JUVENTUS

Post N° 900


UNA FOLLA IMMENSA PER ALESSIO E RICKY JUVE, LACRIME SENZA FINETante lacrime, immenso dolore, qualche svenimento e un lungo applauso finale: è stata fortissima la commozione di parenti e amici nel rosario per Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, i due calciatori delle giovanili della Juventus annegati in un laghetto del centro sportivo Mondo Juve. Intanto prosegue l'inchiesta: nel mirino dei pm le misure di sicurezza.
 IL ROSARIO. Prega, padre Giovanni Giraudo, il parroco della chiesa di Madonna delle Rose. Recita il rosario per Alessio e Riccardo, davanti a mille e più persone. Cerca le parole giuste per dare conforto: «Il viaggio di questi due ragazzi in mezzo a noi si è interrotto all’improvviso, ma la loro vita continua: in un altro mondo e nei nostri cuori».Finisce così un’altra giornata di dolore: la famiglia Ferramosca chiusa in casa, i Neri al campo di Vinovo per cercare risposte ai troppi perché. Sul fronte delle indagini ieri i carabinieri e l’Asl 8 hanno acquisito il piano di sicurezza di Mondo Juve e il regolamento di spogliatoio dei giocatori delle giovanili. Oggi la Procura darà pure incarico al medico legale di eseguire l’autopsia sui corpi dei giovani. In chiesa però c’è posto soltanto per le lacrime, silenzio spezzato dai singhiozzi. In prima fila ci sono le famiglie. Lucio Ferramosca, il padre di Alessio, appoggia una sciarpa della Juventus sopra il banco. Tiene la mano di sua moglie Angela, parole dolci sussurrate all’orecchio. Due file indietro qualcuno si sente male. Claudia, la mamma di Riccardo Neri, segue la preghiera con la testa appoggiata sulla spalla di papà Franco. In prima fila c’è una fetta di dirigenza bianconera: l’amministratore delegato Jean-Claude Blanc, il direttore sportivo Secco, il tecnico Deschamps, impietrito al fianco di Michelangelo Rampulla, gli occhi rossi e le labbra che mormorano preghiere. L’altare è circondato da decine di tute della Juventus, quelle dei compagni di squadra, dei dirigenti e degli accompagnatori. Ciro Ferrara e Gianluca Pessotto seguono la cerimonia defilati in un angolo lontano.«Oggi ciascuno di noi ha bisogno di trovare conforto nell’altro per sopportare lo strazio di questa tragedia», dice padre Giovanni. Poi, c’è spazio soltanto per il lungo applauso della chiesa e quella foto che Enzo, il fratello maggiore di Alessio, solleva perché tutti la vedano. Ritrae Alessio con la maglia della Juve. ( La Stampa)L'INCHIESTA. Obiettivo puntato sulle norme di sicurezza. Sarebbero queste più dei tempi di soccorso l´oggetto delle indagini della procura di Torino sull´incidente che venerdì è costato la vita a due ragazzi delle squadre giovanili della Juventus nel laghetto del centro sportivo di Vinovo. Sabato i pm Gabriella Viglione e Alberto Benso, coordinati dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, hanno interrogato i cinque indagati: l´ad bianconero Jean Claude Blanc, il responsabile della società Semana, che gestisce l´impianto, Renato Opezzi, i due allenatori Maurizio Schincaglia e Lorenzo Frison, e il direttore del personale bianconero Alessandro Sorbone. Oggi i pm dovranno affidare la perizia necroscopica: l´autopsia sui corpi di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri verrà eseguita probabilmente domani.Ancora ieri le famiglie dei due ragazzi, riunite nella chiesa di Madonna delle Rose per il rosario, hanno chiesto di chiarire i punti oscuri della tragedia. «Quel che stiamo cercando di capire - spiega Guariniello - è se sono state rispettate le norme previste dalla legislazione sul lavoro». I due ragazzi infatti erano sotto contratto per la Juventus e dal punto di vista legale risultano lavoratori dipendenti a tutti gli effetti. «L´indagine - aggiunge Guariniello - è ancora nella fase iniziale. Stiamo cercando di capire se sono state rispettate sia le norme che impongono precauzioni particolari sia quelle che obbligano i datori di lavoro alla vigilanza. La legge dice infatti che il titolare di un´azienda è il primo responsabile di quanto accade sul luogo di lavoro».Naturalmente Guariniello non può e non vuole entrare nel dettaglio di un´indagine che si preannuncia delicata e complessa. Parla di principi generali della legge. Ma si sofferma su due punti che spiegano come mai siano stati indagati i cinque responsabili juventini. «Un atto dovuto», ha detto nei giorni scorsi l´avvocato Luigi Chiappero, legale della società. Certamente. Ma è un fatto che nell´elenco non compaiano i responsabili delle strutture di soccorso intervenute, i vigili del fuoco prima e il 118 poi. Segno che la procura non sembra attribuire particolare importanza, almeno in questa fase, alle voci su possibili ritardi nell´aiuto, scattati evidentemente non appena da Vinovo è stato dato l´allarme.Si torna dunque alle eventuali responsabilità dei dirigenti juventini. Responsabilità che potrebbero riguardare quanto è stato fatto o non è stato fatto in via preventiva, per tutelare la sicurezza dei ragazzi che si allenano ogni giorno a Vinovo. È indubbio che la recinzione intorno al laghetto servisse a impedire che qualcuno, accidentalmente, cadesse nello specchio d´acqua. Era sufficiente quella rete per costituire un deterrente? La normativa impone anche ai datori di lavoro di illustrare ai dipendenti le norme di sicurezza: che cosa dicevano quelle norme a Vinovo e perché non sono state rispettate? Interrogativi a cui dovranno probabilmente rispondere sia Blanc sia il direttore del personale Sorbone sia l´ad della Semana Opezzi.Il secondo capitolo da affrontare è quello della vigilanza e non può che coinvolgere direttamente gli allenatori dei due ragazzi: Maurizio Schincaglia, responsabile dei «Berretti» e Lorenzo Frison che allena i portieri. Perché Alessio Ferramosca e il portiere Riccardo Neri sono rimasti in campo dopo le 17,30, orario di chiusura dell´allenamento? È vero che nessuno dei responsabili è rimasto a vigilare su di loro? E se sì, perché? L´ultimo interrogativo da chiarire riguarda le abitudini: era normale che i ragazzi scavalcassero la recinzione per recuperare i palloni caduti nel laghetto? E, in questo caso, lo facevano di nascosto dai responsabili o qualcuno dei dirigenti, pur sapendolo, non lo impediva? (Repubblica)IN RICORDO DI ALE E RICKY. Sono tantissimi i messaggi e i pensieri che gli sportivi hanno inviato in ricordo di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, scomparsi venerdì scorso. Se anche voi volete lasciare un messaggio, scrivete alla casella di posta della società. Saranno raccolti e pubblicati in ricordo di Ale e Ricky: juventus@juventus.com.