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Trezeguet a Tuttosport: «Mourinho-Juve? Magari!»


 «José è il numero 1. E i giocatori vadano a vedere la sala trofei...». Su Del Neri: «Lavora tanto, ma Agnelli sa che una Ferrari ha bisogno di un certo pilota». Il francese poi conferma: «Drenthe vuole la Juventus»
«No al Napoli per amore» Quarto posto possibile? AUDIO di F.Cornacchia TORINO, 23 febbraio - DAVID TREZEGUET, anche ora che è in Spagna, nel­l’Hercules, il suo coro all’O­limpico non manca mai. «Un’emozione unica, mi vengo­no ancora i brividi. E’ una fortu­na che hanno in pochi: e io ce l’ho. E’ il segno che faccio parte della storia della Juve. Essere nel cuore dei tifosi è il mio pal­lone d’Oro». I tifosi sognano un suo mat­ch d’addio. «Con Andrea Agnelli vo­gliamo organizzare un saluto come si deve. Dieci anni non si dimen­ticano. Mi piacerebbe una par­tita, con i miei compagni: Del Piero, Zidane, Montero, Camo­ranesi, Iuliano, Buffon... Ma an­che Lippi, Capello, Deschamps. Tutta gente che ha fatto la sto­ria del club. Farò di tutto per es­serci anche a marzo per il derby di solidarietà contro il Toro». Tra i tecnici, non ha nomina­to Ranieri. Stupito del divor­zio con la Roma? «La Roma puntava in alto, pro­babilmente non è riuscito a dar­le quanto chiedevano». Le ricorda la storia di Ranie­ri alla Juve? «Soprattutto all’inizio avevamo un buon feeling. Quello che non capiva, ma non era l’unico, è che alla Juve non si viene per par­lare di progetto e di futuro. Alla Juve si deve vincere e subito. Lo dice la storia e lo esigono i 12 milioni di tifosi». Anche in questo momento si parla di progetto: come le sembra la Juve da fuori? «Mi fa soffrire perché non riesce a ingranare e vincere titoli. Per quello che ha speso mi aspetta­vo di più. Mi permetto di dare un piccolo consiglio: per vincere servono campioni abituati a vincere, con una mentalità vincente. Gente a cui non de­vi spiegare, ma sa già co­me si arriva in alto. Con giocatori che si accon­tentano del 3°/4° po­sto alla Juve non si va avanti. Sono cose che Agnelli sa». Quanti campioni servono al­la Juve per vincere? «Almeno tre. Sui nomi non sa­prei, l’importante è che siano abituati a trionfare. L’esempio è il Milan: con Ibra è andata sul sicuro. Meglio una stella, che ot­to normali».