JUVENTUS

CLAMOROSO ANCELOTTI


"A GIUGNO DEL PIERO AL MILAN!"La pazza idea del tecnico rossonero, ventilata tra il serio e il faceto nella conferenza stampa di ieri: "Alex a parametro zero. Oltre a un portiere serve un attaccante". In serata la chiosa sibillina di Stefano, fratello-manager di Del Piero. "Avete visto? Mio fratello ha ancora degli estimatori". Galliani pronto ad approfittare della "bella addormentata" società bianconera. Se non si troverà presto un accordo, la Juve rischia di perdere la sua bandiera. Per la trasferta di Firenze Ranieri medita di schierare ancora il tridente. In difesa dubbio Legrottaglie-Criscito. Niente nazionale per Trezeguet. Addio allo stadio della morte: l'Heysel sarà abbattuto.
LA PAZZA IDEA DI ANCELOTTI: "DEL PIERO A PARAMETRO ZERO" - La Stampa - Il Milan si concentra sul problema del portiere, ma non dimentica che le sconfitte nascono anche da un attacco che non riesce a segnare. Dei quattro attaccanti, Kaka è andato in gol cinque volte fra campionato e Champions, Inzaghi è fermo alla rete europea. Poi più nulla. «Ci serve un portiere, ma anche un attaccante», ha detto ieri Ancelotti che non perde mai il sorriso e ha sempre la battuta pronta. Stavolta era molto serio. Carletto cerca sempre di affrontare i problemi con leggerezza, ma ora è parecchio preoccupato per il futuro. Anche perché non sa quando potrà recuperare Ronaldo, ancora senza presenze in questa stagione. Insomma, situazione non brillantissima considerati gli impegni su più fronti del Milan. Quest’anno la campagna di rafforzamento ha segnato il passo. Nessun arrivo importante, avanti con i soliti noti, molti dei quali hanno superato da un pezzo la trentina. Unico acquisto il diciottenne Alexandre Pato, il fenomeno brasiliano su cui Berlusconi ha deciso di investire forte. Ventidue milioni per un ragazzo che ha numeri da Maradona, ma deve dimostrare in un campionato duro come quello italiano di essere davvero il nuovo Fenomeno. In ogni caso non potrà giocare fino a gennaio a causa delle leggi internazionali che ne hanno impedito il tesseramento in quanto non maggiorenne. Pensare che Pato possa caricarsi il Milan sulle spalle è impresa coraggiosa. E nel frattempo, se non ci sarà un’inversione di tendenza, il Milan potrebbe già aver compromesso la sua stagione. L’ago della bilancia potrà essere Kakà. Nella scorsa estate il Milan ha respinto l’assalto del Real Madrid. In una recentissima intervista a Marca, Berlusconi ha confermato che Riccardino Settebellezze non si tocca. In realtà il brasiliano non è esattamente di questo avviso. La situazione del Milan, le incertezze sul futuro della squadra, lo spingeranno a chiedere nei prossimi mesi un incontro per capire cosa succederà, quali sono i progetti. Un po’ quello che hanno fatto Buffon e Trezeguet prima di firmare il rinnovo con la Juve. Intanto Kakà si è confessato con il sito di El Pais e non ha escluso colpi di scena: «Se hai un contratto non è facile liberarsi, anche se ci sono scappatoie grazie alle regole Fifa. Semmai dovessi lasciare l’Italia, la squadra che vedo più adatta alle mie caratteristiche è il Real Madrid». Così anche uno dei candidati al Pallone d’Oro vacilla. Al Milan si rischia davvero il collasso totale se i risultati non rimetteranno le cose a posto. Ancelotti, mentre cerca di rimettere insieme i cocci del gruppo degli ex Invincibili, pensa anche alla prossima stagione. Una battuta di Carletto rischia di diventare materia per dibattiti e potrebbe anche stravolgere gli equilibri in casa Juve. Ancelotti, infatti, ieri ha ammesso che non gli spiacerebbe vedere Del Piero con la maglia rossonera. Un’idea che nasce anche dai problemi contrattuali del capitano bianconero. Se Del Piero non dovesse trovare un accordo con Blanc e Secco, a fine stagione potrebbe liberarsi a parametro zero. Alla Juve c’è stato un sobbalzo quando hanno saputo. «Avete visto? Mio fratello ha ancora degli estimatori», la chiosa sibillina di Stefano, fratello-manager di Del Piero. Ancelotti è un suo grande estimatore, tant’è vero che quando allenava la Juve lo faceva giocare anche nei momenti meno brillanti. Di recente ha detto che lo accoglierebbe «a braccia aperte». Ieri si è travestito da James Bond: mai dire mai. Anche se c’è da scommettere, il suo sogno nel cassetto si chiama Buffon. ANCHE A FIRENZE RANIERI SCHIERA IL TRIDENTE - La Repubblica - Quella fra David Trezeguet e la Nazionale francese ormai è una telenovela senza fine. In Italia il francese è il capocannoniere della serie A accanto a Ibrahimovic con sette gol realizzati in sei partite disputate. Ma quando si tratta di compilare l´elenco dei convocati lo stravagante c.t. francese Domenech cerca sempre di lasciarlo a casa. La situazione bislacca si è ripetuta anche ieri, quando Domenech ha reso noti i nomi dei convocati per il doppio impegno contro Far Oer (il 13 ottobre a Torshavn) e Lituania (il 17 a Nantes), che valgono la qualificazione alla fase finale del prossimo giugno in Austria e Svizzera. Oltre all´infortunato Vieira, rimane a casa anche Trezegol. Spiegazione? «David paga la forte concorrenza che c´è in attacco, ci sono tanti giocatori e io devo fare delle scelte - è la risposta serafica -. Ma la porta della Nazionale rimane aperta a tutti e contro l´Ucraina, il 21 novembre, potrebbero esserci novità». Il bomber dalle medie strabilianti (1,2 di media gol a partita) rimane a casa a mangiarsi le unghie davanti alla tv. La maglia da titolare, invece, se la giocano Anelka (5 gol nel Bolton), Benzema e Govou (rispettivamente 9 e 2 reti nel Lione), Henry (5 nel Barcellona), Malouda (uno nel Chelsea), Ribery (uno nel Bayern) e Saha (uno nel Manchester United).  A conti fatti, l´unico che tutto sommato ride sotto i baffi che non ha è Claudio Ranieri. Il tecnico bianconero cercherà di sfruttare la rabbia e lo spirito di rivalsa del francese. Senza correre rischi, per di più, di ritrovarsi con un attaccante stanco o acciaccato al rientro dalla Nazionale. Intanto, in chiave Firenze, la Juve fa i conti con le assenze di Andrade, Boumsong, Marchionni e Camoranesi, che spera di recuperare in tempo per l´Inter, fra un mese, mentre Cristiano Zanetti ieri ha lavorato in palestra. Probabile la conferma per la coppia centrale Legrottaglie-Chiellini e per Molinaro a sinistra; a destra ballottaggio fra Grygera e il rientrante dalla squalifica Zebina. Da segnalare anche il nuovo accordo commerciale con Il marchio della Compagnia genovese affiancherà il team Juventus ed i suoi tifosi per tutta la stagione 2007/2008. Sarà presente sui materiali di comunicazione, a bordo campo, nei maxi schermi dello Stadio Olimpico di Torino, sul sito web della Juventus, sul canale televisivo "Juventus Channel" e in altre iniziative di promozione.RANIERI MISCHIA LE CARTE: DUBBIO LEGROTTAGLIE-CRISCITO - La Stampa - Mattinata d’allenamento per la Juventus di Ranieri, che sta preparando la sfida di domenica in casa della Fiorentina. Il gruppo, sceso sul rettangolo verde senza gli infortunati Boumsong, Marchionni, Camoranesi, Andrade e senza Zanetti, rimasto ad allenarsi in palestra per non aggravare la sua condizione dopo il leggero fastidio muscolare rimediato nella gara contro il Torino, ha lavorato inizialmente sulla tecnica e sul possesso palla. Il tecnico continua a mischiare le carte in vista della delicata trasferta di domenica, ed ha diviso i suoi giocatori in due gruppi che hanno disputato un lungo "torello": all’esterno, a far girare palla, c’erano Nedved, Iaquinta, Del Piero, Trezeguet, Tiago, Molinaro, Zebina (che rientra dopo le quattro giornate di squalifica rimediate contro il Cagliari) e Olivera. In mezzo, invece, Almiron, Salihamidzic, Criscito, Legrottaglie, Palladino, Grygera, Birindelli, Nocerino e Chiellini. I portieri, invece, hanno sempre lavorato con il preparatore Pellizzaro. Dopo alcuni esercizi specifici per migliorare la reattività, la squadra è stata nuovamente divisa in due. Da una parte il tecnico romano ha guidato soprattutto i difensori e ha schierato più volte insieme Zebina a destra, Molinaro a sinistra e Chiellini al centro, alternandolo in coppia con Legrottaglie e Criscito. Centrocampisti e attaccanti, al contrario, si sono disimpegnati per migliorare l’intesa sotto porta. Gli esterni crossavano per le due coppie di "avanti" formate da Trezeguet-Del Piero e Iaquinta-Palladino. IL RESOCONTO DELL'ALLENAMENTO - juventus.com - Dopo la doppia seduta di ieri, oggi la Juventus ha concertato il lavoro nella mattinata, con un solo allenamento, comunque particolarmente intenso. Zanetti è rimasto in palestra, anche per smaltire i postumi del fastidio muscolare rimediato contro il Torino, mentre il resto della truppa è stato impegnato in campo. Dopo il classico torello e esercizi specifici per la reattività, la squadra è stata divisa in due gruppi. Uno ha lavorato soprattutto sui cross dalle fasce, mentre l’altro, guidato dalle indicazioni di mister Ranieri, ha curato principalmente la fase difensiva. COMPLIMENTI A DIEGO CONFALONIERI, SCHERMIDORE DI BRONZO! - juventus.com - Complimenti vivissimi a Diego Confalonieri, lo schermidore azzurro, tifosissimo della Juventus, che ieri ai Mondiali di San Pietroburgo ha conquistato il bronzo nella scherma. Diego ha davvero il bianconero nel sangue, tanto che avendo mancato di un soffio la finale per l’oro, dopo una semifinale sempre in rimonta e persa all’ultima stoccata, aveva commentato: “Potevo fare come Trezeguet nel derby, o come Del Piero in quel Juve –Fiorentina in cui i bianconeri perdevano 0–2 e vinsero poi 3–2 con la rete di Alex”. Confalonieri si è comunque rifatto con il bronzo e ora punta alla gara a squadre. A Diego vanno l’”in bocca al lupo”e i complimenti della Juventus e di tutti i tifosi bianconeri. L'HEYSEL SARA' ABBATTUTO: AL SUO POSTO CASE E UFFICI - La Stampa - Cadranno gli spalti di mattoni rossi e le bianche torri d’acciaio. Qualcuno proverà a salvare almeno l’algida targa che ricorda la tragedia, un rettangolo di pietra verzolina su cui sono incise le parole «In memoriam» e la data maledetta, «29.05.1985». Poi tutto diventerà macerie e, come vuole la sorda logica immobiliare, il tempo vedrà spuntare negozi, uffici e palazzine. L’Heysel, lo stadio della vergogna, sarà raso al suolo e sparirà per sempre dalla mappa di Bruxelles. Qui si cercherà di sbianchettare la memoria, ma è chiaro che nemmeno le ruspe potranno cancellare il ricordo del dramma di quella finale di Coppa dei Campioni, Juventus-Liverpool, giorno fatale in cui nel «settore Z» morirono 39 tifosi, quasi tutti italiani, calpestati dalla foga degli hooligan sfuggiti al controllo dell’inutile polizia di Sua Maestà il Re dei Belgi. La decisione è presa, annuncia la stampa locale. «Delibereremo il 17 ottobre», precisano le autorità amministrative. Il Comune e la Regione di Bruxelles si sono intesi sulla distruzione dell’impianto, già fatiscente all’epoca della strage, ricostruito nel 2000 e oggi utilizzato in rare occasioni, le partite della Nazionale, il memorial d’atletica Van Damme, i concerti delle grandi rockstar, ultimi i Genesis lo scorso giugno. La capitale d’Europa avrà un altro stadio che, presumibilmente, sarà costruito sul sito Schaerbeek-Formation, nel perimetro della municipalità bruxellese. Il sindaco Freddy Thielemans è favorevole all’operazione: il 24 settembre scorso ha ufficializzato l’apertura della gara per i progetti della nuova struttura. Per i politici belgi è l’occasione di una nuova disputa sul controllo del territorio. Per i tifosi del pallone, non solo di fede bianconera, è una ferita mai rimarginata che torna a sanguinare. Quella giornata di vittoria amara è scolpita nelle coscienze di tutti quelli che amano il calcio. Allora si decise di giocare a Bruxelles nonostante le proteste dei club. L’Heysel era cadente, privo di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso. Il campo era maltenuto, i muretti di divisione fra i settori cadevano a pezzi; una buona parte delle struttura grondava umidità per colpa dei tubi dei servizi igienici corrosi dal tempo. La Federazione, che pure aveva ben presenti disordini dell’anno prima con Roma-Liverpool, fece orecchie da mercante. L’organizzazione mise una ciliegina avariata su quella torta purulenta distribuendo i tifosi come avrebbe fatto un malato di mente. Il grosso degli juventini fu collocato nei tre settori della curva alla destra della tribuna principale. Una parte meno numerosa finì nella curva opposta, nell’area Z, a stretto contatto con i britannici che occupavano due terzi della curva sinistra. Un’ora prima della partita gli inglesi caricarono gli italiani, sfondando le fragili reti che dividevano le fazioni, anche perché, in zona, delle forze dell’ordine non c’era traccia. Fu la ressa, il carnaio. Gente schiacciata, sotto i piedi degli hooligan che li cacciavano e quelli di chi provava a togliersi dai guai. Crollò un muro e sotto finirono in tanti, mentre altri, presi dal panico, si gettarono nel vuoto. I poliziotti restarono a guardare, ostacolando anche quanti cercavano scampo sul terreno di gioco. Molti altri si ferirono scavalcando i paletti della recinzione. Morirono in diretta tv 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e un irlandese. Centinaia furono i feriti. Da ventidue anni si dibatte sull’opportunità che la partita sia stata disputata: uno a zero, gol di Michel Platini, su un rigore più che generoso. Da ventidue anni l’Heysel è piegato sotto la sua maledizione. Lo hanno rinnovato per gli Europei del 2000, ribattezzandolo «Re Baldovino». L’Italia c'ha vinto col Belgio e con la Romania, nei quarti di finale. Erano gli ultimi fasti di un impianto già settantenne, la cui seconda vita è durata molto poco. Bruxelles vuole un nuovo terreno perché sogna la finale della Coppa del Mondo 2018 e un po’ di business palazzinaro. E ancora. Sebbene nessuno voglia ammetterlo, prova a dimenticare l’indimenticabile: l’Heysel e la tragedia senza senso di cui è  il terribile simulacro.