IL MIO TEMPO

Post N° 761


 UN UOMO DELLA MIA TERRAC'era un uomo...Un musicista...Sembra che fosse un tipo non propriamente socievole,caparbio,dotato di una ferrea volontà.Sembra che da autodidatta abbia imparato i primi rudimenti di quella magia che si chiama musica...Quell'uomo ha saputo elevarsi oltre le nebbie antiche della sua pianura,ha dipinto di note sogni e personaggi che rimarranno per sempre nell'immaginario umano..Non c'è teatro al mondo che non abbia rappresentato una sua opera...Lo celebrarono come il"Cigno di Busseto"...Giuseppe Verdi.Dalle nostre parti capitava spesso di poter udire sulle labbra delle persone,le parole delle sue arie immortali.Ho nel cuore un'immagine lontana,mia nonna,contadina da sempre,7 figli ed una prima elementare da poter vantare,mai messo piede in un teatro nemmeno per sbaglio,ma quando vendemmiava era la più grande Violetta Valéry del mondo..Nessuno sapeva dove avesse imparato le parole,ma le sapeva e a detta di chi era avezzo all'opera non ne dimenticava una...Era il suo modo di celebrare Pepèn Verdi.                                                          Va', pensiero, sull'ali dorate;va', ti posa sui clivi, sui colli,ove olezzano tepide e mollil'aure dolci del suolo natal!Del Giordano le rive saluta,di Sionne le torri atterrate...Oh mia patria sì bella e perduta!Oh membranza sì cara e fatal!Arpa d'or dei fatidici vati,perché muta dal salice pendi?Le memorie nel petto raccendi,ci favella del tempo che fu!O simile di Sòlima ai fatitraggi un suono di crudo lamento,o t'ispiri il Signore un concentoche ne infonda al patire virtù.