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« NOCERINO STA COL SUO CAPITANOLUCIANO MOGGI ALL'ATTACCO »

IL CAVALIERE E LA SUA SIGNORA

Post n°1216 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da corsivo79

A NOTTE FONDA L'ATTESA FIRMA: DEL PIERO E' BIANCONERO A VITA!

Dopo una Trattativa fiume di oltre dieci ore raggiunto l'accordo tra società e giocatore fino al 2010: a 33 anni il numero 10 ha accettato una decurtazione dell'ingaggio del 20% e prenderà meno di quattro milioni a stagione. Da una parte fratello e fiscalista dall’altra Blanc e Secco. A notte fonda l'arrivo del Capitano in sede per l'agognata firma: "Oggi ho compiuto una scelta decisiva per la mia carriera e per la mia vita. La Juventus mi ha dato tanto ed è qui che voglio continuare a vincere". Come Boniperti: oggi giocatore, domani dirigente e presidente. L'a.d. Blanc contento e soddisfatto: "Piena fiducia in Alessandro, scriverà ancora pagine della nostra storia".





DEL PIERO, JUVE FOREVER - La Stampa - Decide di non ammainare Alex Del Piero, la Juve, e il capitano accetta di rimanerne l’effigie, stampata da quindici stagioni. Sventolerà ancora la maglia numero dieci, potranno raccontare i fedeli bianconeri, e poco (o molto) conterà che il matrimonio s’è fatto per un taglio all’ingaggio: ma soldi (non spiccioli, comunque) e percentuali son faccende più da uomini d’affari, che da leggende, territorio sul quale corre ormai da tempo Pinturicchio. Il protagonista della telenovela, è arrivato in sede poco dopo le dieci di sera, per il prezioso autografo: al primo piano di corso Galileo Ferraris, a Torino, domicilio Juve, il fratello-manager Stefano, l’amministratore delegato Jean Claude Blanc e il direttore sportivo Alessio Secco stavano trattando da oltre undici ore. L’arrivo del capitano è stato solo il timbro di ceralacca, perché anche senza la firma in fondo al plico, arrivata alle 23, era chiaro da ore che quelle carte avrebbero raccontato il futuro di Alex. Sarà bianconero a vita, come chiedeva la maggior parte del popolo e, in fondo, come auspicavano entrambe le parti. Questo dice l’accordo biennale, che allunga l’esistenza juventina di Del Piero al 2010, quando il capitano vedrà l’alba dei 36 anni. Troncare adesso una storia iniziata nel settembre del 1993 avrebbe lasciato graffi su due icone del pallone che il destino ha intrecciato nella memoria di tutti, adoranti sudditi o accaniti nemici. Non c’è Juve senza Del Piero e non c’è Del Piero senza Juve, è stato lo spot in cima ai forum del web. E così sia. «Abbiamo raggiunto un risultato importante - ha detto alla fine Blanc - perché Del Piero è un campione del mondo e un esempio di stile. Continuerà a scrivere pagine importanti della nostra storia». Come in tutti gli affari, ognuno ha dovuto smussare spigoli. La Juve aveva fatto un passo di avvicinamento, abbandonando quella clausola d’uscita dal contratto esercitabile da entrambi alla fine del primo anno che aveva reso inaccettabile a Del Piero la proposta. Blanc e Secco avevano concesso due anni, ma non avevano ceduto sulla riduzione dello stipendio, che ora viaggia a poco meno di 5 milioni di euro a stagione: l’età usura pure i campioni. All’incasso, la nuova parcella per le pedate s’abbasserà ai 4 del primo anno, e ai 3,6 del secondo. Bella cifra, in ogni caso: «Del Piero non puoi comunque trattarlo come un giocatore normale», hanno ragionato nell’accampamento bianconero. Sulle cifre s’era insabbiata la trattativa, da settimane, dopo i primi tre incontri. Da lì, però, la Juve non si sarebbe mossa: «Non abbiamo fretta di chiudere», fu lo spiffero uscito dall’ultimo cda, che aveva cementato la fiducia attorno a Blanc, l’uomo del negoziato. Il francese, come con Trezeguet e Deschamps, aveva fatto l’offerta: prendere o lasciare. Attorno, s’è aggiunto il lavoro diplomatico di Alessio Secco, che Del Piero lo conosce da oltre dieci anni. Fu il ds, un giorno prima del ritiro, ad andare a cena con Nedved, trovando l’accordo, ed è stato lui, giovedì scorso, con il cielo ancora cupo, a far quattro chiacchiere con il capitano, a Vinovo.
Ovvio, nel frattempo, ci ha ripensato pure Del Piero. La fiducia in te stesso ti fa scalare pareti tremende, come pure lui ha fatto in carriera, ma può anche modificarti l’immagine ai tuoi occhi. «Il tempo passa, ma quando pensi a te, fai fatica a riconoscerlo», aveva ammesso Donadoni. E il capitano, forse, si è sempre sentito in grado di giocare qualsiasi sfida, anche quella contro il tempo. Qui c’è stato l’aiuto del fratello, da due mesi unico manager: «Saprà fare il meglio per me», aveva giurato Alex. Semplicemente, guardava da fuori. D’accordo, il taglio dell’ingaggio, ma non così robusto da intaccare una cifra che, a questi livelli, in Italia, forse nessuno gli avrebbe mai offerto. Chissà, forse pepite erano nascoste negli Emirati Arabi, in Giappone, o nell’amata America, da epigono di Beckham: non sarebbe stata la stessa cosa. «Questa è una storia che resterà impressa per decenni - disse Blanc - quella dei campioni del mondo che scesero in B e riconquistarono la Champions per fedeltà alla squadra». Uscire dalla favola adesso, sarebbe stato un peccato.
LA FIRMA NELLA NOTTE: "NON E' UN CONTRATTO DI FINE CARRIERA" - La Stampa - Pochi giorni fa il direttore sportivo della Juventus, Alessio Secco, dichiarava a Sky: «Il rischio di perdere Del Piero esiste». Invece il capitano non se ne va. Il pessimismo, non immotivato visti gli impacci nel firmare il nuovo contratto, è stato cancellato ieri al termine di una giornata estenuante: trattativa a oltranza, dalle 11 del mattino fino alle 11 di sera. Poi la firma di Alex convocato in sede alle 22,30 per prendere parte alla fase finale del confronto.
Dodici ore per far diventare Del Piero juventino a vita. Normale verrebbe da dire, perché quando c’è di mezzo il capitano le mezze misure sono abolite. Nel bene e nel male. Un bivacco di cronisti sotto la sede di corso Galileo Ferraris per tutto il giorno, groviglio di telecamere, occhi puntati verso le finestre dove la trattativa proseguiva serrata. E la gente curiosa di sapere. La presenza di telecamere ha attirato l’interesse dei tifosi. Alcuni hanno sostato in attesa per ore aspettando la fumata bianca, molti hanno fermato l’auto per chiedere se ci fossero novità. «Allora, ha firmato?» sempre uguale la domanda e a mezzanotte qualcuno è andato a casa più contento. Se si è arrivati a un accordo al quarto incontro, significa che innanzitutto da entrambe le parti c’era la volontà di continuare insieme il cammino, ma anche che si è trovata un’intesa smussando gli angoli più spigolosi delle rispettive posizioni. Così intorno alle 21, Stefano Del Piero, fratello-manager di Pinturicchio, poteva inviare ai giornalisti questo primo sms: «Stiamo preparando la bozza del contratto». Un’apprezzabile sensibilità da parte di chi cura gli interessi di Alex, aiutandolo a traghettarsi oltre i confini del 2008, data di scadenza dell’attuale contratto. Un prezioso aiuto quello di Del Piero senior, mentre la Juve manteneva il solito silenzio. Poi alle 23 il secondo sms: «Firmato». Il club bianconero si affidava al proprio sito internet per dare l’annuncio ufficiale. Capitolo chiuso. Ora Del Piero si concentrerà solo sul campo. Domenica giocherà di sicuro perché Iaquinta non recupera dalla bronchite. Era davvero una trattativa complessa («molto più difficile di quella per Trezeguet» ha spiegato un dirigente). Probabilmente siamo di fronte a un risultato di quasi parità. Non uno squallido 0-0, ma un 3-3 combattuto fino al novantesimo più recupero. Infatti sono stati gli aspetti dell’accordo da mettere a punto. Poi alla decima bottiglia di minerale scolata è arrivato Del Piero. I giochi erano fatti al secondo piano della sede. Tre finestre illuminate nel buio, grande via vai di dirigenti e impiegate nelle stanze in cui i conti sono stati fatti con grande precisione. Alex è salito, ha firmato, non ha brindato, se ne andato sulla Smart guidata da Stefano con il berrettino calato sugli occhi e le luci delle telecamere sulla faccia sorridente. Poi insieme a cena. Lui e il fratello a festeggiare il successo. Il primo importante del loro sodalizio. Oggi racconterà i suoi tormenti e le sue emozioni. Ieri sera ha detto: «Sono giorni splendidi: fra pochi giorni nascerà mio figlio e ora so che resterò alla Juve. Con questa firma ho compiuto una scelta decisiva per la mia carriera e per la mia vita. La Juventus mi ha dato tanto ed è qui che voglio continuare a vincere. Sono sereno e fiducioso perché condivido un progetto che sono certo ci permetterà di tornare a regalare grandi soddisfazioni a nostri tifosi».
ALEX HA FATTO LO SCONTO - Repubblica - E´finita: Del Piero ha firmato. La conclusione della telenovela è anticipata già ieri sera alle 20,42. «Stiamo preparando la bozza del contratto»: con queste sei parole, trasmesse via sms dal piano nobile di corso Galileo Ferraris 32, si conclude una vicenda protrattasi mesi ed una giornata che sembrava senza fine. L´accordo c´è, il matrimonio va avanti, la bandiera può continuare a sventolare sul pennone più alto. Del Piero ottiene un contratto biennale con scadenza 2010, 3,9 milioni il primo anno, 3,7 milioni il secondo. Non strappa garanzie tecniche, ma la spunta sulla questione del preparatore personale. E´ stato un parto travagliato, una trattativa sul filo dei nervi che ha rischiato più e più volte di saltare. Una vera e propria partita a scacchi, il cui esito finale è stato messo a rischio dalla fermezza delle parti, per nulla intenzionate a fare un passo indietro. Anche la giornata di ieri, nel suo piccolo, si è specchiata in un negoziato rigido durato mesi e quattro incontri chiave. Il martedì dell´accordo si è aperto in mattinata, poco dopo le 11, quando Stefano Del Piero, fratello maggiore di Alex e amministratore delegato di Edge - la società che cura gli interessi del numero dieci juventino - è entrato da un ingresso secondario nella sede bianconera. Ad attenderlo l´ad Blanc e il ds Secco. Del Piero s´è visto solo in tarda serata, alle 22,20, quando ha raggiunto la sede a bordo di una Smart per andare a firmare l´accordo. Fino a quel momento era stato il grande assente di giornata. Assente al mattino, quando le parti sembravano ancora lontane; al pomeriggio, quando il riavvicinamento è parso evidente anche per l´aggiunta al tavolo del presidente Cobolli Gigli; all´ora di cena, quando è stato il momento di stringersi la mano. Prima del suo arrivo, ad allungare il rapporto di lavoro ci ha pensato Stefano, che ha curato gli ultimi dettagli assistito anche da due consulenti finanziari, uno per parte. I punti chiave del contratto, quindi: rapporto biennale con scadenza nel 2010, emolumenti a decrescere, 3,9 milioni il primo anno, 3,7 milioni il secondo. E i famosi paletti di carattere tecnico (seconda punta e stop) di cui si è discusso a lungo nelle ultime settimane? Non se ne parla neppure, anche se a metà pomeriggio l´arrivo in sede di Ranieri aveva fatto pensare il contrario. «Ma io ero in un altro ufficio, ero qui per tutt´altra cosa» diceva lo stesso tecnico bianconero quando, alle 18,05, lasciava la sede. Del Piero vince invece la battaglia legata al preparatore atletico personale: si tratta di Giovanni Vaglini, una lunga militanza bianconera alle spalle: ha fatto parte dello staff di Ventrone e lo scorso anno era sempre presente a Vinovo.  Del Piero non lascia ma raddoppia. L´ultima lieta novella gliela serve calda calda il responsabile del settore medico: «Iaquinta ha la bronchite - dice il dottor Agricola - improbabile che recuperi per domenica». E così contro il Genoa toccherà al capitano, che potrà festeggiare il contratto appena siglato. Da seconda punta, ovviamente. 
L'ANNUNCIO UFFICIALE SUL SITO BIANCONERO - juventus.com - La Juventus ha rinnovato fino al 30 giugno 2010 il contratto di prestazione sportiva con Alessandro Del Piero. Il capitano è stato ricevuto dall’amministratore delegato Jean-Claude Blanc e dal direttore sportivo Alessio Secco nella sede della Juventus, e ha firmato l’accordo che lo legherà alla società per le prossime 2 stagioni.  Jean-Claude Blanc ha espresso la propria soddisfazione: «Oggi abbiamo raggiunto un risultato importante per il futuro della Juventus. L’accordo con Del Piero conferma le nostre ambizioni e la fiducia in un giocatore di valore assoluto che continuerà a mettere la sua esperienza al servizio della squadra e di milioni di tifosi. Del Piero è un campione del mondo, un esempio di comportamento e di stile, un calciatore di classe che continuerà a scrivere pagine importanti della nostra storia». L’accordo sottoscritto, oltre a un riconoscimento economico adeguato a un fuoriclasse, prevede di sviluppare ulteriormente le potenzialità di immagine del capitano in settori e paesi ancora inesplorati, grazie alla piena collaborazione della struttura commerciale della Juventus.  Il presidente Cobolli Gigli ha voluto sottolineare il valore di questo rinnovo: «Siamo estremamente soddisfatti perché l’accordo concorre a consolidare il rapporto di fiducia con un grande campione. Del Piero rappresenta i nostri valori e il nostro progetto. Nel corso della sua carriera si è sempre impegnato con passione e professionalità e ha onorato con grandi prestazioni la nostra maglia. Sono certo che sarà determinante per i prossimi anni». Anche Alessandro Del Piero ha voluto esprimere la sua soddisfazione: «Oggi ho compiuto una scelta decisiva per la mia carriera e per la mia vita. La Juventus mi ha dato tanto ed è qui che voglio continuare a vincere. La trattativa che ci ha portato alla firma è stata lunga, a tratti complessa, ma ci tengo a sottolineare l’impegno, da una parte di Jean Claude Blanc e di Alessio Secco e dall’altra di mio fratello Stefano e del dottor Dario Tosetti, presidente del Family Office che mi assiste da dieci anni. Sono sereno e fiducioso, perché condivido un progetto che sono certo ci permetterà di tornare a regalare grandi soddisfazioni ai nostri tifosi».
IL FINALE ERA GIA' SCRITTO - La Stampa - Onestamente non ci aspettavamo un epilogo diverso, la rottura di un matrimonio ultradecennale del quale ogni bilancio rischia di diventare un esercizio bizantino: se cioé abbia dato più Del Piero alla Juve o viceversa. Come dimostra l’ultimo rinnovo, il rapporto tra la squadra e il suo capitano continua a essere improntato al mutuo soccorso. Non ce lo aspettavamo per un motivo persino banale, certamente meno alto della mobilitazione di un popolo da sempre adorante: Alex, un contratto migliore, difficilmente l’avrebbe spuntato da altre parti, dubitiamo ai Queen’s Park Rangers di Briatore, che navigano nella serie B inglese, men che meno al Milan, al di là delle provocazioni di Ancelotti. Questo al netto della decurtazione di un buon 20 per cento dell’ingaggio, ovvero il prezzo dell’età, degli acciacchi che tornano e - perché no? - di una linea societaria poco indulgente con il passato. Dunque, fine del tormentone. Non è detto che lo sia anche dei tormenti di Del Piero, reduce dalla panchina di Firenze e dall’esclusione in Nazionale. Ci sono clausole che nessun accordo serio può prevedere, le famose garanzie tecniche. Ranieri ripropone la lezione di Capello, e Donadoni quella di Ranieri: nessun privilegio, una ragione ci sarà. Il resto è buon senso. La professionalità di Del Piero, il suo smisurato attaccamento al campo, soprattutto la sua enorme storia juventina non meritavano strappi o arroganze. Nemmeno fretta, infatti non ne hanno avuta. Chiuderà alla Juve, come era giusto che fosse.
COME BONIPERTI, SARA' LUI IL CAPO DEL FUTURO - Repubblica - Era come se, a suo tempo, Sandro Mazzola avesse salutato l´Inter o Rivera avesse fatto una pernacchia al Milan. Era come se Gigi Riva fosse fuggito dal Cagliari di notte. Va bene, era un´ altra epoca, ma certi nodi sono troppo stretti per essere sciolti, anzi nodo e corda si trasformano in una cosa sola. Con questo rinnovo biennale, Alessandro Del Piero può diventare lo juventino più emblematico della storia, e comunque se la gioca con Boniperti: scommettiamo che tra qualche anno, come il presidente che lo acquistò dal Padova nel 1993, anche Del Piero diventerà il capo della Juve? Nel frattempo continuerà a giocarci, magari un po´ meno di prima ma con la stessa passione, con l´identica vocazione di bellezza. Di storie così, il calcio non ne propone più. Come quei ragazzi che si conoscono alle elementari e poi si sposano, per non lasciarsi mai. Del Piero non poteva accettare che questo amore diventasse a cottimo, ti teniamo ancora due anni solo se giochi bene, dunque la Juventus ha lasciato perdere il biennale "a rendimento". Neppure si deve parlare di contratto alla carriera: è chiaro che le cifre scendono quando gli anni salgono, è stato realista Del Piero ad accettarlo (si parla, comunque, di una montagna di denaro) ed è stata intelligente la Juve a non arrotolare la sua bandiera: sarebbe stato un suicidio anche nei confronti dei tifosi. Alessandro Del Piero arrivò alla Juventus ragazzino, e adesso mette il suo ultimo autografo su un contratto aspettando la nascita del primo figlio. In quattordici anni è stato un campione smagliante, un´icona pubblicitaria, un cartone animato giapponese, un pupazzo di gommapiuma (il famigerato Alex), un eroe spezzato (due anni gli costò il ginocchio rotto a Udine), ha intrattenuto gli studenti universitari di Economia e ha vinto scudetti, Coppe, persino un mondiale. Le sue stagioni sono scandite da trionfi, cadute e cambi di pettinatura, il suo corpo si è modellato nel tempo (era un atleta gracile, è diventato un culturista dell´area), ci sono state le umiliazioni di Capello e i sospetti di Zeman, un processo per doping e una retrocessione per trucchi. Eppure Del Piero è ancora lì, idem la Juventus anche se è tutta cambiata: tutta, e tutto, meno il capitano, tutto fuorché il numero 10 strappato un giorno a Baggio e mai più restituito a nessuno. Il Padova lo pagò sette milioni alla squadra della parrocchia di San Vendemiano, Treviso. Boniperti lo strappò al Milan e fece benissimo. Trapattoni l´ha lanciato, Lippi l´ha modellato, Ancelotti l´ha aspettato, ancora Lippi l´ha goduto («Del Piero? È la Juventus»), Capello l´ha emarginato (invano), Deschamps l´ha ringraziato, adesso Ranieri deve gestirlo sapendo che si tratta, insieme, di un totem, di un trentatreenne, di un fuoriclasse e di un enorme ingombro per tutti. «Una cosa sola, ho capito alla Juventus» disse Fabrizio Miccoli prima di andarsene senza lasciare il segno. «Qui puoi fare tutto, ma non metterti in competizione con Del Piero». Quando appenderà le scarpette al chiodo d´oro, con un diamante come capocchia, Del Piero sarà lo juventino con più presenze e più gol (lo è già) nella storia di una squadra che rappresenta, a sua volta, un po´ di storia di una nazione. L´avvocato Agnelli, che molto lo amò, si divertiva a giocare con i chiaroscuri di questo campione che è anche una persona seria: lo chiamò Pinturicchio e Godot, ma è per quelli come lui che andava allo stadio, che tutti noi ci andiamo. Quattordici anni di bellezza senza tempo. E se un giorno qualcuno si dimenticherà l´anno di nascita, e domanderà "di che classe è Del Piero?", non si potrà che rispondere: classe immensa.
IAQUINTA IN DUBBIO PER DOMENICA - La Juventus molto probabilmente dovra’ fare a meno di Iaquinta per la gara di campionato contro il Genoa. La conferma arriva dalla stessa societa’ bianconera che ha fatto sapere che “il giocatore viene curato con un'intensa dose di antibiotici, le sue condizioni dovrebbero migliorare in un paio di giorni, ma al momento non è possibile fare previsioni sul suo recupero per domenica”. Buone notizie invece per Mauro German Camoranesi. La risonanza magnetica effettuata oggi dal giocatore ha evidenziato la risoluzione del quadro distrattivo ed e’ probabile che presto possa tornare a lavorare con i compagni di squadra.
TREZEGOL HA RECUPERATO - Eurosport - La Juventus ha ripreso la preparazione in vista della gara di domenica sera contro il Genoa. La truppa bianconera ha ricominciato a lavorare dopo i tre giorni di riposo assoluto concessi dal tecnico Ranieri alla squadra. Si sono rivisti con il gruppo Marchionni e Camoranesi, che hanno svolto lo stesso lavoro degli altri. In gruppo anche Trezeguet, che la scorsa settimana era stato tenuto a riposo per un problema al tendine rotuleo. Palladino, invece che era alle prese con una distorsione al ginocchio, ha svolto un lavoro differenziato con il preparatore atletico. Ranieri ha fatto svolgere ai suoi una seduta prettamente tattica. Erano assenti Iaquinta, Boumsong e Andrade, quest’ultimo a Marsiglia per sottoporsi a un controllo medico al ginocchio. Naturalmente non erano presenti anche i Nazionali Criscito (Under 21), Nocerino e Chiellini. C`e` attesa intanto per sapere l`esito del colloquio previsto tra il manager di Del Piero e la societa` per il rinnovo del contratto del capitano bianconero. L`annuncio, in caso di prolungamento dell`accordo, potrebbe essere dato gia` oggi.
"UN CALCIO NEL CUORE": LIBRO-MISTERO DI MOGGI - Repubblica -  L´invito parla genericamente di conferenza stampa, «Luciano Moggi: la mia verità su Calciopoli, le intercettazioni e quarant´anni di calcio italiano». Nient´altro. Mistero. In realtà, stamattina a Milano viene presentato il primo libro di Luciano Moggi. Titolo: «Un calcio nel cuore», edito da Tea (gruppo Longanesi), 256 pagine, niente foto tanto il "capo della cupola", nel giudizio dei pm di Napoli, lo conoscono tutti. Moggi ha scritto il libro con il giornalista Enzo Bucchioni. C´è tutta la sua vita. Da quando bambino faceva propaganda per la Dc, i primi colpi di mercato, l´ultimo (Ibrahimovic), la Gea del figlio Alessandro, la Juve degli Agnelli, le intercettazioni, la fede, ecc.. Ultimo capitolo dedicato a Petrucci e alla giustizia sportiva. «Farà scalpore», è convinto Moggi. «La gente capirà». L´embargo sul libro è clamorosamente saltato per un disguido sabato scorso: alcune copie, per sbaglio, sono state vendute in un autogrill di Sestri Levante e subito ritirate. Sarà un best seller? Ci spera Moggi. «E´ arrivato il momento di dire la verità». La sua. 

 
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