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News Juventus del 04/05/2009

Post n°1643 pubblicato il 04 Maggio 2009 da corsivo79


VERGOGNOSO PARI COL LECCE:
CRISI JUVE TRA LITI E PROCESSI

Sembra ormai irreversibile la crisi di Ranieri e dei bianconeri, che ieri hanno incassato l'ennesimo e clamoroso pareggio casalingo, bloccati anche dal derelitto Lecce, tra i fischi e le proteste dei tifosi. Ma stavolta la polveriera Juve è esplosa definitivamente: nell'intervallo lite Ranieri-Camoranesi per il cambio, mentre Buffon ha lasciato lo spogliotoio inviperito ed è tornato anticipatamente in campo sbattendo la porta: "Non ne posso più". A fine gara mezz'ora di duro confronto nello spogliatoi tra società, tecnico e giocatori. Ranieri alla fine fa mea culpa: "Se sbaglio è giusto che mi mandino a casa. Faccio scelte impopolari, ma solo per il bene della squadra. La contestazione? Abbiamo in mano la situazione ma dobbiamo correre ai ripari perché così non va bene". La società al bivio: tenerlo sino alla fine o chiamare Ferrara per traghettare la squadra sino a giugno? Per la prossima stagione, Conte favorito su Gasperini e Spalletti. Mercato, tutto pronto per Cannavaro alla Juve. Il difensore ha concluso la due giorni di visite mediche, presupposto della firma al contratto. Il giocatore tornerà a Madrid in giornata. I bianconeri stringono per Diego, mentre Trezeguet ha la valigia in mano. L'agente: "Così non è contento".




JUVE, 2-2 COL LECCE. NEDVED NON BASTA A SALVARE LA FACCIA - La Stampa - Pavel Nedved non basta per salvare la faccia della Juve. Il 36enne firma una doppietta che però non è sufficiente per stendere il Lecce: termina 2-2 il match che rischia di segnare in maniera definitiva l’avventura di Claudio Ranieri sulla panchina della Vecchia Signora. La squadra gioca in maniera inguardabile, il pubblico contesta, il secondo posto si allontana e la terza posizione, l’ultima utile per la qualificazione diretta alla prossima Champions, comincia a scricchiolare. È impossibile, o quasi, trovare una nota positiva in un pomeriggio che la Juve comincia male e finisce peggio. All’11’ la retroguardia bianconera si fa cogliere impreparata, Konan fugge in sospetto fuorigioco e si presenta davanti a Buffon: 1-0 per il Lecce. La Juve, stimolata dalla contestazione del pubblico, si getta in avanti alla ricerca del pareggio. Il gioco della Vecchia Signora non è granchè e le occasioni arrivano soprattutto dai corner che i padroni di casa collezionano. Amauri e Mellberg, però, non inquadrano la porta con colpi di testa poco precisi. Per vedere un’azione manovrata della Juve bisogna aspettare il 28’, quando Nedved spedisce al centro un pallone invitante: Amauri e Iaquinta non trovano la deviazione vincente. Il brivido, si fa per dire, è un’eccezione in un primo tempo che i torinesi giocano a ritmo lentissimo. La squadra di Ranieri cammina in campo e spezza la monotonia solo su calcio piazzato: al 43’ Del Piero centra il palo, il Lecce si salva. Nella ripresa, Ranieri rivoluziona la squadra: fuori Del Piero e Camoranesi, dentro Poulsen e Marchionni. La mossa si rivela almeno fortunata, visto che la Juve pareggia al 54’. Amauri appoggia il pallone a Nedved, rasoterra potente e 1-1. Il ceco è l’anima della squadra e lo dimostra al 67’: inserimento perfetto e tiro che piega le mani di Benussi, 2-1. La rimonta non convince il pubblico dell’Olimpico: i cori a favore di alcuni giocatori, come Nedved e Buffon, sono intervallati da fischi e insulti indirizzati anche alla dirigenza. Nel finale si rivede anche il Lecce, spettatore per quasi tutto il secondo tempo. I pugliesi sfiorano il pareggio con Fabiano e Tiribocchi: prima Poulsen salva sulla linea, poi Buffon devia in angolo. Gli uomini di De Canio ci credono e fanno bene. Al 93’ spunta la testa di Castillo nella sgangherata difesa juventina: 2-2.
RANIERI COME UN EX: "SE SBAGLIO E' GIUSTO CHE MI MANDINO A CASA" - La Stampa - Dissoltasi con preoccupante velocità da quando si è ripreso a viaggiare dopo la sosta per la Nazionale (quattro pareggi e due sconfitte, 13 gol beccati), la Juve ormai non c’è più. Quel che ne rimaneva s’è squagliata ieri all’ultimo minuto di una partita da notte di mezza estate, di fronte a un resistibilissimo Lecce: 2-2 di Castillo, accampato a un metro dalla porta in colposa solitudine. Buona notte. Da incubi, s’intende, perché il crollo andrebbe puntellato per evitare di perdere terzo posto, con rischiosissimi preliminari di Champions League, e faccia: solo che nessuno ha il manuale delle istruzioni. Il pericolo è già alla prossima fermata: agguato notturno del Milan a San Siro, da dove la truppa di ieri uscirebbe sbranata. Sul registro degli indagati, al solito, ci è finito Claudio Ranieri, che avrà le sue colpe (anche ieri), ma non è certo l’unico: dalla società, di nuovo silente sotto la tempesta, ai giocatori, alcuni dei quali impresentabili ai limiti dell’ammutinamento. Essendo più agevole cambiare il guidatore piuttosto che tutto l’equipaggio, del tecnico si discute da ieri pomeriggio, proseguendo fino a notte fonda. Parola all’accusato, allora: «Io faccio le scelte di formazione sempre pensando di mettere la squadra al meglio - ha detto Ranieri - e poi cambio se le cose non vanno: se sbaglio, come i tifosi hanno fatto notare, devo andare a casa, ma questa è una cosa che spetta alla società. Alla panchina della Juve non si rinuncia e io vado avanti per la mia strada». Contro il Lecce aveva imboccato quella sbagliata, armando un tridente, e relativo centrocampo a tre, con una squadra «piantata da settimane», per dirla con uno di quelli che ne veste la maglia. Tant’è che riallineando il 4-4-2, anche con cambi rumorosi (fuori Camoranesi e Del Piero) aveva ribaltato la partita, con la doppietta di Nedved: al 9’, dopo bella combinazione Iaquita-Amauri, e al 22’, ben pescato da Marchionni. Non è bastato e chissà se basterà, se appena finita la partita il cda bianconero, quasi al completo, s’è confrontato nella pancia dell’Olimpico, dopo che l’ad Jean Claude Blanc e il presidente Giovanni Cobolli Gigli avevano parlato con l’allenatore. La volontà sarebbe quella di chiudere così, salvando la stagione, ma si perlustrano altre vie: senza escludere il licenziamento istantaneo, con la squadra affidata a Ciro Ferrara, responsabile del settore giovanile. Poi, a giugno, si ragionerà sul tecnico futuro. Così come s’è discusso e si discute sulla funzionalità di un ritiro, prima della sfida col Milan. Mentre i tifosi continueranno a dibattere (con offese) l’arrivo di Fabio Cannavaro, ieri alle prime visite mediche a Perugia e oggi atteso in città per il resto dei test. Ranieri, intanto, giura che la squadra lo segue ancora nella giungla, ma proprio di questo deve convincersi la società. «Abbiamo in mano tutto - ha spiegato il tecnico, riferendosi ai rapporti con lo spogliatoio - poi se questa partita peserà sul mio futuro lo vedremo. Ora il nostro obiettivo resta quello di raggiungere la Champions senza i preliminari. Invece, stiamo sporcando quello che di buono avevamo fatto fin qui». Normale affiori qualche timore di non farcela: «Non ho paura di perdere il terzo posto, ma che la squadra non reagisca. Se lo fa, non abbiamo nulla da temere». Ce n’è, invece, perché il clima di contestazione si sta abbattendo su animi schicchiolanti e su un gruppo che dà segni di cedimento. Pare lavori bene in allenamento, ma poi in partita nulla funziona: il peggiore dei mali. «Per questo voglio parlare con la squadra - ha continuato Ranieri - perché in settimana questi ragazzi volano. Non so proprio cosa succede in partita». Succede che la difesa, ma imputabile sarebbe poi tutta la squadra, s’è messa a prendere due gol a partita, anche quando davanti non ha extraterrestri: Chievo, Reggina e Lecce, i nomi di alcuni predatori. Detto che l’assetto di partenza era sbagliato, lo è stata di più l’attitudine dei giocatori: troppo spesso imprecisi, sempre lontani dal nemico, di una mollezza imbarazzante per una squadra che aveva fatto della robustezza un marchio di fabbrica. Macché, al Lecce erano bastati 11’ per azzannare i bianconeri, va bene, in millimetrico fuorigioco, ma pugnalandoli comunque in un centrocampo senza corazza. Soffice come l’attacco, che ha fabbricato il primo tiro dentro al bersaglio dopo 47 minuti. Possiamo chiamarla Juve?
RETROSCENA 1/ LITE RANIERI-CAMORANESI. E BUFFON PIANTA TUTTI IN ASSO! - La Stampa - Buffon che rientra in campo arrabbiato dopo quattro minuti di intervallo, Nedved che butta per terra la maglia a fine partita nonostante la doppietta e Camoranesi che litiga con Ranieri nello spogliatoio per un cambio non gradito. Tre immagini simboliche di un gruppo bianconero in frantumi e con i nervi a fior di pelle prima, durante e dopo un pareggio che ha creato la spaccatura più profonda nella vecchia guardia. Quei senatori che avevano deciso di restare in serie B solo tre anni fa, e che per questo motivo erano entrati di diritto nella storia juventina, ora si sono stufati di una squadra succube degli avversari e di una situazione umiliante. Il giocattolo bianconero si è rotto e adesso sarà complicato ricomporre i cocci di uno spogliatoio tanto arrabbiato quanto tramortito dalla crisi (tecnica, fisica e di testa) che l'ha colpito. Lo zenit del nervosismo e della tensione è stato vissuto ieri pomeriggio dopo 45 minuti devastanti per i bianconeri. Il tempo di rientrare nello spogliatoio e Ranieri, di fronte all'intera squadra, ordinava subito i cambi: fuori Camoranesi e Del Piero, dentro Marchionni e Poulsen. Il capitano non faceva una piega (una situazione identica si era verificata un mese fa in Juve-Chievo), mentre l'esterno italo-argentino reagiva male. Solo che Ranieri respingeva l'attacco e tra i due volavano parole grosse che facevano tremare le mura dello stanzino, fino al gesto di ribellione di Buffon. Irritato dal primo tempo e desideroso di richiamare i compagni (probabilmente anche l’allenatore) ad uno stile diverso, il portiere della Nazionale abbandonava furiosamente lo spogliatoio dopo un paio di minuti. «Era arrabbiato e aveva ragione - conferma Iaquinta -. Non è possibile buttare via così una stagione come la nostra». Di corsa e imprecando, Buffon rientrava in campo tra gli applausi del pubblico e scaricava la tensione con un riscaldamento particolare: insulti ed urla per caricarsi, oltre a frasi da training autogeno come «Se perdiamo non torniamo a casa». Un modo per non affondare, anche se dopo il gol di Konan e alla fine della partita Buffon veniva immortalato dalle telecamere con labiali durissimi: «Non ce la faccio più» e «Non ne posso più». Un segnale di resa preoccupante, anche se Ranieri parla di «gruppo compatto» e sulle sostituzioni di Camoranesi e Del Piero non si nasconde: «Un allenatore deve avere gli attributi per fare delle scelte impopolari». Dopo aver rotto pubblicamente con Trezeguet (anche ieri il francese ha scaldato la panchina), il tecnico romano è entrato in conflitto con Camoranesi. Un giocatore pieno di talento, come ha sempre riconosciuto il tecnico, ma difficile da gestire. Soprattutto in questa stagione che ha visto più follie che gioie da parte di «Camo». I tifosi della curva ieri l'hanno scaricato con insulti («pezzo di m.») e fischi, mentre Ranieri ha sperato fino all'ultimo di recuperarlo prima di arrendersi all'evidenza dei fatti e alle due espulsioni consecutive con Genoa e Lazio. Un altro che soffre per questo senso di impotenza è Pavel Nedved. Il ceco tra un mese appenderà gli scarpini al chiodo (a meno di ripensamenti) e non vuole chiudere così. Ecco perché dopo aver segnato i gol della rimonta e del sorpasso ha baciato lo stemma juventino sotto la curva Scirea. Un modo per far capire che il pensiero dei tifosi «Solo la maglia non ci fa passar la voglia» è anche il suo. Peccato che la delusione del 2-2 subìto nel recupero l'abbia mandato in tilt. Con rabbia Nedved si è tolto la maglia e l'ha gettata per terra, vicino alla panchina del Lecce, prima di correre nel tunnel. Un gesto che racchiude tutta la frustrazione e l'amarezza di una Juve sconvolta e sull'orlo del burrone. Ranieri, però, non teme l'ammutinamento. «Se non mi seguissero - commenta - non avrebbero reagito nella ripresa. E poi con uno spogliatoio così, se non vogliono un allenatore vanno dalla società e chiedono di cambiarlo». Un suggerimento o un invito?
RETROSCENA 2/ RANIERI CONTRO BLANC: "SIETE VOI CHE DOVE CACCIARMI" - Sport Mediaset - Il pareggio col Lecce ha fatto traboccare il vaso in casa Juve, ancor prima della fine della partita. Sembra, infatti, che nell'intervallo ci sia stato uno scontro durissimo tra Ranieri e Camoranesi, con l'italo-argentino furibondo per la sostituzione. Per questo Buffon è uscito subito dallo spogliatoio. A fine partita, poi, Blanc avrebbe chiesto a Ranieri se volesse lasciare, ricevendo come risposta un "siete voi che dovete cacciarmi". Insomma, sembra che tra il primo e il secondo tempo sia successo di tutto lontano dagli occhi del pubblico dell'Olimpico. Anche Del Piero non ha gradito la sostituzione, ma il capitano, al contrario del compagno di squadra, avrebbe incassato la sostituzione senza fiatare. Tutto questo arriva al termine di un'altra settimana di fuoco per i bianconeri, durante la quale le parole di smentita di Marcello Lippi ("non tornerò alla Juve, né come allenatore, né come dirigente") sembra siano state orchestrate dalla stessa società di corso Galileo Ferraris. Quello che è certo, però, è che Claudio Ranieri non sarà l'allenatore della Juventus la prossima stagione. Difficile trovare il sostituto. Blanc non gradisce Antonio Conte, ma l'ipotesi traghettatore (Ferrara in testa) servirebbe a ben poco. E in questo momento la Juve ha bisogno di tutto, tranne che di dubbi.
JUVE, TIFOSI CONTRO DIRIGENZA E SQUADRA - Tuttosport -  nomi dei dirigenti della Juve scanditi uno a uno, da Cobolli Gigli a Secco, a Ranieri (Blanc è stato escluso dai cori probabilmente perchè il cognome è difficile da inserire in uno slogan con rima): per quasi tutta la partita e soprattutto dopo il pari finale del Lecce, al 93', i tifosi delle due curve della Juventus se la sono presa con lo staff dirigenziale della società. Inviti ad andarsene a casa, ma anche alla squadra (e in questo caso si sono salvati solo Buffon, Iaquinta e Nedved) per 'andare a lavorare'. Particolarmente duri con Cannavaro, i tifosi, etichettato come mercenario e apostrofato con il grido: «Non ti vogliamo». Ironia contro la dirigenza («compraci Zambrotta») e insulti più diretti, ma anche invocazioni ai nomi che hanno fatto grande la squadra nel passato, da Moggi, Ravanelli, Vialli, Ferrara, Conte, a Boniperti. L'attuale tecnico del Bari è stato a lungo invocato sulla panchina bianconera. Ma c'èanche ostilità nei confronti di alcuni giocatori: particolarmente beccati Camoranesi e Zebina.
IN CASO DI ESONERO PANCHINA A FERRARA - Tuttosport - Magari non suc­cederà, perché alla Juven­tus stanno attenti a non tra­dire la linea politica che da quarant’anni porta la so­cietà a non licenziare un al­lenatore (l’ultimo è stato Luis Carniglia, sostituito da Ercole Rabitti, allora re­sponsabile del settore giova­nile; perché Marcello Lippi si dimise e altrettanto fece Didier Deschamps), però la situazione è diventata così delicata che in qualche stanza della sede di corso Galileo Ferraris sta pren­dendo corpo l’idea di avvi­cendare Claudio Ranieri per dare una sferzata alla squadra e salvaguardare la Champions League. I preli­minari, infatti, oltre a rap­presentare l’ennesima fonte di vergogna sarebbero una iattura terribile per abboz­zare qualsiasi programma­zione vincente. Magari non succederà, anzi c’è da aspet­tarsi un comunicato di smentita e di solidarietà nei confronti dell’attuale tecni­co, però c’è una sola persona che può raccogliere un testi­mone pesantissimo a quat­tro partite dalla fine ed esercitare un appeal fortis­simo a livello di spogliatoio: Ciro Ferrara. L’ex difenso­re, in questo momento re­sponsabile del settore giova­nile - una coincidenza con Rabitti? Boh... - e braccio destro di Lippi in Naziona­le, è “patentato” e se venisse chiamato al capezzale della Juventus non si tirerebbe indietro. Al contrario, nono­stante sia stato emarginato negli ultimi due anni in quanto “amico del ct”, accet­terebbe per spirito azienda­le e amore della maglia un compito delicatissimo. La sua candidatura, comun­que, resta in piedi per la prossima stagione, dato che il sostituto dell’allenatore di Testaccio non è ancora stato individuato. Le alternative: Conte è in leggero vantaggio, ma Gasperini ha parecchi sostenitori nell'ambiente bianconero. Non bisogna però archiviare Luciano Spalletti, pronto lasciare la Roma a fine stagione.
IAQUINTA: "JUVE, TESTA BASSA E LAVORARE" - Tuttosport - Pensiamo al Milan. Vincenzo Iaquinta, uno dei migliori nella gara di oggi, è già concentrato sul match del Meazza: «Ci attende una partita importantissima, dobbiamo abbassare la testa e lavorare bene per prepararla, sapendo che dobbiamo iniziare a guardarci alle spalle perché le quarte si avvicinano. Oggi abbiamo fatto un brutto primo tempo, correndo poco e giocando molli. Nella ripresa siamo scesi in campo con un’altra mentalità ed eravamo anche riusciti a ribaltare il risultato, ma purtroppo abbiamo preso il pareggio alla fine. Mi spiace per i fischi del pubblico, dobbiamo andare avanti e non pensare a questo».
LEGROTTAGLIE: "TIFOSI, STATECI VICINI" - Tuttosport - Qualcosa di grande arriverà. Cerca di vedere positivo Legrottaglie, che guarda al futuro con ottimismo: «Oggi abbiamo fatto sia bene che male. Nel primo tempo non abbiamo giocato come avremmo voluto, nell’intervallo ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che non potevamo andare avanti così. Infatti nella ripresa abbiamo fatto meglio, dando tutto e avremmo anche meritato di vincere. Invece alla fine abbiamo preso questo gol in mischia che ci dà tanto rammarico. Guardiamo avanti, pensiamo al Milan e alle altre partite che restano. I tifosi? Hanno il diritto di fischiare, ma devono capire che facendolo si ottiene il risultato contrario. Noi daremo il massimo fino alla fine e speriamo che il pubblico sia con noi. La gente deve avere pazienza, quello che stiamo facendo in questi due anni è un preparare qualcosa di grande che arriverà. Tutti dobbiamo credere in questo progetto che ora stiamo costruendo insieme».
LE PAGELLE BIANCONERE - La Stampa -
Buffon 7 SCONSOLATO. Incolpevolissimo sui gol e, stavolta, due voli da fenomeno: sulla fiondata nel traffico di Fabiano e sulla girata a bruciapelo di Tiribocchi. Uno dei pochi acclamato e salvato dalle tribù sugli spalti.
Grygera 5 INCONSISTENTE. Zero spinta sulle avanzate, molta confusione in copertura. Esce per una botta alla caviglia, ma nella difesa scricchiolante c'era anche lui. (dal 23' st Zebina 5: concede il cross del pareggio leccese, imperdonabile).
Legrottaglie 5 DISORIENTATO. Avrebbe anche pilotato bene l'allineamento difensivo, perché il gol era in fuorigioco, ma, per il rischio elevato, la scelta non convince. E sull'assalto finale del Lecce barcolla, come il resto della banda.
Mellberg 5 SEMOVENTE. Ogni volta che lo puntano uno contro uno, se guardi con occhi bianconeri, ti vengono i brividi. Nel finale, la sua contraerea non funziona granché.
De Ceglie 5 SMEMORATO. Smarrite le prepotenti proiezioni offensive mostrate nelle prime uscite, lascia pure voragini dietro, che costano la vita: sul taglio mortale di Castillo, avrebbe dovuto chiudere lui.
Camoranesi 4 IRRITANTE. Se ti piazzano in un centrocampo a tre e ti metti a vagabondare ovunque, sono guai. Difatti si consuma tra lanci nel vuoto e passaggi sempre intercettati dal nemico (dal 1' st Marchionni 6,5: più senso tattico del collega, e l'ottima visione per il pareggio di Nedved).
Zanetti 5,5 SFASATO. Cerca di resistere, ma con la palla tra i piedi azzecca raramente le coordinate.
Nedved 7 ORGOGLIOSO. Naviga sulla partita alla Soldini, in solitaria: con due zampate, l'aveva ribaltata e vinta.
Del Piero 5,5 MINIMALE. Con il palo che centra su punizione è il più pericoloso del primo tempo, ma è pure il suo unico sparo (dal 1' st Poulsen 6: riequilibra l'assetto, ed è già un merito).
Amauri 6 CUSTODE. Lontanissimo dai fasti, tiene però palloni preziosi, sfornando l'assist del pareggio.
Iaquinta 6 ALTERNATO. Pianta un gran dribbling che innesca l'azione del pareggio, altre volte pasticcia.
Ranieri 5 TEMERARIO. Con la squadra senza benzina, da settimane, azzarda il tridente. Si corregge dopo un tempo, tornando al 4-4-2. Scelte coraggiose, ma nate da errori.
CANNAVARO HA SOSTENUTO LE VISITE. TUTTO PRONTO PER LA FIRMA CON LA JUVE - Il Giorno - Il capitano azzurro Fabio Cannavaro ha concluso la due giorni di test medici, presupposto della firma al contratto che lo leghera’ alla Juventus per i prossimi due anni.  Dopo le visite a Perugia sostenute ieri, il capitano della Nazionale s’e’ presentato stamane alle 7.45 al Centro di Medicina sportiva di Torino, per poi trasferirsi intorno alle 9.30 alla Clinica Fornaca per completare i test. Dopo circa altre due ore Cannavaro ha lasciato la clinica da una via laterale, dribblando i giornalisti che lo aspettavano. Secondo la societa’ bianconera Cannavaro ripartira’ per Madrid intorno alle 13.
JUVE, SI RIPARTE DA DIEGO. WERDER ALLE STRETTE - Tuttosport - Sempre Diego in prima fila. Anche se alla Juve intanto accade di tutto, anche se il finale di stagione rischia di interferire sulle future strategie e sulle prossime decisioni. Diego però resta in prima fila. Perché a questo argomento la Juve ha dedicato grandi approfondimenti. In altre parole: perché il club bianconero ha il giocatore in pugno.
STOP - In questo momento però la trattativa risulta congelata. Come ormai è risaputo, la Juve ha raggiunto l’accordo verbale con il giocatore. A tanto sono valsi i ripetuti viaggi del papà manager Djair tra Brema e Torino. Più di un incontro per limare i dettagli e definire l’intesa: un contratto quadriennale da 3,5 milioni a stagione, piena soddisfazione da parte del giocatore, dichiarazioni rivelatrici con ammicamenti espliciti rivolti alla Juve. Insomma, tanti particolari che messi assieme definiscono un quadro completo.
RINVIO - Ora alla Juve non resta che chiudere l’affare direttamente con il Werder. Ma in questo momento non è possibile. I tedeschi sono ancora concentrati sul finale di stagione, sul piazzamento in classifica e anche sulla gara di ritorno delle semifinali Uefa, sull’impresa che Diego e compagni inseguiranno contro l’Amburgo dopo la sconfitta casalinga nella gara di andata.
CIFRE - E allora bisognerà ancora attendere. In teoria ci sarà da discutere anche per il prezzo del cartellino. In teoria, perché la sensazione è che alla fine il Werder dovrà adeguarsi alla volontà del giocatore e alla posizione privilegiata della Juve. I bianconeri propongono una cifra di poso superiore ai 20 milioni, il Werder ne vorrebbe 25. Non a caso Klaus Allofs, dg dei verde- arancio, non ha perso occasione per enfatizzare una possibile offerta del Bayern Monaco.
CONCORRENZA - E’ una prospettiva reale: il Bayern si appresta a cedere Ribery al Barcellona per qualcosa come 35 milioni, logico che i bavaresi possano decidere di reinvestire parte di quella cifra su un acquisto importante. Ad esempio Diego. La Juve per adesso resta a guardare. E non sembra un atteggiamento di circostanza. I bianconeri hanno la consapevolezza di aver raggiunto una posizione di primo piano. Sanno di essere in vantaggio su tutti. Ma l’affare non è ancora chiuso. Se ne riparlerà a fine stagione, a giochi fermi. Quando anche la Juve avrà le idee più chiare, in generale.
TREZEGUET CON LE VALIGIE PRONTE: "COSI' NON E' CONTENTO" - Sport Mediaset - "Chiedete a Ranieri se sarebbe contento di fare il secondo a Mourinho". Parole quelle di Antonio Caliendo, procuratore di David Trezeguet, che la dicono lunga sullo stato d'animo del francese, circondato da tante voci di mercato e alle prese con un periodo fatto di tante panchine, "cosa di cui non può certo essere contento" dice il suo manager a Sportmediaset.it. "Ma io sono per il rispetto dei contratti, deve essere la Juve a fare il primo passo". Dopo nove stagioni in bianconero, l'attaccante sta pensando seriamente al proprio futuro, insoddisfatto del poco spazio a sua disposizione in questa Juve (a un mese fa risale lo sfogo per la sostituzione in Champions, nella gara di ritorno col Chelsea). "Stiamo parlando di un campione d'Europa e del Mondo" dice ancora Caliendo. "David è un grande professionista, ha dimostrato grande affetto verso i tifosi e verso la maglia, tanto da rifiutare in passato offerte prestigiose, come quella del Barcellona. Non ha mai parlato a vanvera e si è sempre allenato con grande impegno, facendosi trovare pronto anche per giocare cinque minuti, malgrado queste situazioni lo abbiamo sempre colpito". Sull'interesse dei blaugrana (così come del Lione) per il centravanti bianconero s'è sempre scritto molto. L'ultima grande straniera a farsi avanti è stata il Chelsea. "Non sono stato interpellato, tocca alla Juve" risponde Caliendo, che potrebbe però essere chiamato ad un'estate di grande lavoro... "Sempre con l'obiettivo di ottenere il meglio per quanto riguarda le aspettative di ogni giocatore".

 
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MUGHINI SHOW
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GIU' LE MANI DALLA JUVENTUS



IL 5 MAGGIO BIANCONERO


DEL PIERO MAGIA SCUDETTO


MILAN-JUVE 1-6 !!!
 
 

DEL PIERO LIVE IN SAN SIRO


TREZEGOL INCORNA IL MILAN


SAN GIGI BUFFON: I MIRACOLI


IL MIO CANTO LIBERO


INNI JUVENTUS


L'EUROGOL DI DEL PIERO ALLA GERMANIA


TOKIO, 8 DICEMBRE 1985: JUVENTUS CAMPIONE DEL MONDO
 

JUVENTUS CAMPIONE D'EUROPA

 

DECALOGO DI FARSOPOLI


LA VERA STORIA



PROCESSO FARSA


QUESTO E' MORATTI!
Beppe Grillo svela i loschi affari del presidente dell'Inter e della sua azienda.

 

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