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L’insostenibile pesantezza di essere Juventus...


di C. NolaHo fatto passare un po' di tempo, per cercare di restituire un minimo di razionalità alla mia domenica, l'ennesima da quando inseguo quel che fu di "Juventus", per cercare di capire, analizzare e spiegare, prima a me e poi agli altri, il perché di questo ennesimo tracollo. Ci sono riuscito? Non lo so e anche se so perfettamente di avere un forte ascendente nel forum, di stima e di apprezzamento, per ciò che dico, per come lo dico (di questo ringrazio tutti gli utenti e la redazione), questa volta sarò un po' più diretto, e proprio per questo credito di stima e rispetto che credo di essermi guadagnato, vorrei farvi sentire la mia voce, anche se di rabbia e di delusione.Volete parlare della partita? No, facciamo un excursus sul quinquennio post porcopoli.Mettiamo un attimo da parte ciò che é stato il trattamento mediatico e della classe arbitrale nel corso di questo lustro (so che è dura, ma limitiamoci a guardarci in faccia senza tirar dentro gli altri).Nel triennio Deschamps-Ranieri la Juve si è poggiata solo ed unicamente sullo zoccolo duro del lascito della Triade e questo lo sappiamo bene, negarlo vuol dire essere in malafede. Ciò che il gruppo storico si portava dietro era la dignità di chiamarsi Juventus, era la rabbia di scendere in campo, era il noi contro voi e quello ha permesso a molti di loro di rendere ben oltre – forse - le reali possibilità, stante anche il veleno che albergava in ognuno di loro per l’infamia subita. Ma poi? Poi la vecchia guardia andava affievolendosi, le carte d'identità sbiadivano pian piano, l'immenso Pavel ci salutatava, David grottescamente ceduto, Mauro che perde definitivamente voglia, stimoli e rabbia; C. Zanetti balla solo una stagione, il capitano ormai é un di più e chi arriva, o è arrivato a sostituirli, non ha certo la loro statura tecnica, ma prima di tutto caratteriale.E si perché alla fine, da qualunque punto di vista la si voglia guardare, è una questione di carattere, di determinazione, di quella vis pugnandi che ti fa gettare il cuore oltre l'ostacolo sempre, ben conscio che la nostra non é una maglia ma un'eterna sfida contro tutti. Disse il grande Antonio Conte: “o sei Juventino o sei contro” e quindi durante il nostro dominio le provinciali, o le false grandi, salvavano magari la stagione contro di noi, salvo poi veder festeggiare noi a Maggio, imprecando e piangendo..E oggi? abbiamo passato una settimana dove davvero pareva di aver sollevato una champions, invece di una partita da 3 punti, importante, che dava morale, ma esattamente uguale alla partita di oggi. E invece bastano 5 minuti per renderti conto che questi giocatori contro un Lecce dimezzato erano scarichi di testa e ciò non si compra al mercato...La maglia pesa signori, molto più di quanto noi stessi pensiamo e non basta un affondo di Krasic, un lancio di Aquilani o un gol di Matri, serve spirito di appartenenza, voglia di non mollare un centimetro ed accettazione supina del fatto che ogni nostra partita é una guerra. La nostra storia é colma dei Zidane, dei Del Piero, dei Platini, ma vicino a questi generali c'erano guerrieri invincibili, dai Furino ai Davids, dai Conte, ai Bonini.Se un esercito manca di un generale, può combattere, se mancano i guerrieri, i presunti guerrieri, i generali sono i primi a cadere.Oggi più che mai manca la Juventus, nell'essenza pura del significato.http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1427