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MANIE DI PERSECUZIONE E ACCOMPAGNAMENTI COATTI


 
© foto di Giacomo MoriniDi sicuro hanno fatto rumore e non poco le parole di Massimo Cellino rilasciate ieri all'Unione Sarda, un vero e proprio atto d'accusa nei confronti della Juventus nuova e vecchia e non solo. Un autentica sparata a zero su quasi tutto il mondo bianconero, persino sui poveri tifosi sardi rei di tifare per Madama, coloro che a suo dire "sono inconcepibili e mi fanno incazzare con alcuni atteggiamenti", insomma la colpa per un sardo, magari nemmeno cagliaritano , è quella di tifare Juve per il Cellino furioso. Rabbioso e pure poco lucido nelle frecciate, partiamo dalla analisi tecnica in cui, in modo implicito ma nemmeno tanto, il patron rossoblu reclama di fatto due rossi per Krasic e Aquilani nella prima frazione. Il primo episodio vede il serbo allargare in modo non violento il braccio per prendere posizione colpendo Agostini, regolamento alla mano ammonizione ineccepibile in quanto non si tratta di fallo volontario o mirato a far male, motivazioni per le quali allora sarebbe dovuto scattare il rosso, nel secondo caso come spiegato da Aquilani (e come evidenziato dalle riprese televisive) il calcetto di Aquilani a Cossu è del tutto involontario, basti vedere lo sguardo del centrocampista romano intento a parlare con Rocchi. Terzo e ultimo caso la rete annullata a Nenè: fallo veniale ma netto e sciocco quello di Canini che si disinteressa totalmente all'azione tirando giù Toni, piuttosto che arrabbiarsi con l'arbitro Cellino farebbe bene a prendersela con il suo difensore reo di un gesto onestamente privo di senso. Ora ci chiediamo, in questa prima fase d'analisi, dov'è lo scandalo? Dove avrebbe giovato alla Juventus lamentarsi? Ci fa specie tra l'altro che i vari media, bravi a creare finti casi come la ridicola richiesta di prova-tv per Aquilani perchè non stigmatizzino la violenta protesta del patron sardo come è stato fatto mercoledì per i bianconeri. Ci risentiamo sabato per vedere se qualcuno nelle sue pagelle parlerà di "proteste fuori luogo" come fatto di recente, ogni riferimento a giornalisti Rai di nota fama è del tutto preciso e non casuale. Ma passiamo alla frase che più ci ha fatto sobbalzare, ovvero riguardo a calciopoli. Cellino in sostanza definisce come reale e veritiera la vicenda in questione definendo poco sensate le frasi di Delneri riguardo la presunta esistenza dello scandalo: "Ho sentito anche di peggio. Da Torino ho sentito dire “se è mai esista Calciopoli...”. Incredibile, fra un po' scopriremo che l'arbitro De Santis era un benefattore dell'umanità. Io ho sempre saputo di Calciopoli, degli arbitri condizionati. Lo confesso, non ho avuto il coraggio di denunciare tutto, però, non ho esitato a testimoniare davanti ai pm di Napoli e, poi, in tribunale". Fissiamo il concetto sulla frase "non ho esitato" con la realtà dei fatti, ovvero che Cellino, in data 15 dicembre 2009, fu accompagnato coattamente in tribunale, non certo l'atteggiamento di chi smania di confessare o svuotare il sacco. Tra l'altro una deposizione piena di manie di persecuzione basate sull'antipatia reciproca per l'ex arbitro Massimo De Santis o di sentito dire. Tutto fumo e poco arrosto, anzi zero.