The soul blog

Il Terzo Occhio


I ciechi non possono guidare i ciechi.Questa unità di spirito è dimostrata dai grandi uomini, quelli che hannorealizzato Dio. I ciechi non possono guidare i ciechi; solo un Maestro,cioè uno che conosca Dio, può legittimamente istruire altre persone su di Lui. Per riguadagnare la propria divinità si deve avere un tale Maestro, o Guru. Colui che fedelmente segue un vero Guru diviene simile a lui perché il Guru contribuisce a elevare il discepolo al proprio livello di realizzazione. Quando trovai il mio Guru, lo Swami Sri Yukteswarji presi la risoluzione di seguire suo esempio: di porre, cioè, Dio solo sull'altare del mio cuore e di condividerLo con altri.I Maestri indù hanno insegnato che, per conquistare la più profondaconoscenza, bisogna focalizzare lo sguardo attraverso l'onnisciente occhio spirituale. Quando ci si concentra fortemente, anche chi non sia uno yoghiaggrotta la fronte nel punto fra le sopracciglia: il centro dellaconcentrazione e dello sferico occhio spirituale, sede dell'intuizionedell'anima. Questa è la vera "sfera di cristallo" in cui guarda lo yoghi per apprendere i segreti dell'universo. Coloro che andranno abbastanza profondo nella loro concentrazione penetreranno quel "terzo occhio" e vedranno Dio. I ricercatori della verità dovrebbero perciò sviluppare la facoltà di proiettare la loro percezione attraverso l'occhio spirituale. La pratica dello Yoga aiuta l'aspirante ad aprire l'occhio singolo della coscienza intuitiva.L'intuizione, o conoscenza diretta, non dipende da alcun dato fornito daisensi. Per questo la facoltà intuitiva è spesso chiamata il "sesto senso".Tutti hanno questo sesto senso, ma la maggior parte delle persone non lo sviluppa. Tuttavia, quasi tutti hanno avuto qualche esperienza intuitiva, forse l'intuizione che una determinata cosa sarebbe dovuta accadere, sebbene non ci fosse alcun segno percepibile dai sensi ad indicarlo.E'importante sviluppare l'intuizione, la conoscenza diretta dell'anima,perché colui che è conscio di Dio è sicuro di sé. Egli sa, e sa di sapere.Dobbiamo essere certi della presenza di Dio come siamo certi di cono­scereil gusto di un'arancia. Fu solo dopo che il mio Guru mi ebbe insegnato acomunicare con Dio e dopo che ebbi cominciato a sentire ogni giorno la Sua presenza, che mi assunsi l'incarico spirituale di parlare agli altri di Lui.L'Occidente ha costruito vasti templi di adorazione, ma ce ne sono pochi in cui si insegni ai fedeli come si può trovare Dio. In Oriente si è inveceposto l'accento sulla formazione di uomini dalla divina realizzazione; maquesti, in molti casi, sono inaccessibili ai ricercatori spirituali, poichérimangono isolati in dimore remote e solitarie. Centri spirituali in cui lagente possa comunicare con Dio, e insegnanti che possano mostrare alla gente come farlo, sono entrambi necessari. Come potrebbe una persona acquistare la conoscenza di Dio da un istruttore che non conosca Dio egli stesso? Il mio Guru impresse in me la necessità di conoscere il Padre Celeste prima di fare il tentativo di parlare agli altri di Lui. Quanto gli sono grato per avermi dato il suo insegnamento! Egli stesso, invero, comunicava con Dio.Il Signore deve essere percepito innanzitutto nel proprio tempiocorporeo. Ogni ricercatore dovrebbe disciplinare quotidianamentei propri pensieri e deporre sull'altare della propria anima i fiori,sbocciati spontaneamente, della propria devozione. Colui che trovaDio dentro di sé sarà capace di sentire la Sua presenza in ognichiesa o tempio in cui entrerà.Il Terzo Occhio - di Paramahansa YoganandaTratto da:"L'eterna Ricerca dell'Uomo "