di E. LoffredoParola di caciottaro Al presidente del Cagliari non è andata giù la sconfitta con la Juventus. C'è da capirlo, lui è tifoso dei sardi. Perdere, e per di più grazie ad una doppietta di un giocatore che fino a sette giorni prima giocava e segnava per il Cagliari, un po' brucia.A Cellino (e a tutti i suoi colleghi di serie A) evidentemente brucia parecchio se ha tirato in ballo calciopoli e il nuovo atteggiamento della dirigenza juventina verso l'affaire calcistico dell'estate 2006. Al giornalista che maliziosamente chiedeva di commentare la pretesa di rispetto della dirigenza bianconera, il presidente dei rossoblù così ha risposto: «Ho sentito anche di peggio. Da Torino ho sentito dire “se è mai esista Calciopoli...”. Incredibile, fra un po' scopriremo che l'arbitro De Santis era un benefattore dell'umanità. Io ho sempre saputo di Calciopoli, degli arbitri condizionati. Lo confesso, non ho avuto il coraggio di denunciare tutto, però, non ho esitato a testimoniare davanti ai pm di Napoli e, poi, in tribunale».E' vero, Cellino è andato a testimoniare al processo di Napoli, ma affermare che non abbia esitato è un po' ridicolo visto che solo alla terza convocazione e grazie all'accompagnamento coatto (unico teste per cui si è ricorso a tanto), si è presentato nell'aula 216 del centro direzionale di Napoli.Ha sempre saputo di calciopoli? E perché non lo ha detto sotto giuramento? Uno dei commenti degli avvocati nel corso del suo esame è stato: «la testimonianza di questo teste è per oltre il 90% su dicerie». Cellino poteva dare un bel contributo al disvelamento della cupola, ma come lui stesso ha ammesso "erano solo voci che si sentivano da venti e più anni nell'ambiente, ma che non sono provate".Presidente Cellino, allo stato dei fatti, e della sua testimonianza, calciopoli -per come la intende lei- non è mai esistita, De Santis è quello che più ha sfavorito al Juve e della partita di sabato scorso non ha nulla di che lamentarsi. Taccia, faccia un favore a sé stesso.
Trascrizione esame Cellino. Tribunale di Napoli - Udienza del 22 dicembre 2009.