JUVENTUS

BUFFON, RANIERI E COBOLLI GIGLI


"NOI CREDIAMO NELLO SCUDETTO" CAMO FORSE IN CAMPO COL MILANBuffon ha ricominciato a correre e tra 10 giorni lavorerà con i compagni. L'incubo è finito: "A gennaio tornerò a giocare. Scudetto chiuso? E allora che giochiamo a fare? Faremo di tutto per rendere combattuta la corsa al tricolore. Abbiamo dimostrato di poter lottare per il vertice. L'obiettivo è rimanere aggrappati al treno scudetto sino a primavera, poi tenteremo di fare qualcosa in più. Anche se credo che questa squadra sia più portata a vincere la Champions. In Europa la Juve non è inferiore a nessuno". Ranieri: "Siamo la prima alternativa all'Inter. Loro vanno forte, ma noi non molleremo un centimetro. In un anno abbiamo fatto tanti miglioramenti. Del Piero strepitoso, tornerà in Nazionale. Giovinco? Ci crediamo tantissimo, ma non carichiamolo di responsabilità. Vogliamo che si faccia le ossa qui da noi, ma la Juve non è l'Empoli. Davanti a sè ha tantissimi campioni". Cobolli: "Per lo scudetto c'è anche la Juve. Del Piero? E' all'apice della carriera, mi ha confidato che da grande farà l'allenatore". Alex ringrazia tutti dal suo sito: "Arrivati al 250esimo gol, voglio abbracciare io tutti quelli che hanno esultato, in campo al mio fianco, così come a migliaia di chilometri di distanza. Grazie soprattutto a chi mi sarebbe stato vicino anche se non fossi arrivato a 250, ma mi fossi fermato al primo. Il mio gol più bello? Il prossimo, ovviamente". Meno grave l'infortunio di Camoranesi, che potrebbe già tornare in campo il 14 dicembre contro il Milan. L'agente di Giovinco: "Seba non va al West Ham, resterà bianconero. Il suo trasferimento in Inghilterra non mi trova affatto d'accordo. È finito il tempo dei prestiti per farsi le ossa". E la Formica Atomica conferma: "Io voglio solo la Juve!"
JUVENTUS, L'ANTI-INTER - La Stampa - Con l’ambizione di conquistare il potere a primavera, nel frattempo la Juve si candida a principale forza di opposizione: «Non molleremo un centimetro - ha detto ieri Claudio Ranieri - vogliamo superarci, vogliamo essere l’alternativa all’Inter». Altro che Milan. Anzi, i bianconeri potrebbero già staccarlo tra due settimane, ricevendolo a Torino: una specie di primarie. Il programma di governo è tracciato da tempo e condiviso dal club, prevedendo fin dall’estate la robustezza nerazzurra: «L’importante sarà mantenere un contatto con la vetta della classifica fino a marzo - è il pensiero dei dirigenti bianconeri - mai più di sei punti di distanza, poi ce la giocheremo fino in fondo». Di scudetto si parla, ovviamente, anche se la parola è da maneggiare con estrema cura, essendoci sempre qualcuno lesto a innescare polemiche, armeggiando sillabe e toni dell’allenatore. «Il nostro obiettivo? Credo che dal presidente a tutti quanti - ha spiegato il tecnico, intervenendo a Radio Anch’io Lo Sport su Radio Uno - abbiamo detto di voler migliorare la classifica dello scorso anno, di fare del nostro meglio: io già dalla passata stagione ho detto che un allenatore della Juve non può dire di non puntare allo scudetto, ma bisogna costruire il tutto. Che differenza fa dire vogliamo migliorare la posizione dello scorso anno o voler vincere lo scudetto?». Nella sostanza, quasi nessuna, visto che nella prima frase c’è la seconda. Intanto la crisi è stata sepolta dalle sette vittorie filate: «Era un momento in cui non riuscivamo a esprimerci come eravamo abituati - ha continuato Ranieri - soprattutto per il fatto di giocare ogni tre giorni. Io non mi preoccupavo molto perché vedevo la compattezza dello spogliatoio». Ora il meccanismo pare finalmente sincronizzato: «Stiamo lottando su due fronti e lo stiamo facendo bene, abbiamo trovato il ritmo tra Champions e campionato». I risultati gli fanno soffiare via pure le voci di dissenso dentro lo spogliatoio, che un po’ lo agitarono: «Si diceva che avevo problemi con la vecchia guardia? Ho sempre sostenuto che non c’era nulla e i fatti mi hanno dato ragione». D’altronde, nel pallone, chi vince ha sempre ragione. Per avere ragione anche alla fine, per portarsi a casa il campionato, bisognerà restare allacciati all’Inter: così la pensa anche Gigi Buffon. «La Juve è costruita per competere con tutti ad alti livelli: dovremo stare in scia e superare all’ultima curva chi è andato in fuga. Se chi è davanti cede, noi dovremo approfittarne». Poco importa se a San Siro è finita male: «Con l’Inter abbiamo perso una battaglia, mica la guerra - ha avvertito Amauri - e li aspettiamo al ritorno, qui a Torino». Più facile se la Juve potrà riavere prima del previsto Mauro Camoranesi, cui ieri la risonanza magnetica ha limitato il pronostico del danno alla spalla: sublussazione di primo grado (la meno grave), tanto da far sperare nel recupero prima di Natale. Aiuterà pure avere un Alex Del Piero così: «Strepitoso, giusto che si senta il capitano del nuovo percorso Juve. Tutti i compagni lo seguono». Da Nazionale: «Certamente sì, e nessuno meglio di Lippi lo sa: il ct lo conosce benissimo e fargli fare amichevoli non credo abbia senso, al momento opportuno lo chiamerà». Giovinco dovrà pazientare: in brutale sintesi, la Juve non è l’Empoli. «Ma se mi dimostra di far migliorare la squadra anche solo dell’1%, a dispetto di un gran campione, lo metto dentro perché non guardo la carta di identità e lo stipendio di un giocatore. Al momento, però, ha davanti a sè uno che si chiama Pavel Nedved». Per il futuro, invece, il tecnico si tiene un sogno, quello di allenare una Nazionale: «Quello del ct è un lavoro differente, nell’anno che sono stato a riposo ho avuto delle richieste, ma non erano Nazionali che mi interessavano. Un giorno lontano, dopo aver lasciato la Juve, spero di avere questa occasione». Lì, sei sempre al governo.RANIERI: "LA JUVE E' L'ALTERNATIVA PRINCIPALE AI NERAZZURRI" - Tuttosport -  A sei punti dall'Inter. In rincorsa dopo lo scontro diretto perso. In ripresa dopo il pareggio con lo Zenit in Champions e il 4-0 alla Reggina. La Juventus è lì, e Ranieri non molla niente. È soddisfatto sì, ma mai abbastanza: «Da un anno a questa parta abbiamo fatto tanti miglioramenti - dice il tecnico bianconero a Radio Anch'io Sport - ma io voglio sempre di più. Il momento buio è passato, non era crisi, non riuscivamo ad esprimerci come eravamo abituati, ma non ero preoccupato perchè lo spogliatoio era compatto. In grandi squadre si sa che non si è mai contenti. Ma nemmeno nelle squadre di metà classifica. Abbiamo sempre detto che dobbiamo migliorare la classifica dell'anno scorso. Non è vero che vogliamo lottare senza dirlo... Lo diciamo. Vogliamo fare il nostro massimo. Il tecnico della Juve non può non pensare al titolo. Lottiamo per migliorare il terzo posto». L'INTER - La rivale, però, va alla grande: «L'Inter è la squadra che ha cambiato allenatore, per lo meno nel girone d'andata la squadra dovrebbe soffrire un pò. Invece sta vincendo con merito. Più si va avanti meglio va la squadra. Ma la Juve non mollerà un centimetro. Vogliamo essere l'alternativa principale all'Inter». Ma l'Inter è in fuga: «È un primo scossone che sta facendo allungare il gruppo. Mi auguro che sia un campionato con più squadre che lottano per lo scudetto. C'è più interesse. E speriamo che noi saremo all'altezza in primavera. Stiamo lottando su due fronti. Ci sono dei ragazzi che non hanno mai partecipato alla Champions. Abbiamo trovato il ritmo. Stiamo facendo un'ottima prima parte del campionato». DEL PIERO IN NAZIONALE - Anche grazie alla grande stagione di Del Piero. «Del Piero è strepitoso - continua Ranieri - lui si sente il capitano del nuovo progetto Juve. Si sta facendo portabandiera della ricostruzione. Tutte le grandi squadre hanno un leader. Credo anche che sia un giocatore da Nazionale e chi meglio di Lippi può dirlo. Ma Lippi deve anche vedere il nuovo. Lui sa tutto di Del Piero. Fargli fare delle amichevoli è inutile. Al momento opportuno credo che lo chiamerà». GIOVINCO - Giovinco deve aspettare? «Giovinco è tornato da noi quest'anno, crediamo tantissimo in lui. Non carichiamolo di responsabilità. Non paragoniamolo a Del Piero. Vogliamo che si faccia le ossa qui da noi, ma c'è differenza tra giocare nella Juve o ad Empoli. Davanti a sè ha tantissimi campioni, per me è una seconda punta. Non ho mai guardato la carta d'identità nè quanto guadagna. Se mi accorgo che mi fa migliorare la squadra più di un Pallone d'Oro lo faccio giocare, anche nel mio interesse. Ma lui deve togliere il posto ad un ragazzino che si chiama Pavel Nedved...». MERCATO - Mercato di gennaio? «A fine gennaio anche Trezeguet sarà a nostra disposizione, siamo competitivi. Ci siamo trovati con tanti giocatori nuovi e siamo riusciti a sbrogliare situazioni difficili, siamo soddisfatti della rosa che abbiamo a disposizione. Anche Buffon sarà a posto da gennaio». IL CALCIO ITALIANO - È vero che il calcio italiano è noioso, come dice Mourinho? «Lui non voleva criticare il calcio italiano, criticava il nostro marketing. C'è appeal all'estero perchè è tutto programmato meglio. All'estero si sono mossi prima». SOGNO AZZURRO - Dopo la Juve qual è il sogno di Ranieri? «Il mio sogno è quello di allenare una nazionale, quando ero fermo ho avuto delle richieste da nazionali che non mi interessavano. Mi auguro che in un giorno lontano ci sarà questa opportunità».BUFFON: "LA JUVE IN EUROPA NON E' INFERIORE A NESSUNO" - Gazzetta - Gigi, il periodo nero è alle spalle. Visto con la Reggina? "L'importante è non perdere il treno giusto. Dobbiamo restare in scia fino a primavera. A quel punto, tenteremo lo sprint vincente. Però...".Però? «Credo che la Juve, per come è strutturata, possa fare meglio in Champions che in campionato. In Coppa, di sicuro, non siamo inferiori a nessuno».Torniamo ai portieri: la scuola italiana è in crisi? «No. In giro ci sono giovani di grande talento. Curci sta facendo molto bene nel Siena. E attenti anche a Marchetti del Cagliari: ha grandi numeri».Abbiati-bis al Milan. «Non ho neppure capito perché lo avevano mandato via. Abbiati purtroppo ha pagato, anni fa, la brasilianite acuta. Una "malattia" non ancora debellata. La Roma ha 3 portieri brasiliani e gli stranieri stanno invadendo anche i nostri settori giovanili».Che cosa consiglierebbe ai giovani portieri italiani? «Di essere più strafottenti. E di non spaventarsi davanti al primo errore. Io da ragazzo ero spocchioso ai limiti dell'incoscienza ».BUFFON APRE IL DIBATTITO JUVE: "PIU' PORTATA A VINCERE LA CHAMPIONS" - Corriere della Sera - Ha ricominciato a correre e tra dieci giorni lavorerà sul campo insieme ai compagni. L'incubo è finito: «A gennaio tornerò a giocare», assicura Gigi Buffon, dietro un sorriso pieno di soddisfazione per quanto sta facendo la Juventus senza di lui, senza il portiere più forte del mondo. Tocca ai bianconeri cercare di spezzare l'egemonia milanese. Doveva reagire allo schiaffone rimediato a San Siro contro l'Inter e lo ha fatto nel migliore dei modi. Gigi non aveva dubbi e non è sorpreso del secondo posto in classifica a pari con i rossoneri: «Abbiamo dimostrato di poter lottare per il vertice. Questo non significa vincere a tutti i costi, ma dimostra che possiamo restare lassù. L'obiettivo è rimanere aggrappati al treno scudetto sino a primavera, poi tenteremo di fare qualcosa in più...». Lanciare lo sprint, provare a stupire, volare oltre la fantasia. Ma attenzione, Buffon della sua Juve s'è fatto un'idea precisa, che sicuramente farà discutere e, magari, ingolosirà i tifosi: «Siamo pronti più per fare bene in Champions League che in campionato». S'immagina la sua squadra capace di esaltarsi nelle notti affascinanti di coppa, mentre potrebbe perdere il passo nella corsa che premia solitamente i regolaristi. Si vedrà. Intanto Buffon ha dato il suo parere. Lanciato un messaggio. Il dibattito si può aprire.CRISI TRA I PALI, A LEZIONE DA BUFFON - Corriere della Sera - Scusa Gigi, cosa hai provato quando sei diventato campione del mondo?, chiede con la voce tradita dall'emozione Simone Colombi dell'Atalanta. Tommaso Scuffia della Maceratese vuole sapere come si è sentito il portiere che tutti vorrebbero diventare quando è stato costretto a lasciare la sua casa e la sua famiglia per aprirsi una strada. E c'è persino chi, Valerio Frasca della Roma, si rivolge a Gigi Buffon dandogli del voi. Fuori piove a dirotto e un vento di tramontana appiattisce le emozioni, dentro la saletta di Coverciano si respira una calda cordialità. Ci sono i portieri di ieri, di oggi e, speriamo, quelli di domani. Tutti intorno a un tavolo. Una giornata memorabile per questi ragazzi delle squadre Primavera, che il tecnico federale Antonio Rocca, responsabile dell'Under 16 e vice di Casiraghi nell'Under 21, ha selezionato per uno stage. L'iniziativa della Federcalcio nasce dall'esigenza di rivalutare un ruolo nel quale eravamo i maestri e adesso, quasi all'improvviso, ci siamo trovati in difficoltà. Il campionato è stato invaso dagli stranieri, sempre più numerosi. La Roma ha spedito Curci a Siena e s'affida a tre brasiliani (Doni, Artur e Julio Sergio), brasiliani sono pure i titolari di Inter (Julio Cesar) e Genoa (Rubinho), la porta della Fiorentina è difesa da un francese (Frey), quella dell'Udinese da uno sloveno (Handanovic), quelle di Lazio e Catania dagli argentini Carrizo e Bizzarri. Gli stranieri tesserati in Italia sono 22. E lo spazio per i nostri ridotto all'osso. Così, la Figc ha deciso di intervenire. Lo stage di Coverciano, diviso in due scaglioni di ragazzi tra il '90 e il '93, è il primo passo. I maestri sono d'eccezione: Luciano Castellini detto il Giaguaro, Ivano Bordon, Andrea Pazzagli, oggi arriverà anche Angelo Peruzzi. La prima giornata è piena e indimenticabile. I giovani portieri lavorano sotto la pioggia, poi hanno l'opportunità di stringere la mano a Buffon e ascoltare i suoi suggerimenti: «Avrei dato 20 anni di vita per vincere il Mondiale» risponde Gigi a Colombi. E andare via di casa, caro Scuffia, è stato difficile il primo mese «poi è passato tutto in un lampo». Consigli tecnici, umani, di vita: «La famiglia è importante, anche le donne lo sono. Ma vi consiglio di prenderla con calma: io mi sono fidanzato a quasi 27 anni. In campo dovete parlare: date consigli ai difensori e avranno più fiducia in voi e non eccedete nelle uscite perché alla lunga non paga, soprattutto nelle pagelle dei giornalisti». La crisi del ruolo c'è, inutile negarla. «Non è solo italiana, ma europea, il ruolo attira meno di un tempo» spiega Bordon. «Le società dovrebbero rischiare di più sui nostri ragazzi » ammonisce Castellini. È anche un problema economico, azzarda Pazzagli: «Fiorillo della Samp costerà già intorno ai 15 milioni. All'estero si spende meno ». Ma tutti sono d'accordo su una cosa: la scuola italiana è ancora la migliore. Rocca, il coordinatore del progetto, ha la sua verità. «È un problema di cultura. Vent'anni fa i giovani erano più ignoranti e incoscienti e i portieri si lasciavano guidare dall'istinto. Ora pensano di più e sono più fragili. Da noi c'è troppa pressione». Buffon, che da grande s'immagina allenatore, concorda e allarga il concetto: «Gli stranieri non patiscono le critiche e dopo un errore sono pronti a rituffarsi nella mischia. Però anche loro sbagliano... ».COBOLLI: "PER LO SCUDETTO C'E' ANCHE LA JUVE" - Tuttosport - «Per lo scudetto spero in una volata a due con l'Inter con un nostro stacco nel finale come nel ciclismo». Ecco come Cobolli Gigli, presidente della Juventus, a margine della serata di beneficenza a Monteriggioni (Siena) per ricordare Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, i due giovani della Berretti, morti nella tragedia di Vinovo del 15 dicembre 2006. «L'Inter è poderosa - ha aggiunto Cobolli Gigli - È una portaerei, noi siamo come una corazzata e chissà che non riusciremo ad avere più agilità rispetto a loro nel prosieguo del campionato. Riguardo al mercato di gennaio, non succederà nulla. Diego e Schweinsteiger? Due grandi giocatori ma al momento non agiremo anche perchè torneranno i nostri infortunati: Zanetti e Buffon in primis».COBOLLI: "ME L'HA DETTO ALEX, DA GRANDE FARA' L'ALLENATORE" - La Stampa - Il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli, intervenuto ieri sera a Monteriggioni alla cena di beneficenza organizzata dall'Associazione Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, nella sfera di cristallo bianconera vede più Champions che campionato: «Mi auguro di fare molta strada in Europa, la Juventus deve essere una società a dimensione internazionale. I nostri giocatori tengono molto allo scudetto, ma chi vuole sempre un’emozione nuova come Buffon, Nedved, Trezeguet e Del Piero sente la mancanza della Champions. La finale a Roma? Ci penso spesso». E il campionato? «Abbiamo superato un momento di difficoltà e adesso i valori si stanno sgranando. Abbiamo perso con l'Inter, ma attendiamo la gara di ritorno per stabilire una giusta gerarchia di valori. Intanto pensiamo a Lecce, trasferta insidiosa». La raffica autunnale di prodezze offerte dal capitano juventino fa sognare, allarga gli orizzonti di una squadra che per postulato ragiona in grande. «Del Piero è all'apice della sua carriera - gongola Cobolli Gigli - e sinceramente devo ammettere che un’esplosione così eclatante non la immaginavo. E dire che sono sempre stato un “delpierino” convinto. Sono esterrefatto dalla sua continuità: gioca sempre e alla grande, anche nelle partitelle d'allenamento. È uno di quelli che più esprimono la voglia di vincere». Nella speranza che l'elisir si prolunghi ancora per molte stagioni, il n. 1 bianconero proietta il futuro di Del Piero nel calcio: «Chiacchierando con lui mi ha dato un'interpretazione chiara delle sue intenzioni: si vedrebbe bene nel ruolo di allenatore e io sono d'accordo. Se poi vorrà fare il dirigente, sono certo che gli Elkann saranno assolutamente d'accordo». Chiusura col mercato di gennaio: «Attendiamo il recupero di tutti i nostri campioni (Buffon, Trezeguet, Zanetti, Zebina e ora anche Camoranesi), terremo in considerazione eventuali future operazioni sui parametri zero, ma non acquisteremo niente. Cessioni? Non se ne parla neppure. Giovinco resta, indiscutibilmente».DEL PIERO: "250 VOLTE GRAZIE A TUTTI" - Tuttosport - Alessandro Del Piero dice grazie a tutti (tifosi, compagni, società) dopo i complimenti ricevuti all'indomani di un traguardo unico, raggiunto sotto la neve di sabato scorso: 250 gol in carriera. E non è finita qui. «Non mi abituerò mai a questi numeri, ogni record è un'emozione, sempre», ha scritto sul suo sito ufficiale il capitano bianconero. «Ad emozionarmi non è tanto il traguardo raggiunto - perché per quanto sia importante, continuo a considerarlo una tappa - ma soprattutto quello che c'è dietro, la strada che ti porta a raggiungere certi risultati. Duecentocinquanta gol ( o 251...?!) sono tanti. Per un attaccante, sono importantissimi. Anche se non sono tutto, non devono esserlo, perché prima viene la squadra e il risultato. Non è una frase fatta, è l'unica via che ti porta a vincere. Me li ricordo tutti, i miei gol, sono affezionato a ciascuno di loro,al punto che a volte quando mi chiedono di sceglierne alcuni in particolare, mi sembra di fare torto agli altri!».IL GOL PIU' BELLO? IL PROSSIMO - «Mi ricordo tutte le esultanze, tutti gli abbracci», ha concluso Alex. «E allora, arrivati al duecentocinquantesimo, voglio abbracciare io tutti quelli che hanno esultato, in campo al mio fianco, così come a migliaia di chilometri di distanza. Grazie soprattutto a chi mi sarebbe stato vicino anche se non fossi arrivato a 250, ma mi fossi fermato al primo. Sono felice che abbiate gioito con me, e vi assicuro che vi ho sentiti, tutti... Ma adesso non dobbiamo fermarci qui, perché sono sempre più convinto che il gol più bello, così come la vittoria più bella, sia quello per cui devo ancora sudare, quello che arriverà domani».JUVE PIU' SERENA, CAMORANESI PUO' FARCELA PER IL MILAN - Tuttosport - Sospiro di sollievo in casa Juve: l’infortunio di Mauro Camoranesi è molto meno grave di quanto si temesse. L’esito delle radiografie effettuate questo pomeriggio dal dott. Carlo Faletti è rassicurante: la sublussazione alla spalla destra che ha costretto l’italo-argentino a uscire alla fine del primo tempo della gara di sabato contro la Reggina è di modesta entità. Si pensava a un lungo stop, invece Camo dovrebbe restare lontano dal campo solo per una ventina di giorni. Il risultato ufficiale della radiografia parla di lussazione acromion claveare destra di primo grado.GIOVINCO: "VOGLIO SOLO LA JUVE" - Tuttosport - Giovinco non si muove: dopo Claudio Ranieri e Andrea D'Amico, è il diretto interessato ad uscire allo scoperto: "E' giusto che io mi arrabbi se non gioco. Non accadesse, sarebbe grave. Significherebbe che non ci tengo a questa maglia. Ovvio che l'incavolatura deve essere incanalata nel modo positivo. Ranieri dice che sono il vice-Nedved, io rispondo che vice-Nedved o seconda punta non mi importa, mi basta scendere in campo e possibilmente segnare; lo ammetto, il gol mi manca, lo scorso anno a Empoli ne ho realizzati 6. Un gol potrebbe aiutarmi a svoltare, a sbloccarmi definitivamente. Prometto di dare il massimo, perché io alla Juve ci tengo eccome. Non è mia intenzione lasciare questa maglia".AGENTE GIOVINCO: "SEBA RESTA BIANCONERO, NON VA AL WEST HAM" - Tuttosport - Per la stampa inglese Giovinco potrebbe passare a gennaio da Ranieri  a Zola. Dalla panchina fissa della Juve al prestito al West Ham. Solo che prima Ranieri smentisce («A gennaio ho chiesto di non prendere nessuno nel suo ruolo perché credo in lui») e poi anche il suo procuratore chiude: «Tutti sanno che Zola ha grande stima e considerazione massima di Giovinco - dice Andrea D'Amico a Radio Kiss Kiss -. Non mi stupisce il suo gradimento per un passaggio al West Ham. Ma il trasferimento in Inghilterra del mio assistito non mi trova affatto d'accordo. Se Sebastian è alla Juve, vuol dire che ha le qualità da Juve. Aspetta solo il suo momento, sa aspettare. La fase in cui deve essere mandato altrove per dimostrare le sue qualità fa parte ormai del passato, perché se veste la maglia bianconera vuol dire che è un giocatore da Juventus». «È normale, poi, che ogni calciatore vuol fare il suo mestiere e scendere sempre in campo - prosegue l’agente della Formica Atomica -. Sarebbe strano il contrario. Anche i grandi campioni, quando vengono sostituiti nel corso delle partite, non sono contenti. Sebastian lavora con estrema serenità per farsi trovare pronto quando Ranieri lo chiama in causa. La gara con la Reggina è stato un perfetto esempio: quando il calciatore è entrato, si è procurato un calcio di rigore che poi ha lasciato battere ad Alex Del Piero».JUVE, ANCHE L'ARSENAL SU YAYA TOURE' - tuttomercatoweb - Si prospetta una sfida interessante fra Juventus e Arsenal per accaparrarsi le prestazioni di Yaya Tourè, centrocampista ivoriano del Barcellona. Il calciatore - fra le altre cose fratello del Kolo Tourè difensore dei gunners - è in rotta con la società dopo che Guardiola lo ha più volte escluso in questo inizio di stagione, e le voci di mercato si fanno sempre più insistenti: Yaya avrebbe già dato l'assenso per un suo possibile trasferimento in bianconero, ma l'inserimento dell'Arsenal complica i piani della dirigenza juventina.MOGGI: "SE FOSSI LA FIORENTINA FAREI SCAMBIO PASQUAL-IAQUINTA" - tuttomercatoweb - Luciano Moggi è stato intervistato da Radio Blu. Queste alcune dichiarazioni (stasera durante il Pentasport la versione integrale): "La Fiorentina ha tre campioni in squadra, Frey, Mutu e Gilardino, ma ce ne vorrebbero altri per poter diventare competitiva a grandi livelli, in Italia ed in Europa. Uno scambio Iaquinta-Pasqual? Fossi la Fiorentina lo farei subito, Iaquinta è un giocatore importante mentre di Pasqual se ne può fare a meno".LA FIGC VARA NORMA ANTI-MOGGI - Il Giorno - Il giorno del giudizio, l’ennesimo per Luciano Moggi, è fissato per giovedì prossimo alle 14 quando, di fronte alla Corte di Giustizia Federale discuterà il ricorso per l’annullamento della sentenza di Calciopoli (5 anni di inibizione). Moggi, forte dell’annullamento della squalifica per Calciopoli 2 — 14 mesi per la vicenda delle sim estere — poichè ritenuto non giudicabile in quanto non più tesserato, ha «aggredito» la sentenza del più grande scandalo del calcio proprio in virtù di questo principio. Ieri, la Figc è passata al contrattacco, approvando in Consiglio federale la reinterpretazione dell’articolo 19 del Codice di Giustizia Sportiva e varando, di fatto, una norma «anti-Moggi».  La modifica dovrebbe servire a respingere il ricorso (e gli eventuali casi successivi) anche se il presidente federale Abete non parla di «modifica» della norma ma, di «riconferma della ratio». Abete (che non nomina mai Moggi) ha spiegato: «Se ci sono soggetti che erano tesserati all’epoca di certi fatti, abbiamo solo riconfermato che sono assoggettabili alla giustizia sportiva anche se prima del deferimento o dopo si sono dimessi». Moggi, è noto, si era dimesso prima di essere deferito per Calciopoli. «Non siamo intervenuti retroattivamente, abbiamo fornito una “interpretazione autentica” — prosegue Abete — perchè da parte degli organi giudicanti vi sono state interpretazioni discordanti». Nell’articolo 19 del Cgs però, la modifica c’è: «Per i fatti commessi in costanza di tesseramento i dirigenti i tesserati... anche se non più tesserati, sono punibili». Nell’«interpretazione autentica» illustrata da Abete vi sono aggiunte che dovrebbero essere decisive per respingere il ricorso di Moggi. L’avvocato di Big Luciano. Paco D’Onofrio, annuncia: «Modificche tecnicamente inefficaci nei confronti di Moggi». Sul fronte campionati, il Consiglio federale ha deciso il blocco dei ripescaggi in serie B per portare eventualmente il prossimo campionato a venti squadre, blocco però condizionato al parere della Corte di giustizia della Figc.