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L'IPOCRISIA DELLA NON VIOLENZA


Che la violenza non porti da nessuna parte, ma generi a sua volta risposte violente, è abbastanza ovvio. Questo non vuol dire però che la violenza a volte non sia necessaria. Per rovesciare il nazi-fascismo, un popolo di giovani imbracciò il fucile in nome della lotta partigiana e della libertà. Se non lo avessero fatto, non avrebbero dato un contributo alla liberazione dalla dittatura e alla propria dignità di  uomini liberi. Ogni qualvolta si verificano nelle piazze scontri violenti, tutti in coro sono pronti ad indossare le vesti del Mahatma Gandhi e della 'ahimsa',  la sua filosofia della non violenza. Il punto è che una minoranza di super ricchi sta affondando il mondo in un delirio di onnipotenza planetaria lasciando intere generazioni allo sbando .Sono, pertanto, questo residuo umano del mondo a generare la vera violenza: una violenza certo sofisticata, che non si combatte nelle piazze ma nei mercati della finanza globale.Da che mondo è mondo le rivolte sono scoppiate quando la gente è stata presa per fame o privata delle libertà essenziali. Anche se il principio della nonviolenza è fondamentale, vi sono situazioni in cui essa è necessaria: i regimi del Maghreb non sarebbero crollati senza un'azione violenta. Piuttosto bisogna comprendere che la violenza è un percorso, ma guai se essa diventa un fine! (vedi rivoluzione francese e le teste che cadevano gratuitamente). Quindi agli pseudosantoni della politica che proclamano a vivavoce la nonviolenza, dovremmo ricordare loro che fino a quando non sapranno dimostrare nel quotidiano la non violenza, e in concreto vuol dire no alla corruzione, no ai privilegi, e un cuore nuovo per poter ascoltare le sofferenze altrui e fornire risposte adeguate, la violenza dal volto umano che costoro esercitano quotidianamente, sarà l'humus sul quale potrà crescere la violenza di chi non ha niente da perdere.