JUVENTUS

Post N° 691


"CONDANNATI ALLA B SENZA LO STRACCIO DI UNA PROVA"Il presidente Cobolli Gigli: «Ma quale teorema Moggi. Sono incazzato: è una sentenza inaudita.  Non voglio fare paragoni con gli altri, dico soltanto che a noi ce l’hanno messa in quel posto. Faremo ricorso e andremo fino in fondo, dobbiamo tutelare 13 milioni di tifosi ed piccoli azionisti»TORINO - "Sono incazzato più che arrabbiato, sento che a noi l'hanno messa in quel posto. Punto e a capo", dice a caldo il presidente della Juve Giovanni Cobolli Gigli. "La nostra fiducia nei giudici è stata mal riposta: inaccettabile la penalizzazione di 30 punti anticipando che la sentenza sarà impugnata. Noi avevamo dato chiari segni di voler cambiare, ma non capisco come si possa essere esclusi dal campionato 2005-06.  Ci aspettavano una sentenza equilibrata, ma la società è stata colpita con eccessiva durezza. Gli episodi sono comparabili alle altre squadre, ma la punizione per noi è più dura e le partite che ci vengono contestate sono solo due. Vanno tutelati i tifosi e i piccoli azionisti e lo faremo in appello. Non sono state colpite le persone fisiche ma 12-13 milioni di tifosi. La mia fiducia nella giustizia ha qualche crepa", conclude il presidente bianconero che fa due appelli: "Alla squadra chiedo di cercare di arrivare più in alto ed ai tifosi chiedo calma e serietà". La Juventus Football Club è retrocessa per la prima volta in 109 anni di storia. Ha due scudetti in meno (come se Capello non fosse mai passato da qui) e, quel è peggio, finisce direttamente nel Polo Sud della serie B, nel gelo di quei trenta punti sotto zero, di un purgatorio destinato a durare più di un campionato. Lo scorso anno in B si entrò ai play off con 66 punti. Se il campionato dunque fosse simile la Juve dovrebbe farne 96 sui 126 a disposizione...Dentro, le lampade al neon della sede sono accese, gli schermi al plasma rileggono come una tortura la notizia dell´esecuzione, carabinieri in tenuta anti sommossa (non hanno dovuto muovere neanche un dito: i tifosi era sparuti e basiti) e vigilantes privati proteggono i dirigenti chiusi dentro al fortino: ci sono Cobolli Gigli, Blanc, Sant´Albano, qualche impiegato. Bettega se n´era andato, a bordo di un´auto aziendale, due minuti prima delle sette, cioè l´ora da cui sarebbe cominciato il conto alla rovescia verso la sentenza.Aspettano la mannaia di Ruperto davanti alla televisione, la rabbia si sostituisce in fretta all´ottimismo che, negli ultimi giorni, la Juventus aveva coltivato con tanta cura. Il presidente Cobolli Gigli si sfoga subito con la Rai, in diretta, mentre il resto della stampa internazionale resta accampata in attesa di parole arrivate poi per iscritto e lette dall´amministratore delegato Jean Claud Blanc, diciannove righe in corpo 22, quindi in caratteri cubitali: «È inaudito. Da un tribunale composto da giuristi di questa caratura ci aspettavamo una sentenza equilibrata, sia nella forma che nella sostanza. Evidentemente le nostre aspettative sono state mal riposte. Queste sentenze sono chiaramente il segno di una volontà di colpire la società con eccessiva durezza. Non comprendiamo la differenza di metro di giudizio applicato ai casi esaminati. Come dimostrato ampiamente dai fatti, gli episodi sotto osservazione della giustizia sportiva per la Juventus sono assolutamente comparabili a quelli contestati alle altre squadre. Con la differenza che nel nostro caso si tratta di due sole partite. In questo momento la nostra priorità è dunque tutelare l´interesse dei nostri tifosi e dei piccoli azionisti, e lo faremo subito impugnando la sentenza davanti al Consiglio Federale».Blanc parla sul marciapiede davanti alla sede, sotto il balcone dal quale, da qualche giorno, è scomparsa la bandiera del ventinovesimo scudetto, sostituita da un sobrio tricolore, e di fronte allo striscione ormai sbrecciato con cui i tifosi invitano i giocatori a «dimostrare amore per la maglia», rimanendo anche in questa squadra surgelata dalla sentenza. Salvo rare eccezioni, non accadrà: il Real Madrid ha quasi definito l´acquisto di Emerson, Cannavaro e Zambrotta (ma per i due terzini si stanno muovendo anche Manchester e Milan), Camoranesi è conteso da Valencia e Bayern, l´Inter pensa a Vieira e il Manchester anche a Ibrahimovic. Sarà un altro choc, per questa Juve disfatta. Uno stillicidio di divorzi: forse, peggio che prendere una botta forte ma in un colpo solo.Su quel marciapiede i tifosi ricominciano con i cori, incoraggiano il presidente Cobolli Gigli (che, sul tardi, apparirà lui pure sul selciato) a dare battaglia, insultano le moltissime automobili che sfrecciano per corso Galileo Ferraris strombazzando prima di continuare il corteo verso il centro della città, ed è ovvio che non si tratti di bianconeri felici per avere evitato la serie C. Ora la Juve preparerà il ricorso, cui avrebbe rinunciato se la sentenza fosse stata più mite: invece, e lo si intuisce chiaramente da quel nervoso comunicato, si è sentita tradita dalla Caf di Ruberto, alla quale pensava di avere offerto una collaborazione sufficiente per meritare un po´ di indulgenza.  Intanto la squadra comincerà a lavorare oggi pomeriggio ad Acqui Terme, agli ordini di Deschamps, con Bojinov, Zanetti e tanti giovani recuperati in giro per l´Italia. E con il tremendo sospetto che al Polo Sud la vita sarà dura, molto dura. LE REAZIONI: Una riunione con gli avvocati per preparare il comunicato di commento, studiando le parole e limando le virgole. Poi però Giovanni Cobolli Gigli, manager catapultato sulla scena bianconera nel momento peggiore della storia juventina, lascia da parte le diplomazie e sbotta: «Altro che arrabbiato, sono incazzato». Pochi minuti prima, di fronte ai microfoni, aveva trattenuto il termine: «Una penalizzazione di 30 punti? Inaudito». Che non si tratti di una «incazzatura» di maniera, di quelle studiate con gli avvocati per spuntare sconti in appello, lo dimostra il tono stesso del comunicato ufficiale della società. Che giunge, tra le righe, a mettere in discussione la professionalità dei giudici. Lo legge il nuovo amministratore delegato, Jean Claude Blanc. Anche lui parla di punizione «inaudita». Tra i consiglieri di amministrazione della nuova Juve si indigna Marco Tardelli: «Lungi da me l´idea di salvare Moggi e Giraudo. Ma non è giusto che a pagare siano solo loro quando i dirigenti delle altre squadre hanno strappato pene ridicole. Trenta punti di penalizzazione significa rimanere in B due anni». Brucia a Torino il salvataggio degli ex alleati del Milan: «Tutte le squadre coinvolte - dice Tardelli - dovevano essere mandate in serie B».Gli avvocati preparano l´appello alla Corte Federale. Fulvio Gianaria riferisce la prima reazione del suo noto cliente, Luciano Moggi. Lo ha appena sentito al telefono: «Sono amareggiato - dice Moggi - perché in questa storia finiscono per pagare i tifosi. Non parlo solo dei tifosi della Juve ma di quelli di tutte le squadre coinvolte. Se anche noi dirigenti possiamo aver commesso qualche errore, questo non ha mai inciso sui risultati del campo». Perché agitarsi tanto, dunque, se l´effetto sulle partite era nullo? Gianaria risponde per il suo cliente: «Capita a tutti nel lavoro di farsi prendere da eccessi di zelo. In ogni caso con questa sentenza la Juve è stata giustiziata». Il legale di Antonio Giraudo, Luigi Chiappero, annuncia il ricorso in appello circondato da una folla di tifosi furiosi e parla di «sentenza incomprensibile. Perché revocare lo scudetto del 2006 se non ci sono episodi contestati nell´ultimo campionato?».Chi non è pentito è Cesare Zaccone, legale della società bianconera. La sua sortita in aula («Presidente una B con penalizzazione non ci andrebbe male») è stata al centro di dibattiti e interpretazioni. Si ritiene accontentato avvocato? «Assolutamente no. La sentenza utilizza due pesi e due misure. Ci condanna pesantemente mentre punisce molto meno altre società che dovevano rispondere di fatti analoghi a quelli contestati a noi». Le intercettazioni di Moggi e Giraudo erano però prevalenti su quelle dei dirigenti di altre squadre: «Ma qui non si tratta di punire chi telefonava. Si trattava di contestare episodi specifici. E sugli episodi specifici la Juventus è nella stessa situazione delle altre società coinvolte». Oggi farebbe nuovamente la proposta al presidente della corte? «Quella frase l´ho detta perché so come funziona la giustizia sportiva e so che una penalizzazione era prevedibile anche se non la trovo giusta. Quel che mi colpisce è la disparità di trattamento».Per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, questa è la seconda estate consecutiva trascorsa alle prese con i guai del calcio. Lo scorso anno era toccato al Torino, salvato in B dal lodo Petrucci. Quest´anno deve commentare le traversie bianconere. Nonostante la sua fede granata il sindaco trova eccessiva la punizione inflitta alla Juve: «La penalizzazione a due cifre mi sembra un po´ fuori dall´ordinario, una sanzione pesante. La società ha già dato segnali di rinnovamento e noi l´aiuteremo a proseguire su questa strada. Saremo al loro fianco perché la Juve torni ad essere la Vecchia Signora del calcio italiano».