JUVENTUS

LA JUVE DOMINATRICE E VINCENTE


CUORE, CLASSE, MUSCOLI E GOL E' UNA SIGNORA DA AMA....URI!Gli uomini di Ranieri sovrastano l'Udinese in ogni zona del campo, sprecano numerose occasioni e vincono meritatamente grazie ad un gol di Amauri al 22' della ripresa. Grande gara del bomber brasiliano che colpisce anche un palo e sogna una convocazione in azzurro. Bene anche Iaquinta. Centrocampo super con i lampi di classe di Camoranesi, le incursioni di Nedved ed i mostruosi Sissoko e Poulsen, che formano una diga invalicabile. Il danese colpisce anche una traversa. Ritorno alla grande per Chiellini, che restituisce solidità e sicurezza alla difesa, rinvigorita dall'ottimo esordio di De Ceglie. Ranieri: "La vittoria della volontà. Abbiamo avuto tante palle gol, ma il pallone non voleva entrare. La coppia Amauri-Iaquinta ha funzionato. Del Piero? Gioca quando è in forma, altrimenti chiamo Boniperti". Alex e Trezegol dentro solo nel finale, preservati per la partita di Champions contro lo Zenit.
AMAURI DA URLO E LA JUVE VA - La Stampa - Amauri porta la Juventus a braccetto con l’Inter. La prodezza del brasiliano affossa l’Udinese e consente ai bianconeri di essere l’unica grande a sfidare, classifica alla mano, i campioni d’Italia, in una giornata che ha visto le altre protagoniste di vertice steccare clamorosamente. Dura, durissima la partita contro i friulani, scesi a Torino soltanto per fare le barricate, mentre lo scorso anno eravamo abituati a vedere anche in trasferta una squadra coraggiosa e propositiva. «Colpa» anche di una Juventus che sembra finalmente aver trovato l’assetto migliore, con risposte importanti da alcuni giocatori chiave, primo tra tutti Poulsen: il migliore, non solo conquistatore di palloni ma anche regista a tratti, non facendo rimpiangere l’agognato Xabi Alonso. La novità di stasera è anche Paolo De Ceglie, che ha mostrato uno spessore tecnico ben diverso da quello di Molinaro e si è confermato esterno sinistro di sicuro avvenire. Ma la Juventus di quest’anno ha soprattutto Amauri: un gol decisivo di piede, un palo di testa, un paio di giocate alla Ronaldinho e tanta generosità atletica. Il match è cominciato subito con la Juventus in pressione nell’area avversaria, con tempi, ritmi e intensità giusti. Già in gol al 5’ con Iaquinta, ma l’ex di turno ha dormito su uno splendido invito di Nedved facendosi trovare in fuori gioco. Poi, tanta Juve, con Amauri e Iaquinta al tiro, ma per il nazionale campione del mondo non era proprio serata: impreciso e macchinoso. Nella ripresa l’Udinese non ha cambiato atteggiamento ma al 12’ ha regalato Di Natale - peraltro isolatissimo - all’avversario (sostituendolo con Sanchez). E poi, con Pepe e Quagliarella in serata negativa, davvero non poteva pensare di impensierire una Juve pimpante. I bianconeri hanno colto, ancora sullo 0-0, una traversa con Poulsen e poi, trovato il gol a metà ripresa, hanno ancora punto con Grygera e Nedved, appisolati però nel momento decisivo. La squadra di Marinmo ha tentato qualche timida sostita solo nel finale, a risultato compromesso, ed è andata vicina al gol con Quagliarella, su cui Buffon ha salvato in maniera decisiva. Data la forza sulla carta dell’Udinese, non era il caso stasera di pensare allo Zenit. ma adesso questa vittoria vale doppio perchè per la durissima sfida di mercoledì contro i russi hanno riposato Del Piero e Trezeguet - entrati solo sul finire della ripresa - come pure Legrottaglie, con Chiellini autore di un recupero che ha del prodigioso. E il ginocchio infortunato questa sera ha risposto benissimo.  È stata anche la vittoria di Ranieri, che ormai ha convinto tutti sulla bontà dell’impianto di centrocampo senza il regista classico. Non a caso Poulsen si è dimostrato il migliore, insieme con Amauri, Sissoko, Camoranesi e De Ceglie, mentre Lukovic è stato l’unico a salvarsi tra i friulani. Adesso anche l’Inter ha capito che la Juventus è una avversaria davvero credibile, anche alla luce del fatto che ha avuto il calendario più difficile di tutti nelle due gare d’esordio.JUVE, MUSCOLI E TEMPERAMENTO: AMAURI REGALA I PRIMI 3 PUNTI - Repubblica - Nostra Signora del quadricipite è una squadra che si prende quello che vuole mostrando i muscolacci. Una vocazione fisica e dinamica, quella della Juventus, che diventa prorompente quando restano fuori i violinisti (Del Piero e Trezeguet) e si scatenano invece i percussionisti. Così, anche senza incantare, la Juve vince la sua prima gara di campionato contro un avversario come l´Udinese, che non è quasi mai morbido ma ieri sera sì. Un successo ampio più nei fatti che nel punteggio, anche se forse ci poteva stare un rigore di Chiellini su Floro Flores (e molti dubbi per un intervento in area di Grygera su Quagliarella). Oltre al gol di Amauri (Amaurì), per il quale la curva ha già in repertorio cori in rima accentati di non facilissima esecuzione, un palo sempre dell´ex palermitano e una traversa di Poulsen, avviato lentamente a non essere più solo quello sputato da Totti. Legni che tremano, Juve che sussulta e tifosi che fremono in attesa di altre e più affascinanti avventure, specialmente in Europa dove si sta per tornare dopo due anni di omerica lontananza. Proprio il prossimo ritorno in Champions (mercoledì a Torino arrivano i tostissimi russi dello Zenit San Pietroburgo) obbliga a dosare, scegliere e risparmiare i giocatori come se fossero banconote (lo sono, in effetti). Così Ranieri, come previsto, lascia inizialmente in panchina Del Piero e Trezeguet, affidando l´attacco ai pesi massimi Amauri e Iaquinta, anche se poi il meno muscolare di tutto il gruppo è anche il più irrinunciabile, cioè Camoranesi: sta dappertutto, e più che altro alle spalle delle punte, oltre ovviamente all´amata fascia destra. A sinistra c´è il giovane De Ceglie invece di Molinaro, mentre al centro della difesa torna Chiellini dopo l´infortunio. Nel mezzo, accanto a Poulsen ecco di nuovo Sissoko, per la gioia del pubblico che lo osanna anche quando si allaccia le scarpe. L´Udinese è, negli uomini, quella che ci si aspettava, un po´ meno nell´atteggiamento: pensa solo a difendersi e Di Natale è più solo di un eremita (uscirà con ampio anticipo). Il primo tempo non prevede gol, ma palloni comunque spinti verso una porta sola, quella dei friulani. I quali rischiano tantissimo al 16´, quando Amauri centra il palo con una potente capocciata: sulla respinta del legno, Iaquinta tarda (al 3´ aveva pure segnato un gol in fuorigioco, annullato) e Coda s´immola, spazzando l´area. Tutte le azioni convergono, com´è ovvio, verso i due attaccanti juventini che tanto s´assomigliano, compreso il mazzo che si fanno per la causa comune, rientrando molto a sostegno dei compagni. Lo schema privilegia il gioco aereo, e sono parecchi i colpi di testa del duetto, alcuni assai vicini alla porta ma nessuno a segno. Il martellamento bianconero prosegue nel secondo tempo con Poulsen che centra una terrificante traversa al 56´ e va a fare il paio col palo di Amauri. Proprio l´oriundo brasiliano prossimamente azzurro fa breccia al 66´, infilando Handanovic con un destro millimetrato. Cosa buona e giusta, dal momento che lo stadio già stava invocando Del Piero e Trezeguet, alzatisi dalla panchina per un riscaldamento quantomeno propiziatorio (avranno, i due, spiccioli di minuti e applausi nel finale). Quasi un gol telepatico per le due stelle a riposo, mentre quegli altri gonfiavano muscoli e rete.AMAURI METTE SUBITO IN MOTO IL CARRARMATO BIANCONERO - Corriere della Sera - Il risultato è striminzito, la Juventus no. Squadra consistente questa di Claudio Ranieri, forte fisicamente, applicata tatticamente, ben assemblata con punte tecniche (Camoranesi, Amauri, Nedved), dotata di uomini solidi (Sissoko, Poulsen) ma con i piedi buoni, con il lusso di tenere il primo e il secondo realizzatore del campionato 2007-08 (Del Piero-Trezeguet) in panchina. Restano delle sacche di disattenzione, un piccolo vuoto da riempire per ritrovare l'antica spietatezza. Come quella che, nel finale, spalanca la via di Buffon a Floro Flores spostato di esperienza (colpo d'anca al limite) da Chiellini. Comunque l'Udinese, nel fortino per 90 minuti su 96, non si può certo lamentare. Anzi. La Juventus si conferma, tra le grandi, finora quella più matura, con una sicurezza difensiva che rende innocuo perfino «re Mida» Di Natale, con una pericolosità offensiva di marcato livello, con una sintesi organizzativa che la rende, in questo scorcio di stagione, la più completa delle cinque sorelle. Lo 0-0 con cui si conclude il primo tempo, ad esempio, le risulta totalmente indigesto. Come, forse, vedere uno stadio con larghi spazi vuoti. Eppure la Juve è tornata, eppure è una squadra che può dare soddisfazioni, eppure si possono vedere personaggi interessanti. Un compunto Alessandro Del Piero consegna maglie ricordo a Mike Bongiorno e a tre medagliate olimpiche (Quintavalle, Trillini, Rigaudo) di provata fede bianconera. Il più ilare, ça va sans dire, è Mike. Alex, destinato alle retrovie, sta sulle sue. Il turnover di Ranieri oltre al capitano in panchina, prevede la tribuna per Legrottaglie, Molinaro (non a posto fisicamente) e Giovinco (non troppo sereno mentalmente). Il 4-3-3 di Marino prevede Pepe sulla linea di Quagliarella e Di Natale, però diventa un 4-4-2 quasi subito perché il possesso palla e il pressing bianconero costringono l'Udinese a un atteggiamento dimesso. Un gol annullato, un palo di Amauri (con successivo salvataggio di Coda), interventi di Handanovic su Nedved e Iaquinta, ultimi passaggi sfilati di un niente: l'elenco dei tentativi mancati portano allo 0-0 con cui si conclude il primo tempo. L'Udinese si vede solo nel finale, con una combinazione Di Natale-Quagliarella stroncata da Poulsen senza tanti complimenti. Un altro contropiede si manifesta a un certo punto nel secondo tempo, e Buffon deve fare il libero aggiunto. La Juve ha il pregio di mantenere lo scadimento della lucidità e il nervosismo per un risultato che non si sblocca (secondo palo: Poulsen) entro limiti accettabili, mentre la continuità nel riproporre l'azione offensiva resta alta. Così arriva il meritato vantaggio di Amauri che riprende un pallone respinto dai difensori dopo uno sfondamento non riuscito di Sissoko. Momo gigantesco: va a cercare il 2-0 ma Handanovic, il migliore dei suoi, respinge. La Juve tiene il passo dell'Inter. Allegria, direbbe un filosofo bianconero.IL TABELLINO DELLA PARTITA - Juventus-Udinese 1-0JUVENTUS (4-4-2): Buffon; Grygera, Mellberg, Chiellini, De Ceglie; Camoranesi (42’ st Del Piero), Sissoko, Poulsen, Nedved; Iaquinta (35’ st Marchionni), Amauri (42’ st Trezeguet). All. Ranieri.UDINESE (3-4-3): Handanovic; Ferronetti, Coda, Lukovic; Motta (26’ st Isla), Inler, G. D’Agostino, Pasquale; Pepe (30’ st Floro Flores), Quagliarella, Di Natale (13’ st Sanchez). All. Marino.Arbitro: De Marco di Chiavari. Marcatore: st 22’ Amauri. Note: ammonito Ferronetti. Recupero 2’+4’. Spettatori 20.000 circa.RANIERI: "LA VITTORIA DELLA VOLONTA'" - Corriere dello Sport - Claudio Ranieri è contento: soprattutto nel primo tempo ha visto una grande Juventus, anche se non è stata una partita semplice: «L'Udinese gioca bene, aspetta e riparte alla grande. Ma noi abbiamo macinato gioco e abbiamo avuto tante palle gol. La squadra mi piaciuta soprattutto nel primo tempo. La palla non voleva proprio entrare». La svolta è stato il gol di Amauri, che ha sbloccato la partita: «E' stato fondamentale. Oltre alla rete, si è mosso tantissimo, anche in fase di ripiegamento. La coppia Amauri-Iaquinta ha funzionato. D'altra parte abbiamo preso Amauri anche per questo: può giocare assieme a tutte le altre nostre punte». Risultato portato a casa anche perchè oggi c'era qualche motivazione in più: «I ragazzi ci tenevano tanto a vincere questa prima partita casalinga. E' stata la vittoria della volontà». Qualche difetto lo ha riscontrato nel secondo tempo: «Mi è piaciuta la velocità che hanno impresso al gioco i miei ragazzi. Mi è piaciuta meno la frenesia che ho visto in alcune situazioni».ABBONDANZA - Ranieri nel reparto offensivo ha l'imbarazzo della scelta: oggi, per esempio, in panchina c'erano Del Piero e Trezeguet. Potrebbe essere un problema per i giocatori esclusi e per l'allenatore?: «Sono tutti professionisti, sanno che bisogna lottare su più fronti e che è difficile giocare ogni tre giorni. E comunque questo è un piacere per l'allenatore. I problemi ci sono quando qualcuno, per squalifica o infortunio, non sarà disponibile».CHAMPIONS - Adesso c'è la Champions. Lo Zenit è un avversario ostico: «Il calcio russo sta andando alla grande, stanno investendo molto. Lo Zenit è una squadra con il vento in poppa. Gioca con un 4-3-3 con due fantasisti sugli esterni, un centravanti forte fisicamente e un regista difensivo. Sarà dura».MILAN E INTER - Ranieri dice la sua anche sulla crisi del Milan e sull'Inter: «Sinceramente non mi aspettavo questo inizio dei rossoneri. Però c'è da dire che, secondo me, quest'anno il Genoa è molto forte. L'Inter gioca in maniera diversa rispetto all'anno scorso: un attaccante e cinque centrocampisti. Ora devono capire questa filosofia di gioco. Quando l'avranno assimilata saranno dolori».RANIERI: "ALEX GIOCA SE E' IN FORMA, ALTRIMENTI CHIAMO BONIPERTI" - La Stampa - Il gioco delle coppie. Del Piero e Trezeguet stanno a guardare: succede che tocchi a Iaquinta ed Amauri, Ranieri li sceglie per la Juve che deve affondare l'Udinese. I due lottano, sbuffano, imprecano. Quindi, un palo e un salvataggio sulla linea dopo, finalmente piegano una serata che per i bianconeri sembrava stregata. La palla non ne voleva sapere di entrare, ma per convincerla bisognava solo dirglielo con le buone: una carezza di destro di Amauri al 22' della ripresa e il gioco è fatto. La coppia di scorta con Vincenzone funziona, questione di feeling, fin dal ritiro di Pinzolo e dalle prime scorribande nelle amichevoli in giro per l'Europa. «E' un gol molto molto speciale per me – racconta il brasiliano al primo centro in campionato con la Juve – corona otto anni di lavoro in Italia, lo dedico a tutti coloro che mi hanno aiutato, in particolare a mia moglie che sa quanto ho dovuto lottare e sudare per arrivare fino a qui. E la dedica va anche ai miei figli e a tutta la mia famiglia che mi sta seguendo dal Brasile». Succede anche che la coppia da Champions, Del Piero più Trezeguet, 402 gol con la Juve, sia parcheggiata in panchina. Mercoledì c'è il piatto più prelibato, la notte del ritorno in Europa atteso per due anni. «E' un obiettivo possibile, come il campionato – dice Camoranesi, uno dei senatori del gruppo – e senza abbiamo sofferto tantissimo. E' stata dura per chi ha vinto il Mondiale giocare su certi campi di serie B». Come è stata dura per Del Piero e Trezeguet, ieri sera, star fuori. Più per Ale che per David, visto che il francese è alle prese con una fastidiosa tendinopatia ad entrambe le ginocchia che ne consiglia l'impiego con il contagocce. «Io vorrei giocare sempre, ma nell’attacco della Juve ci sono quattro campioni e devo rassegnarmi al turnover» ha spiegato qualche tempo fa Trezegol, conciliante verso le prime (difficili) scelte di Ranieri. Meno morbido Del Piero, che tre giorni fa aveva lasciato questo post-it sul frigorifero del tecnico: «Negli anni ho fatto ricredere tanta gente sul mio conto». Messaggio chiaro. Come la delusione per aver trascorso quasi tutta la partita seduto accanto all'allenatore, salvo gli spiccioli dei sei minuti finali, due più recupero: troppo pochi per il capitano, che a fine partita è filato via scuro in volto. Neanche il posto sicuro con lo Zenit è una consolazione. E Ranieri? Difende le sue scelte e replica a Del Piero, a muso duro. «Si riferiva a me? Io non mi sono mai ricreduto sul suo conto. Per me Del Piero è sempre stato Del Piero, un fantastico giocatore quando è in forma. Se non lo è, però, non lo faccio giocare, come è accaduto nella prima parte del passato campionato. In ogni caso ci ha abituato a stare in panchina anche con chi c'era prima di me, è normale fare turnover se bisogna affrontare campionato e Champions». E ancora: «Se facessi le mie valutazioni solo in base al nome, farei giocare ancora Boniperti. Amauri è andato bene con Iaquinta, ha corso tanto ed è stato decisivo: l'abbiamo preso perché si integra con gli altri attaccanti in organico. Del Piero e Trezeguet sono professionisti e devono accettare le mie decisioni, ho due grandi coppie ed è un piacere cambiarle o mischiarle». Discorso chiuso, in attesa della Champions. Mercoledì c'è lo Zenit, Advocaat era all'Olimpico e avrà preso appunti. «Il calcio russo è in grande ascesa – chiude Ranieri – il tecnico dello Zenit è olandese come il ct della Russia, Hiddink. Hanno vinto Uefa e Supercoppa, è solo la prima partita ma è molto difficile e già importante». Come le sue scelte, ma non ditelo allo spogliatoio.RANIERI RISPONDE A DEL PIERO: "HO 2 COPPIE E LE POSSO CAMBIARE" - Repubblica - «Mi è piaciuta molto, la Juve». Sorride, Ranieri. La sua Juve va che è una bellezza: «Abbiamo fatto molto gioco e create molte palle gol. L´Udinese ci aspettava e ripartiva ed era molto difficile venirne a capo. Noi siamo stati un po´ troppo frenetici all´inizio, però poi siamo stati bravi a sbloccare la partita e a prendere i tre punti». Archiviata la partita si parla del tema del giorno in casa Juve. Il turn over degli attaccanti. «Gestire quattro giocatori così è un piacere. Sono professionisti. Ho due belle coppie posso cambiarle e mischiarle. Per un tecnico è un bel cambiare, non un peso, fidatevi». Del Piero non sembra vivere la situazione con lo stesso piacere, tanto che in una intervista ha promesso che farà «cambiare idea anche a questo allenatore». «A me - replica Ranieri - per ora non l´ha fatta cambiare. È un grandissimo giocatore. L´anno scorso all´inizio ha avuto qualche problema fisico ed era rimasto fuori. Poi è entrato in forma e siccome secondo me è fortissimo ha giocato tutto il resto del campionato. Sarà così anche quest´anno. Gioca chi è in forma. Altrimenti uno farebbe giocare sempre Boniperti». Insomma, Ranieri ha ormai inaugurato il turn over scientifico che accompagnerà la Juventus almeno fino a Natale, quando i bianconeri avranno la certezza di giocare praticamente una volta ogni tre giorni, tolta la pausa di ottobre per gli impegni della nazionali (che, per altro, coinvolgeranno una dozzina di juventini). Amauri e Iaquinta hanno giocato ieri, Trezeguet e Del Piero si riprenderanno il posto dopodomani in Champions League, contro lo Zenit. Amauri ieri alla prima rete in campionato con la maglia bianconera è contento: «Siamo quattro campioni. Chiunque giochi, darà sempre il massimo».AMAURI SHOW: UN GOL PER MARCELLO E PER LA FAMIGLIA - La Stampa - «Dedico questo gol alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli che mi stanno vedendo in Brasile». Lo ha detto Amauri a Sky al termine di Juventus- Udinese, decisa proprio dalla sua rete, al 21’ st. «E stato un gol importante, che ci regala questi tre punti», ha sottolineato l’attaccante bianconero. Amauri ha poi parlato della possibile naturalizzazione sua e di sua moglie, anche in vista di una sua candidatura per la Nazionale azzurra e alla luce delle parole del ct Marcello Lippi, che ha espresso interessamento per lui. Il brasiliano ha detto di non sapere se occorreranno giorni, settimane o mesi, ma è apparso comunque fiducioso.AMAURI: "GOL DEDICATO ALLA MIA FAMIGLIA" - Corriere dello Sport - Amauri. E' lui il protagonista della serata juventina. Suo il gol che vale tre punti e una vittoria meritata contro un'Udinese comunque ostica, che ha provato a pungere in contropiede.A fine partita, ai microfoni di Sky, il bomber brasiliano ci tiene a fare una dedica: «Vorrei dedicare questo gol così importante e speciale alla mia famiglia in Brasile, a mia moglie e ai miei figli. Loro lo sanno cosa ho passato per arrivare fino a qui». Qualcuno aveva dubbi sulla sua intesa con Iaquinta: «Alla Juve ci sono grandi giocatori con cui è semplice giocare. E poi tutti hanno una grande voglia di vincere». Questione naturalizzazione. I tempi quali sono? «Sinceramente non lo so. Non so se ci vorranno giorni, settimane o mesi. Viviamo giorno dopo giorno e aspettiamo».CAMORANESI: "IL RITMO ALTO E' STATO IL SEGRETO DELLA VITTORIA" - juventus.com - Due ottime prestazioni in azzurro in pochi giorni. Un’altra al ritorno in bianconero. Anche contro l’Udinese tra i protagonisti c’è stato Mauro German Camoranesi. In barba a chi lo vedeva fuori, a rifiatare in vista dello Zenit, Mauro ha giocato. E tutti se ne sono accorti.  A fine gara, ecco l’analisi dell’italo-argentino. «In parte è sembrata la gara dell’anno scorso, quando abbiamo creato tanto e poi abbiamo perso per un gol preso in contropiede. Anche oggi abbiamo avuto tante occasioni e avremmo meritato di segnare già nel primo tempo. Il segreto della nostra vittoria sta nei ritmi alti che abbiamo tenuto per tutta la gara e loro hanno potuto solo provarci con lanci lunghi, su cui la nostra difesa ha chiuso bene. Superato questo ostacolo, mercoledì ne abbiamo un altro che affronteremo con fiducia. Quest’anno siamo attrezzati per fare bene anche in Europa».LE PAGELLE BIANCONERE: CAMO E SISSOKO, GRANDE PARTITA  - Il Giorno - BUFFON 6,5. Spettatore non pagante. Nel primo tempo si limita a qualche intervento di ordinaria amministrazione, nella ripresa si arrangia su Floro Flores e salva il risultato. GRYGERA 6. Sorpresa. Attento dietro, pericoloso quando si avventura in qualche scorribanda sulla fascia. Un altro giocatore rispetto all’anno scorso. MELLBERG 6,5. Attento. Dimentica in fretta il regalo a Gilardino e francobolla Di Natale con autorevolezza. Qualche volta ricorre alle maniere forti. Se Totò combina poco è anche merito suo. CHIELLINI 7. Marcantonio. Recupera a tempo di record dall’infortunio al ginocchio sinistro. Si posiziona davanti a Buffon e non lascia passare uno spiffero. Di testa non ne perde una, comanda la difesa da vero leader. DE CEGLIE 6.5. Il nuovo che avanza. Cresce con il passare dei minuti. Una delle piacevoli novità della nuova stagione bianconera. CAMORANESI 7,5. Jolly infaticabile. Esterno, trequartista, all’occorrenza anche regista. Uomo ovunque di Ranieri. Tecnica e qualità al servizio dei compagni. Regala assist a ripetizione, che i compagni non sfruttano. (DEL PIERO s.v.) POULSEN 6,5. Si sente, ma non si vede. Si conferma mastino di centrocampo. Quantità, ma anche qualità. Colpisce l’incrocio dei pali nella ripresa. Sarà per la prossima volta. SISSOKO 7. Portento. Riprende in mano le chiavi del centrocampo dopo la squalifica. Ringhia, macina chilometri e sradica palloni a ripetizione. Propizia il vantaggio di Amauri. NEDVED 6. Si danna l’anima. Qualche volta si accentra e prova il tiro. Gli anni, però, passano anche per lui e alla distanza cala.AMAURI 7. Sfortunato nel primo tempo, quando di testa colpisce il palo. Svaria su tutto il fronte d’attacco, regala giocate da campione e nella ripresa trova di precisione il gol che regala il successo e tre punti d’oro alla Juventus. (TREZEGUET s.v.) IAQUINTA 5,5. Ci prova in tutti i modi. Ma si è visto dai primi minuti che non sarebbe stata la sua serata. (MARCHIONNI s.v.) ALL. RANIERI 7 Si affida al turnover, cambia qualche pedina, ma la squadra non ne risente, giocando un buon calcio. Alla fine, ha ragione lui. Arbitro De Marco 5,5: in avvio annulla (giustamente) per fuorigioco il gol a Iaquinta. Poi controlla senza sbavature.