karen678

Post N° 1


Questa sorta di diario non è frutto della necessità di tenerne uno, né sono stata spinta dalla moda dei blog… no, nel mio caso è piovuto un po’ dal cielo. Sto fissando il monitor domandandomi cosa farne di questo blog, se chiuderlo in un cassetto per riprenderlo in un secondo momento, magari sperando di essere spinta da un’ispirazione maggiore; o se scriverci almeno due righe per non lasciare deluso qualche curioso che si spinge fin qui. Forse chi ne crea uno comincia con il presentarsi. A chi poi? Ad eventuali, fantomatici lettori? In passato, per anni ho tenuto un diario e mai nemmeno una volta ho ipotizzato che era destinato ad un lettore, il massimo che riuscivo a immaginare era che lo scovasse, in un futuro, qualche improbabile nipote, in una scatola polverosa in soffitta. Lo tenevo per il gusto di imprimere su carta qualche pensiero, c’è chi sostiene che sia una cura terapeutica, sicuramente aiuta ed obbliga a riflettere, e quando lo si fa nessun problema di forma, nessun problema di calligrafia, di ortografia, nessun problema di dover rendere comprensibile ogni passaggio,ogni pensiero. Mi sono tornate in mente alcune pagine di un romanzo: “….proverò a parlare di me. A presentarmi con parole mie. L’ho fatto tante volte quando ero a scuola. Ognuno di noi a turno doveva mettersi di fronte alla nuova classe e presentarsi. Era una cosa che odiavo. O meglio, più che odiarla non ne vedevo il senso. Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia conoscenza? Proprio come quando uno non riconosce la propria voce incisa su un registratore, mi chiedevo sempre se l’immagine che percepivo di me stesso non fosse un’immagine distorta che mi ero fabbricato su misura.  Ogni volta che ero costretto a presentarmi davanti alla classe, mi alzavo in piedi con la sensazione di sentirmi un truffatore. Per questa ragione cercavo sempre di dire solo fatti oggettivi, evitando interpretazioni o commenti: mi piace nuotare, odio il formaggio eccetera.”  Se dovessi seguire la stessa scia verrebbe fuori qualcosa di simile: sono sposata, ho un gatto, vivo in provincia, non guido la macchina, non odio il formaggio. Fine. Ma le cose non finiscono così semplicemente. Per tracciare un quadro preciso, occorrono molti più elementi. Altrimenti non si ottiene riposta. Risposta impossibile causa insufficienza di dati. Premere il tasto “Annulla”. Premo il tasto “Annulla” e rimando queste elucubrazioni mentali a un secondo momento. A.