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JUVE, AUMENTO OBBLIGATO di Guido Vaciago...


  La Famiglia discute il rilancio: Andrea ora nega l'aumento di capitale ma il piano c’è perché tutti vogliono una grande Juve nel nuovo stadio. Soltanto con un serio progetto di ricapitalizzazione la società avrà quella solidità finanziaria necessaria per programmare il mercato e il futuroNuovo socio? VOTA! Crisi Juve, perché? VOTA! Discutine su Facebook VIDEO: Ascolta Agnelli VIDEO: Risponde il Direttore Marotta sul mercato TORINO, 30 gennaio - Nel messaggio alla nazione juventina di Andrea Agnel­li si possono leggere l’autentica passione e il viscera­le amore che lo legano ai colori bianconeri. E con questi l’indubitabile volontà di rilanciare sul serio il club di cui è presidente da sei mesi e, soprattutto, tifoso da quando è nato. Ma fra le righe dell’accalorato ragionamento sul momento critico e cruciale di squadra e società, si coglie anche la lucidità nel fotografare la situazione attuale, le cui radici affondano negli ultimi anni e che, quindi, non si può giudicare senza prendere in considerazione un qua­dro più allargato: in sintesi estrema, un disastro sportivo e finanziario per rialzarsi dal quale ci vogliono tutti gli sforzi; e non basta una stagione. C’è poi la rassicurazione sull’impegno della Famiglia nella Juventus: un asset al quale - assicura Andrea - tiene molto anche il cugino John. Resta però un dubbio, legato a un’incongruenza che si annida fra i pensieri espressi da Agnelli. «Escludo un au­mento di capitale», ha infatti detto il presidente. Forse lo “doveva” dire, essendo il progetto ancora in nuce, ma l’af­fermazione innesca la domanda: e con che soldi si realiz­za il rilancio spiegato e sbandierato ieri? AGNELLI risponde come un ministro delle finanze alle pre­se con una difficile finanziaria: tagliando. E, nella fattispecie, la Juventus può tagliare stipendi troppo alti («abbiamo il sesto monte ingaggi d’Europa, ma non siamo nei quarti di Cham­pions », la sottile ironia del pre­sidente) e tagliare la rosa, nel senso di cedere giocatori che possono fruttare qualcosa, an­che a livello di plusvalenza. E’ una ricetta lucidamente mana­geriale, ma non può credibil­mente essere l’unica via per pensare al «salto di qualità» ci­tato da Marotta e che Agnelli ha fissato temporalmente «nel­la prossima estate». E’ vero, la Juventus ha una buona base sulla quale costruire e il disfat­tismo di questi giorni stride con l’entusiasmo che, spesso le stes­se persone, esprimevano fino a un mese fa. C’è un gruppo di giocatori sui quali si può co­struire, il «ringiovanimento del­la rosa» e «l’aumento della qua­lità » devono passare attraverso una campagna acquisti impor­tante dal punto di vista econo­mico. I campioni costano e alla Juventus di campioni ne servo­no almeno cinque: due attac­canti, due esterni bassi, un’ala sinistra. RISERVE Il passivo del prossi­mo bilancio viene stimato dagli analisti intorno ai 50/60 milioni di euro. «Una perdita significa­tiva », ha ammesso Agnelli. Il che significa che per ripianarla verrà dato fondo a quasi tutte le riserve finanziarie, pur non toc­cando il capitale sociale. Sem­plificando al massimo: la Juve è solida, quindi può ripianare i debiti senza fare aumenti di ca­pitale, ma dopo sarebbe meno solida, ovvero sarebbe in una condizione meno agevole per operare sul mercato. Insomma, l’aumento di capitale non è ne­cessario, ma è vivamente consi­gliato se le intenzioni sono quel­le di «costruire una Juventus competitiva in Italia e in Euro­pa », che resta uno dei capisaldi del manifesto programmatico di Andrea Agnelli. PROGRAMMAZIONE Tant’è che di aumento di capitale, nel­le segrete stanze della Fami­glia, si sta discutendo da qual­che tempo. Andrea e John l’ar­gomento l’hanno già dibattuto a lungo e ancora lo dibatteranno nelle prossime settimane. E se adesso l’unica risposta possibi­le di Agnelli è quella di negare il progetto di aumento di capita­le (non solo per mere ragioni borsistiche vista la “sensibilità” dell’argomento ma anche per­ché la questione non è stata an­cora neppure sfiorata in sede di Consiglio d’amministrazione), un serio progetto di ricapitaliz­zazione è l’unica strada per pensare a un rilancio della Ju­ventus nel breve periodo. E il problema, infatti, sembra esse­re l’entità dell’aumento di capi­tale: potrebbe essere massiccio, ovvero aggirarsi intorno ai 150 milioni di euro o più austero, cioè aggirarsi intorno ai 50 mi­lioni di euro, che sarebbero il minimo per rimpolpare le riser­ve finanziarie e ridare almeno quella «solidità» economica che finora è stata uno dei punti di forza della società bianconera. Se, come ha detto Andrea, la Fa­miglia tiene alla Juventus, è dif­ficile pensare che la “abbando­ni” proprio ora. I tempi dell’au­mento di capitale, per altro, non sono urgenti: si potrebbe pro­grammare in autunno, ma po­tendone godere gli effetti in an­ticipo, già nel mercato estivo. E mentre il discorso fra i cugini va avanti, procede anche le esplorazioni per trovare un’e­ventuale nuovo socio che metta denaro fresco nel progetto ju­ventino. Non è una ricerca os­sessiva, ma un’ipotesi che è fini­ta sul tavolo della discussione fra Andrea e John. Un impren­ditore o un gruppo imprendito­riale molto solido dal punto di vista finanziario e che operi nel settore immobiliare sarebbe il profilo ideale perché divente­rebbe un partner eccellente per il progetto stadio, nodale per il futuro juventino che cresce pro­prio insieme all’impianto, ormai quasi ultimato. In quel caso l’aumento di capitale potrebbe essere “riservato”, quindi più semplice da varare, ma il risul­tato finale sarebbe lo stesso: una adeguata copertura finan­ziaria al piano triennale che Agnelli e Marotta hanno elabo­rato. E che certamente prevede qualcosa di più che il mero rag­giungimento del quarto posto come obiettivo del prossimo fu­turo.