gioia

SCAPPARE...O RESTARE?


A volte si crede, e avviene sovente, che scappare da una situazione all'altra, da una relazione all'altra, da un luogo all'altro, da un piacere all'altro, sia un'ottima cosa; nutriamo speranza che in questo modo alla fine riusciremo a trovare finalmente quel qualcosa che ci appagherà del tutto. Fragile illusione, ogni nuova sensazione o piacere all'inizio appare suadente e meravigliosa, ma dopo un certo lasso di tempo comincia a non piacerci, a risultare scontata e ad annoiarci. E' inutile pensare che scappi e trovi, al contrario se riesci a stare con lo spiacevole che ogni situazione o relazione comporta, sviluppi quella capacità di pazienza, di comprensione, che ti dà vera forza rispetto alla fuga compulsiva che può condurci solamente alla condizione di profughi aggrappati alla zattera della propria vita. Tutto questo non vuol dire non voler cambiare o sottostare ad una situazione molto dolorosa che potremmo evitare. Quando il dolore, con sereno discernimento, può essere evitato ben venga, è la fuga dal dolore che genera altro dolore. A tal riguardo oggigiorno sembra tutto creato per il divertimento, è doveroso divertirsi perché se non lo fai è come se non esistessi. Il punto è che il divertimento per poterlo tenere in adrenalina, e mi rivolgo ai giovani soprattutto, ha bisogno di massicce dosi di alcol e droghe, fino a creare delle dipendenze che arrecheranno molta sofferenza. Illusoriamente queste dipendenze sembrano renderci liberi, ma si potrà mai essere liberi allorquando si dipende da sostanze e non dalla propria forza interiore? certo, andarla a trovare questa forza presuppone un cammino, che a sua volta presuppone qualcuno che ce lo sappia indicare. Intanto consiglio la lettura di Goleman:'Le emozioni che fanno guarire'.