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100 milioni per vincere: ecco il piano mercato della Juve...


 I big deludono, c’è bisogno di un leader per reparto: come Mascherano, Vidic e Aguero. E c’è anche Beck che ha mostrato il suo carisma a gennaio restando all’Hoffenheim: «Un capitano non nuoce al gruppo»
Sissoko, stagione finita TORINO, 2 marzo - Al di là delle note­voli responsabilità di Gigi Del Neri per il disastroso inizio di 2011 della Juve, i giocatori nono sono esentati dal prendersi la loro parte di colpe. Vale per i nuovi arri­vati, ma ancor più per il co­siddetto zoccolo duro. Ri­spetto a un anno fa sono in­fatti cambiati i dirigenti, il tecnico, lo staff dei prepara­tori atletici, i medici, ecc. Non i risultati. Né la sensa­zione di impotenza trasmes­sa da una squadra bellicosa solo nei propositi, ma assai arrendevole appena un mat­ch presenta difficoltà sopra la norma. Unica eccezione (e in quanto tale sopravvaluta­ta nelle analisi di tecnico e dirigenti) la sfida con l’Inter, che ormai per la Juve rap­presenta la madre di tutte le partite, per la quale ven­gono sempre trovate energie e stimoli... extra- budget. De­stinata però a spegnersi non appena il “nemico” rientra a Milano. QUELLI VERI - Il prossimo di mercato dovrà assoluta­mente portare a Torino cam­pioni capaci di essere tali al più alto livello. Non i Tiago, i Poulsen, i Diego (sì, i Die­go), i Martinez. I nomi? Per il centrocampo - guai a pen­sare di essere a posto in quel reparto - serve un Javier Mascherano, trascinatore in una squadra caratteriale come l’Argentina, oltreché a Liverpool (e Anfield non po­sto per pavidi). L’argentino (con passaporto italiano) a Barcellona fa panchina, spa­zio per provarci dunque ce n’è. In difesa sarebbe perfet­to Nemanja Vidic, che certo ha la controindicazione di giocare nel Manchester Uni­ted. Il suo agente, Silvano Martina, è lo stesso di Gigi Buffon e questo potrebbe aprire uno spiraglio, anche se a questi livelli a spalan­care le porte sono solo i mi­lioni. La Juve, se vuole risa­lire la china, deve mettere in conto di stanziarne un centi­naio per il prossimo merca­to, considerato che una qua­rantina saranno assorbiti per i riscatti di chi già è in rosa. Stando a quel che dico­no in Germania doti di lea­dership ha Andreas Beck, giovane capitano dell’Hof­fenheim, che agli emissari bianconeri in gennaio ha spiegato di non voler lascia­re il suo club prima dell’e­state: «Perché metterei in difficoltà la squadra, che ha già perso Luis Gustavo» . Parole che fanno intravede­re qualcosa di importante, al di là del valore specifico del giocatore non ancora completamente testato. Quanto all’attacco, Matri è un ottimo acquisto, Qua­gliarella prima di infortu­narsi viaggiava a mille e To­ni potrebbe essere un signor rincalzo anche da qui a qualche mese. Per affianca­re il Milan ( Ibrahimovic, Pato, Robinho, Cassano) e l’Inter ( Eto’o, Milito e Paz­zini) però la Juve ha biso­gno di un fuoriclasse assolu­to. Uno come Sergio Aguero (comunitario dallo scorso 3 dicembre) che a ventidue anni ha già trascorsi impor­tantissimi e la comprensibi­le volontà di lasciare l’Atle­tico Madrid. Costa molto, Aguero. Ma, per esempio, meno di Tiago, Diego e Mar­tinez messi assieme (prova­te a fare i conti: 13+25+12=50!)... E non sa­rebbe un flop, ma un inve­stimento con straordinarie ricadute dal punto di vista sportivo, mediatico e quindi economico. Anche lui uno da (vera) Juve.