo Pazzini, già da tempo pedinato da Beppe Marotta, le cui stesse mosse si erano dimostrate decisive per portarlo a Genova, ma che, quest'anno, da una prospettiva differente, non hanno trovato spiragli di entrata tra le mura blucerchiate, intese a non cedere un altro pezzo grosso dopo la partenza di Antonio Cassano.Riepilogando e considerando l'inconvenienza di uno scambio in asse Torino-Firenze e l'impossibilità da parte di Marotta di atterrare a Torino con Pazzini o Dzeko, bloccato da una foresta di abeti, l'unica speranza è riposta caldamente nelle mani dello stesso Quagliarella, il cui ruolo è stato accidentalmente capovolto da prestazioni che oltre a conferirgli i titolo di bomber inusuale, convincono decisamente a non spendere altro tempo nella ricerca del chimerico attaccante...