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.DALLE STELLE ALLE STALLE! E ORA?


La notizia dell'ormai imminente passaggio di Edin Dzeko al Manchester City ha letteralmente gelato il cuore di tanti appassionati tifosi della Juventus, una metaforica pugnalata al petto e alle speranze di assicurarsi uno dei più grandi bomber europei con ancora una grande prospettiva davanti vista l'età ancora verde del bosniaco. Attaccante fisico e tecnico, Dzeko era proprio quello che serviva per far decollare Madama, perfetto nei piani tattici di Delneri vista la compatibilità con una seconda punta classica come Quagliarella e data anche la grande capacità aerea del bomber ancora per poche ore del Wolfsburg. Viene quasi il magone e tristezza a parlare di tutto ciò, purtroppo l'assurda regola degli extracomunitari applicata da Giancarlo Abete e il tetto agli ingaggi fissato dalla Juventus non potevano far fronte allo status del giocatore e ai 38 milioni offerti dal City con annessi 5 milioni d'ingaggio annuo. Se su la regola degli extracomunitari ci siamo già sfogati ieri non abbiamo nulla da ridire sul tetto fissato da Andrea Agnelli e Beppe Marotta, iniziativa lodevole in vista di un fair-play finanziario di cui si raccontano tante belle cose ma che, statene certi, non verrà mai messo in atto dall'Uefa, troppi interessi e altre questioni alle spalle per attivare una tale iniziativa destinata a rimanere nel cassetto e a finire ben presto nel cestino delle scartofie di poco conto. Addio Dzeko, e ora? Bisogna andare avanti con quel che si ha, un attacco che Quagliarella a parte vive di problemi psicologici e tecnici, se Iaquinta e Del Piero peccano nella continuità e affidabilità siamo ormai a livelli rasenti a zero per Amauri, un solo gol in campionato in tutto l'anno solare e con l'intenzione di non volersene andare nonostante le ultime prestazioni poco prima dell'infortunio fossero a dir poco deprimenti. Un giocatore non all'altezza della situazione che resta per via dell'elevatissimo ingaggio di 4 milioni annui che Alessio Secco e Jean-Claude Blanc (grazie ancora di cuore) ebbero come brillantissima idea di far firmare nel maggio del 2008 all'allora ventottenne brasiliano che come record personale aveva un massimo di 13 reti in una stagione di A. Vogliamo evitare di ripetere tale errore? E allora è decisamente meglio cancellare i nomi di Alberto Gilardino e Giampaolo Pazzini, giocatori simili dal punto di vista fisico e tecnico che poco centrano con i piani futuri della Juventus. Su Gila ci siamo già espressi, abbastanza anziano per un progetto votato al futuro, per nulla compatibile con Quagliarella e pure psicologicamente fragile alla pressione che solo le grandi piazze ti offrono, basti pensare alle fallimentari tre stagioni milaniste o alle timide uscite in maglia azzurra. Per il Pazzo siamo sulla stessa lunghezza d'onda, anche lui non compatibile con una seconda punta che attacca la profondità (ci vorrebbe un Cassano ma perchè sacrificare Quaglia che sta strameritando la riconferma?), sicuramente più anagraficamente compatibile anche se non con clamorose prospettive future, pure su lui ci sono forti dubbi visto che prima della scorsa stagione mai aveva toccato grandi cifre realizzative e anche sul piano della concorrenza ricordando quanto soffrì Toni e Gilardino a Firenze. No grazie, sarebbe come passare da una Ferrari (Dzeko) ad una Skoda (Pazzini e Gilardino) con tutto il rispetto, ci vorrebbe una via di mezzo ma l'impressione è che sarà dura trovarla.