JUVENTUS

DAVID TREZEGOL


"LA MIA JUVE DA SCUDETTO"Il bomber transalpino in esclusiva per il quotidiano di "Famiglia" La Stampa parla del fresco rinnovo del contratto e guarda al futuro con grande fiducia: "Questa squadra può vincere subito il titolo, abbiamo giocatori motivatissimi. Il campionato sarà la nostra Champions. Avevo importanti offerte dall'estero, ma io ho la Juve nel cuore e sono felicissimo di essere rimasto. Ranieri mi ha chiamato per dirmi che era contento. Che strano: si è ripetuta la storia con Capello e per me essere al centro dell’attenzione ed avere la fiducia dell’allenatore è tutto. Il gesto all'ultima giornata? Ero fuori di testa".
INTERVISTA - La Stampa - Champagne per brindare a un contratto. Lunedì sera alle 23,30 David Trezeguet era un uomo soddisfatto. Attorno a lui, al solito tavolo alla «Cantinella», gli amici più fidati. Da un paio d’ore aveva messo la firma sul’accordo che lo legherà alla Juventus fino al 2011. Ieri mattina è passato da Montecarlo a prendere moglie e figlio e poi via verso la Martinica. L’ultima parte di vacanza. Ancora da juventino.Trezeguet, è questa la sorpresa, l’11 luglio sarà a Pinzolo. Nessuno pensava più che un riavvicinamento fosse possibile. Poi?«Poi io ho la Juve nel cuore e volevo continuare. A un certo punto pareva non ci fossero più le condizioni per andare avanti, invece la storia prosegue e io sono un uomo felice, molto felice. Perché di qui non avrei mai più voluto andarmene».Lunedì sera suo padre era raggiante. Merito anche suo se è finito tutto bene?«Sicuramente ha sofferto più di me. A cominciare da quando sono rimasto in B, per arrivare fino a questa trattativa delicata. Sono contento che si sia trovato un punto d’intesa. Merito di chi mi ha assistito e anche della società».Si trattava di non irrigidirsi su certe posizioni?«Diciamo che tutti abbiamo fatto un passo indietro. Da parte mia l’ho fatto con grande piacere perché ci tenevo a restare per continuare la mia storia».Cosa l’ha convinta?«Il progetto ambizioso che mi hanno esposto. Sono rimasti giocatori importanti, altri di un certo livello sono arrivati. C’è tutto per fare bene».Dal punto di vista economico forse hanno vinto loro?«Abbiamo trovato una via di mezzo fra la richiesta e l’offerta. La società ha fatto uno sforzo, io mi sono adattato. Ma quello che mi interessava era capire fino a che punto la Juve volesse gettare delle basi solide per il futuro. Ora sono più tranquillo».Come Buffon resta anche senza Champions?«Noi possiamo vincere lo scudetto subito. Sarà difficile, ma non impossibile se troviamo subito le motivazioni. Il campionato sarà la nostra Champions. Ci sarà un gruppo di giocatori motivatissimi».Ranieri ha influito sulla sua scelta?«Mi ha chiamato per dirmi che era contento. Che strano: si è ripetuta la storia con Capello e per me essere al centro dell’attenzione ed avere la fiducia dell’allenatore è tutto. La stima dei tifosi e dei compagni non mi è mai mancata. C’è stata una processione nello spogliatoio per chiedermi di non lasciare proprio adesso che siamo di nuovo in A. Anche Deschamps, che mi spiace molto sia andato via, si era battuto perché restassi».Pentito per quel gesto rivolto a uno stadio intero durante la partita con lo Spezia?«È stata una reazione istintiva dettata dalla delusione di quei giorni. Ero fuori di testa, mi sembrava impossibile di non riuscire a trovare un accordo con la società dopo sette anni stupendi. Ho sempre avuto rispetto per i dirigenti, non volevo offendere nessuno. Tuttavia non sentivo più la stessa fiducia di prima, mi chiedevo perché la Juve non tenesse più a me, mentre la gente stava tutta dalla mia parte. Ma ormai il peggio è passato e guardo avanti».Poi cosa è successo?«Prima di tutto sono scappato in vacanza perché dovevo scaricare la tensione del campionato e del contratto. Tutti abbiamo fatto una riflessione, mio padre mi teneva informato degli incontri con i dirigenti. Ora ho un bel rapporto con la società a livello umano. Cobolli Gigli e Blanc mi hanno detto di essere molto contenti della mia firma. Ho risposto che lo sono più di loro».È stata una battaglia?«Ci sono stati momenti di tensione, mai di conflitto autentico. Come tre anni fa era giusto che la Juve facesse le sue riflessioni e pensasse anche a un dopo Trezeguet. A me spiaceva perché credo di aver dimostrato di essere uno che qui può starci benissimo».Dicono che non avesse offerte così importanti. È vero?«Dall’estero ne avevo. Ma non ero convinto perché la Juve era la prima scelta e speravo che qualcosa cambiasse. Era normale che mi guardassi intorno dopo la partita con lo Spezia».Mamma Beatriz è pronta con un nuovo striscione da appendere in tribuna?«Prima di firmare ho chiesto se per caso avevano già dato via il palco dei miei genitori all’Olimpico. Mamma è felice, lei voleva che restassi. Così come tutta la mia famiglia che si trova benissimo a Torino».Ora Juve per sempre?«Ho 29 anni e quattro di contratto davanti. Ho già vissuto sette stagioni magnifiche, posso arrivare a undici ed entrare nella storia della società. Per noi stranieri è più difficile durare così a lungo nello stesso club».I numeri sono dalla sua parte. Ora a cosa punta?«Già sogno il gol numero 200. Sono a cinque reti da fare cento in campionato. Insomma, non mi sento uno di passaggio, credo di aver meritato rispetto in tanti anni e per questo volevo essere ricambiato. E il bello deve ancora venire».Superato l’incubo della B?«Sportivamente è stato orrendo, ma non immaginate quanto la retrocessione sia servita per creare un gruppo solido e unito».Conosce Iaquinta?«È bravo, ma gli spiegherò che il difficile deve ancora arrivare. La Juve ti dà tanto, ma richiede molto. Non sa che pressione lo attende».Ora anche Domenech deve ricordarsi di lei. Ha fiducia?«Essendo tornato a livelli normali, penso mi spetti anche la Nazionale. Il nostro ct, però, è imprevedibile».Henry ha fatto una scelta opposta.«Dopo otto anni all’Arsenal era il momento di provare a vincere cose importanti in un club di grande prestigio europeo. Il Barcellona sarà una super squadra. Anche se partirà Eto’o».TRATTATIVA APERTA ANCHE BIANCHI. - La Stampa - Nonostante la conferma di Trezeguet, la Juve potrebbe non aver finito lo shopping nel settore attaccanti. Il club, infatti, sta riflettendo sull’acquisto di un’altra prima punta: uno di quelli in cima alla lista resta Rolando Bianchi, anche se l’investimento è notevole (fra i 12 e i 14 milioni di euro). La punta della Reggina, 18 gol in A, intanto continua a non firmare con il Napoli: «Siamo disposti a trattare - ha detto ieri De Laurentiis - ma non possiamo aspettare all’infinito». Per abbassare il prezzo, la Juve potrebbe rinunciare a Palladino (sul quale c’è anche la Samp), il cui procuratore, Giuseppe Bozzo, ieri era a Torino. COBOLLI: "BETTEGA NON SARA' SOSTITUITO". Non sono usciti nomi nuovi dal cda della Juve, anche se la riunione del consiglio bianconero, ieri, s’è trascinata per cinque ore e mezza, finendo nel pomeriggio. «Marco Tardelli (che aveva dato le dimissioni, ndr) - ha detto all’uscita il presidente Giovanni Cobolli Gigli - verrà sicuramente sostituito, ma non adesso. Non è stato indicato alcun nome, anche se ognuno di noi ha un’idea in merito. Ma, ripeto, non ne abbiamo parlato». Non sarà rimpiazzato in compenso Roberto Bettega, il cui contratto da consulente per il mercato di Jean-Claude Blanc non è stato rinnovato: «Scadrà il 30 giugno - ha aggiunto Cobolli Gigli - e a quel punto non lo sostituiremo con nessuno perché crediamo che dopo questo primo anno Blanc sia diventato grande e con la sua struttura possa operare bene sul mercato». Fiducia ribadita quindi, ma i dubbi erano spariti da tempo, anche nel ds Alessio Secco. Resta sullo sfondo l’idea, eventualmente da realizzare ad agosto, dell’ingaggio dell’ex ds di Bologna, Lazio, Parma e Cagliari, Oreste Cinquini, pur sempre con un contratto di consulenza.