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Juve, Marotta si infuria: «Arbitri, adesso basta!»


 «Troppi pregiudizi su Krasic: non è un tuffatore»Amauri al Parma Leonardi su Amauri TORINO, 1 febbraio - E’ tutta una que­stione di rispetto. Quella che pretende Luigi Del Ne­ri e quella che rivendica Beppe Marotta dopo l’arbi­traggio - a tratti scandaloso - di Antonio Giannoccaro. Per due volte Maurizio Do­mizzi ha commesso fallo su Milos Krasic, falciando il serbo per impedirgli di vo­lare in porta. E per due vol­te il direttore di gara non ha fischiato. O meglio, ha ribal­tato il giudizio fischiando contro il bianconero, accu­sandolo di sfondamento o di aver accentuato la caduta. Eppure, un cartellino giallo al difensore dell’Udinese non sarebbe stato un azzar­do, invece Krasic paga anco­ra la simulazione di Bolo­gna ( come ha sottolineato anche il rossoblù Marco Di Vaio), pur avendo subito la punizione e scontato due giornate di squalifica. IL SOSPETTO - Così Marot­ta ha un sospetto, già affio­rato in altre occasioni du­rante la stagione: che gli ar­bitri usino due pesi e due misure e, nel dubbio, fischi­no contro la Juventus. «Or­mai si è creato un caso Kra­sic: capisco che il giocatore a Bologna abbia sbagliato, ma ha pagato duramente - sot­tolinea l’ad bianconero -. E adesso vediamo che contro l’Udinese non gli sono stati fischiati almeno due falli a favore: non lo dico soltanto io, ma tutti quelli che hanno visto la partita. Non vorrei che si fosse creato un tam tam intorno al giocatore: ogni volta che cade è colpa sua». LA DIFESA - Marotta teme che Krasic sia stato mar­chiato come cascatore: preoccupazione legittima vi­sto il comportamento dei di­rettori di gara non soltanto in Juventus- Udinese, ma pure nella sfida contro il Genoa e, giovedì in coppa Italia, contro la Roma: quando il serbo cade, l’arbi­tro pensa subito alla simu­lazione. L’ad bianconero non accetta il giudizio e replica a livello mediatico: «Krasic non è un cascatore. Certe volte, proprio per il modo in cui corre e per la velocità della progressione, può an­che cadere, ma in tante oc­casioni viene picchiato du­ro. E questo non è accettabi­le». UNIFORMITA’ - L’arrabbia­tura in casa bianconera non è dettata soltanto dalla se­rata storta di Giannoccaro, ma dalla mancanza di ri­spetto perché, a parità di falli, le altre squadre non vengono punite. «Mi auguro che gli arbitri non usino due pesi e due misure, sarebbe una brutta immagine. Però mi rendo contro che in alcu­ni momenti non abbiamo la considerazoione che meri­tiamo». La Juventus paga ancora Calciopoli, come ave­va sottolineato lo stesso Ma­rotta dopo il rigore assegna­to alla Roma in campionato per il mani di Pepe. «Dopo Calciopoli abbiamo notato che gli arbitri che ci dirigo­no sembrano quasi voler di­mostrare quanto sono bravi e integerrimi nel non favori­re la Juve. oi non vogliamo assolutamente essere av­vantaggiati, ma chiediamo uniformità di giudizio». LE DIFFERENZE - Le rego­le devono valere per tutti, come non è accaduto con Pe­pe: se a Boateng non viene fischiato il rigore perché ha respinto la palla con la ma­no, un’azione con la stessa dinamica costa invece cara alla Juventus. Se Krasic pa­ga con due giornate, le si­mulazioni di Lucio in Inter-Bari o il cazzotto di Gattuso a Del Piero in Milan-Juven­tus non vengono presi in considerazione. Se allo stes­so capitano juventino viene negato un netto rigore con­tro il Palermo nella sfida persa all’andata, all’Inter viene fischiato un rigore as­sai generoso per pareggiare la partita contro il Parma. Disparità di giudizi, e l’ar­rabbiatura bianconera sale. LE PRETESE - La Juventus però non ha più intenzione di stare zitta: ha cambiato strategia e vuole difendersi su tutti i fronti, passare al contrattacco, riacquistare quel peso politico che ades­so gli è negato. Lo ha fatto per Calcopoli, la madre di tutto le battaglie, con l’espo­sto alla Federcalcio, e non starà in silenzio neppure per le decisioni arbitrali. E’ una questione di rispetto: per se stessi e per gli altri.