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GLMDJ - Le ricette di Moratti...


Fonte: di M. Lancieri per GiulemanidallaJuve.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image SportSe si parla di bilanci, Moratti dimostra costantemente la propria coda di paglia. E la sua reazione è sempre la stessa: minaccia. Prima del 2006, quando sperperava centinaia di milioni di euro senza ottenere uno straccio di vittoria, ribadiva ad ogni occasione di essere stanco di spendere senza vincere. E in Italia chi scialacqua denaro è rispettato, così la preoccupazione da parte dei vertici federali era palpabile.Farsopoli fu un’autentica manna, anche se non esattamente piovuta dal cielo, ma da qualche ufficio e da qualche redazione. In seguito alla distruzione della società egemone del calcio italiano, Moratti ebbe la strada spianata e riuscì a vincere un bel mucchietto di trofei, prima a tavolino e successivamente anche sul campo: un’assoluta novità per il presidente nerazzurro.Nonostante le tante vittorie ed i conseguenti ricavi degli ultimi anni, il bilancio dell’Inter resta ampiamente in rosso. La società nerazzurra è una delle più indebitate d’Europa. A nulla sono serviti gli appelli di Platini: a Milano, così come a Barcellona, a Madrid, a Manchester e in tante altre città europee, quando si propone un risanamento dei bilanci, si fanno orecchie da mercante. Il termine ultimo per riordinare i propri conti è stato ripetutamente rinviato, fino a quando il presidente della Uefa ha definitivamente perso la pazienza: nel 2014, stando alle promesse di Platini, chi avrà ancora debiti non parteciperà alla Champions League.È un termine lontano e, a prima vista, la linea adottata in Europa appare fin troppo blanda: nel mondo “normale”, una società che mantiene debiti di centinaia di milioni di euro, senza avere flussi di cassa proporzionati, non sopravvive a lungo. Nel mondo fatato del calcio, si accetta che società di capitali come l’Inter accumulino montagne di debiti, senza che nessuno batta ciglio. Anzi, in Italia c’è chi, come Carraro, ogni mattina dedica una preghierina a san Moratti: meno male che c’è lui, che spende tanti soldi! Peccato solo che quei soldi non siano regalati, ma solamente prestati. Platini ha solamente sottolineato questo particolare. Un imprenditore vuole gettare soldi nel calcio? Liberissimo di farlo, attraverso donazioni. Se ogni anno l’Inter ricevesse 300 milioni di euro in regalo da Moratti, nessuno avrebbe il diritto di recriminare. Ma Moratti non pensa neanche lontanamente di donare i soldi: si limita a prestarli. E se tra un mese, lui o un suo successore, cambiasse idea e li chiedesse indietro? Cosa succederebbe? Quale stabilità può avere un mondo che si poggia sulle voglie e le manie di pochi ricchi?Il problema è serio ed è sempre più al centro delle discussioni. Ma alle parole di Platini, è arrivata la solita replica di Moratti: «Ben venga la rivoluzione voluta da Platini, anzi quando il presidente dell'Uefa me l’ha annunciata, pensando che la recepissi come un provvedimento contro di me, gli ho detto che gli avrei fatto un regalo perché, così, avrei finito di mettere i soldi tutti i giorni nel calcio». La solita coda di paglia e le solite minacce: non mi lasciate agire fuori dalle regole? E allora non metto più i soldi!Il patron interista non perde neanche l’abitudine di auto-assegnarsi una finta punizione. In questo caso, la sua proposta ha il sapore del ridicolo: «Sarebbe più opportuno magari costringere una società a un turno in più in Europa piuttosto che metterla fuori dalle coppe». Buona idea! Per edulcorare ulteriormente la pillola, si potrebbe disputare il turno preliminare giocando in 11 contro 6, possibilmente contro una squadra del campionato sanmarinese. Del resto, Moratti è abituato alle punizioni “esemplari”: basta pensare alla vicenda dei passaporti falsi, quando per un reato generalmente commesso da avanzi di galera, l’Inter ricevette un buffetto dalla FIGC e, a distanza di pochi anni, fu anche premiata con lo scudetto di cartone, in nome dell’onestà nerazzurra.Ora sarà interessante vedere come si comporterà la Uefa. In Italia, abbiamo ripetutamente dimostrato che con i soldi (prestati, non regalati!) si ottiene tutto, compreso uno scudetto già festeggiato da altri sul campo. E in Europa?