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La maglia della Juventus..


di ienaSenza passato, spesso, non c'è futuro. E non v'è dubbio che in molti si siano riconosciuti in questa frase fin dal 2006. Tutti, più o meno oscuramente, sentirono lo strappo di un sipario, un filo recidersi. Come spesso accade nelle vicende che toccano corde più profonde, anche su argomenti solo apparentemente meno importanti, tutti si accorsero che nulla sarebbe stato come prima. Tutti o quasi tutti. Dopo più di quattro anni il passato degli uni e il futuro degli altri sono ancora lì; bianconere Colonne d’Ercole che invitano alla prova e che ci provano, nel superarle, ad approdare al più tranquillo mare del presente. Ma come affrontare la prova? Come riallacciare il filo reciso? Dimenticando? Sembrerebbe questa la via suggerita dal canto delle Sirene, mediatiche e non. Anche se non sempre le Sirene sono benevole. E, forse, il loro melodico veleno potrebbe diventare nostro salvifico farmaco a patto di ricordarci che solo fra memoria e oblio si trova la Creazione. E, allora, dovremo guardarli da vicino i tre legnoli che compongono la cima del presente da ricomporre: Società, Squadra e Appassionati. Gli Appassionati è dalla prima ora che sembrano essere stati esiliati nei versi di T.S.Eliot:“…in quest’ultimo dei luoghi d’incontroNoi brancoliamo insiemeEvitiamo di parlareAmmassati su questa riva del tumido fiume…La speranza soltanto degli uomini vuoti”.Della Società (l’anima della cima) già molto è stato scritto e detto. Poco voglio aggiungere: se non che la rotta chiara può essere solo a chi la traccia.Del terzo legnolo, il più visibile ma negletto dal punto di vista psicologico, ora mi preme più di tutti: la Squadra. Spiace che, soprattutto i nuovi arrivati, indipendentemente dal tasso tecnico (non è questo il solo punto e, ora, nemmeno il più importante), debbano scoprire che indossare la maglia della Juventus, oggi, significhi indossare anche la “Lettera Scarlatta” che le fu cucita addosso nel 2006. Vorrei però dire a questi nuovi imbarcati sul “Pequod” bianconero, almeno per il ruolo che compete a loro, di trasformare lo “stigma” nello sprone a competere senza timore. Voglio vedervi giocare a viso aperto senza temere per il risultato. Voglio vedervi divertire. Voglio vedervi danzare in mezzo al caos. Solo così l’equipaggio tutto del Pequod troverà il suo pezzo d’oro, e dalla coffa qualcuno griderà: “Laggiù, soffia!”. E saremo passati oltre le Colonne d’Ercole dei nostri limiti e dei nostri esilii. Sulla rotta di un nuovo Spirito. Uno Spirito da guerriero antico. Volete voi danzare per noi?Videohttp://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1419