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DI COSA STIAMO PARLANDO QUANDO PARLIAMO DI SPIRITUALITA' O DIO?


'Togli di mezzo l'io e vedrai Dio', così affermava il mistico Meister Ekhart.  Una persona che fa affidamento solo sull'io difficimente potrà aprirsi a una verità più grande. Ma questa verità non è qualcosa che possiamo cogliere coi sensi, non sono le madonne che piangono (stranamente non se ne vede mai qualcuna che ride) il miracolo, ma  bensì la svolta interiore che ci permette di aprire la mente-cuore e di sentirci tutt'uno con gli altri e con l'universo. Se nelle nostre vite tutto fosse affidabile e certo che bisogno avremmo di spiritualità? il punto è che il più delle volte la vita non va secondo i nostri piani e i nostri desideri, in quanto la vita è selvaggia. In un  attimo possono essere distrutte le nostre certezze: la perdita di una persona cara, la malattia, la sofferenza ci mettono veramente in contatto con la nostra fragilità. La spiritualità è connotata da umiltà, quindi il contrario di egoità. La credenza è un insieme di idee su Dio che si basa sulla paura e sul pregiudizio. L'amore è un'apertura che va oltre la paura e non è un virtuosismo: una puttana può avere più cuore di una donna che va puntualmente in chiesa e non a caso Cristo era presente tra le puttane e tra gli ultimi della società. Molti si affidano ai santi invocando vantaggi personali e poi chiedono le stesse cose a un politico. Questa è proprio l'aberrazione del sentimento religioso, della fede, che è un inno alla vita e non al sotterfugio menzognero.