JUVENTUS

Post N° 841


MANEGGIONI A PIEDE LIBEROFALSO IN BILANCIO,  ACQUISITE DA GDF CARTE IN SEDI MILAN E INTERMa guarda caso per i potenti club si parla ancora una volta di prescrizione. Alla faccia del calcio pulito. 
La guardia di finanza su ordine del pm Carlo Nocerino ha acquisito carte e documenti nelle sedi di Milan e Inter nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nei bilanci tra il 1999 e il 2003. La notizia trapela solo adesso, sebbene l'operazione di acquisizione sia stata effettuata nei giorni scorsi, e al magistrato intanto è stata anche consegnata una perizia sui criteri valutativi con cui era stato determinato il valore di alcuni calciatori inserito nei bilanci delle due società di calcio. Il valore secondo l'accusa sarebbe stato infatti gonfiato. Sia l'acquisizione nelle sedi, sia la perizia servono alla procura per completare il quadro accusatorio in vista degli interrogatori degli indagati programmati a quanto si apprende per le prossime settimane. Saranno sentiti Adriano Galliani, amministatore delegato del Milan, Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro legali rappresentanti dell'Inter. Da tempo i loro nomi sono nel registro degli indagati con l'accusa di falso in bilancio e frode fiscale. L'inchiesta milanese era stata aperta dopo l'arrivo da Roma dell'esposto del patron del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara che nella capitale aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati per falso in bilancio del presidente giallorosso Franco Sensi e dell'ex numero uno della Lazio Sergio Cragnotti. La situazione delle squadre milanesi è diversa da quella di Roma e Lazio, dal momento che Milan e Inter non sono quotate in Borsa e non è certo una differenza da poco anche alla luce della modifica relativa alla legge sui reati societari intervenuta nell'aprile del 2003. Per le società non quotate il reato è contestabile solo su querela da parte di azionisti che almeno per adesso per Milan e Inter non c'è e che difficilmente ci sarà, dal momento che per esempio le plusvalenze realizzate sulla compravendita dei calciatori hanno attutito il "rosso" favorendo i soci che sottoscrissero un aumento di capitale più basso. Mentre l'accusa di frode fiscale potrebbe essere stata sanata dal condono, al quale, per esempio, ricordiamo, il Milan aderì nel 2003 versando un importo complessivo di 4 milioni 202 mila euro. Sempre nello stesso anno l'Inter aderì al condono pagando 68.968 euro. La procura deciderà cosa fare all'esito degli interrogatori degli indagati, ma l'intera vicenda è comunque a fortissimo rischio di prescrizione. (Apcom)