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LA TRASGRESSIONE


Vi sono termini che vengono abusati e che alla fine perdono la loro forza. Uno di questi è il termine 'trasgressione'. Mi rivolgo a quelle persone che sono bisex, trisex, lesbo e via dicendo. Non è l'atto in sé che determina la trasgressione, ma la motivazione di base. Se una coppia scoppia e decide di tenere in vita un rapporto che fa acqua con nuovi stimoli sessuali, non mi sembra si possa definire 'trasgressiva', mi sembra piuttosto corretto definirla: naufraghi in cerca di una zattera. Se poi la stessa coppia vuole naufragare senza neppure aver provato altri brividi, non vuol dire certo che sia più autentica o più sana da un punto di vista morale, bando ai moralismi! Mi sembra corretto affermare, però, che la trasgressione debba avere un coefficiente interiore d 'intensità, altrimenti diventa una nuova forma di conformismo. Un conto è quindi vivere certe esperienze in un quadro più ampio di comprensione della vita e della morte, due aspetti della stessa medaglia, e un altro è andare soltanto alla ricerca di un piacere in più. Se una persona è trasgressiva sul piano sessuale e poi nel sociale è un coglione acritico, non sarà il sesso a farlo migliorare, perché la forza ha origine dalla mente-cuore, come dicono i tibetani, e non da uno scimmiottamento di comportamenti limite. Quindi, si possono definire trasgressivi Rimbaud, Baudelaire, Van Gogh e quegli artisti e poeti che in epoca vittoriana andavano contro le regole costituite rischiando addirittura la prigione, o il marchese De Sade, vero trasgressore per antonomasia, la cui profondità filosofica e di vita è stata svilita da luoghi comuni. Più che definirsi trasgressivi, consiglierei a molte di queste persone, che si attribuiscono tale etichetta, di dichiararsi 'consumisti in cerca di nuovi piaceri' , questa sarebbe davvero l' etichetta appropriata.