JUVENTUS

IL SUICIDIO DELLA JUVE


di Corsivo79Scrivere articoli è da circa sei anni la mia professione e naturalmente una grande passione, ma francamente non mi era mai capitato di redigere e pubblicare il testo di un necrologio. La Vecchia Signora, infatti, ha deciso di togliersi la vita e nel tardo pomeriggio di ieri ne ha dato il triste annuncio il suo avvocato Cesare Zaccone, chiamato all'arringa difensiva dirimpetto al giudice della Caf Cesare Ruperto: "Sarebbe congrua la pena richiesta per le altre tre societa. La pena accettabile sarebbe la serie B con punti di penalizzazione", ha declamato tra lo stupore dell'aula il legale bianconero, che per inciso è considerato uno dei principi del foro torinese, mica uno sbarbatello fresco di laurea in giurisprudenza. Non può essere stata solo una gaffe, come qualcuno s'è affrettato a commentare. No. E' stata piuttosto una vera e propria assunzione di responsabilità, avallata in toto dai vertici societari, che sin dalle prime battute di questo scandalo non hanno fatto nulla per evitare che la nostra squadra cadesse nel baratro. Anzi. A chi ha seguito le vicende di casa Juve con estrema attenzione non   è sfuggito l'atteggiamento ambiguo ed arrendevole della stessa società , rimasta spesso e volentieri silente dinanzi ai feroci attacchi subiti dalla stampa e dall'opinione pubblica, salvo poi confezionare qualche striminzito comunicato per prendere le distanze dall'operato della Triade e chiedere un processo equo. A pensar male si fa peccato, ma il sospetto adombrato in queste settimane  da tanti tifosi bianconeri, tra i quali il sottoscritto, potrebbe essere fondato: ovverosia, la nostra cara Proprietà (Agnelli + Elkann = Ifil) ha lavorato sin dall'inizio per far sì che la squadra fosse retrocessa in Serie B, perseguendo così benefici e tornaconti contingenti. Potrebbe aver programmato di disputare almeno due anni nella serie cadetta (da qui anche la penalizzazione), al fine di snellire il monte ingaggi, incassare ingenti emolumenti dalla cessione dei giocatori e completare il progetto-stadio limitando al minimo gli investimeneti, per poi risalire serenamente in A con una squadra di giovanotti di belle speranze. Dal punto di vista finanziario, d'altronde,  ha ben poco da perdere, dal momento che gli sponsors (vedi Nilke, Sky Mediaset ecc. ) hanno già fatto sapere che rinnoveranno i contratti a prescindere. Inoltre non si deve sottovalutare l'aspetto borsistico:  nella serie cadetta il valore azionario della Juventus sarebbe notevolmente ridotto e dunque rastrellabile da un unico proprietario (Ifil) a prezzi assai vantaggiosi. Le richieste di Palazzi, tuttavia, sembrano aver spiazzato la difesa bianconera, che posta davanti al concreto rischio di finire in Serie C (e quindi sull'orlo del fallimento)  si è dovuta prostrare al giudice della Caf  e proporre una sorta di patteggiamento: "Serie B con penalizzazione". Peccato che così facendo, Zaccone abbia contraddetto la sua stessa strategia difensiva. L'avvocato bianconero, infatti, si è presentato alla Caf per spiegare che "gli  indizi non provano in modo chiaro le responsabilità di Moggi e di Giraudo". Che "Moggi non aveva la rappresentanza legale della Juventus, era un dipendente, ergo si può imputare alla società tuttalpiù la responsabilità oggettiva". Che "gli elementi probatori prospettano la violazione dell'articolo 1 (lealtà), non dell'articolo 6 (illecito)". Stranamente però Zaccone propone una sanzione che non è attinente all'articolo 1, quanto piuttosto all'articolo 6. Ed in effetti mai nessuna squadra ha pagato con la retrocessione la "responsabilità oggettiva". Morale della favola: si aprono drammatici scenari per la Vecchia Signora, confermati indirettamente dallo stesso legale bianconero, nella parte finale dell'arringa: "La sanzione richiesta dalla procura provocherebbe la svalutazione dell'80% del parco giocatori. Sono in pericolo il 79% dei proventi del club. La Juventus, che è quotata in Borsa nella quale hanno investito azionisti privati, non ha un mecenate alle spalle disponibile ad investire del denaro. L'unico parametro di valutazione, quindi, è la gravità dei fatti, che a mio avviso va largamente ridimensionata". E' inquietante sentire da un rappresentante della società  che la  Juve "non ha un mecenate alle spalle". Ciò significa che la nostra cara e simpatica società demoggizzata non ha nessuna intenzione di scucire un centesimo per il bene ed il futuro della squadra. Mi chiedo come Elkann, Gabetti, ed il neopresidente Cobolli Gigli possano sperare di contrastrare lo strapotere di Real, Chelsea e Milan con i vari Mirante, Paro, Konko e Palladino. Se queste sono le premesse non vedo altra alternativa: vendere la Juventus. E' dai tempi di Zavarov che la Famiglia Agnelli non caccia fuori un soldo. Negli ultimi dodici anni il vero mecenate della Vecchia Signora è stato Luciano Moggi, che ormai passa per essere un bandito, ma era soprattutto il "Re del mercato". L'unico dirigente "senza portafoglio" in grado di acquistare gratis o quasi campioni e fuoriclasse del calibro di Zidane, Davids, Deschamps, Di Livio, Ravanelli, Peruzzi, Montero, Paolo Sousa, Inzaghi, Torricelli, Vieri,  Zambrotta, Balzaretti,  Camoranesi, Mutu, Chiellini, Marchionni, Zanetti e tanti altri. Molti dei quali  rivenduti per rimpinguare le casse societarie. Spero di sbagliarmi, ma di questo passo tra qualche anno saremo costretti a rimpiangere la "Triade".